Prefetto Camporota, anno primo: “Nuova questura a piazzale Bornaccini nella primavera 2020”

Martedì, 23 Luglio 2019

(Rimini) “Mi trovo molto bene a Rimini, città creativa e pragmatica”. A un anno esatto dal suo ingresso a Rimini il prefetto Alessandra Camporota traccia un primo bilancio. A tema il trasloco della questura come i rinforzi (che non possono più essere solo “estivi”), gli immigrati e i nomadi, la sicurezza e la sua percezione, il destino della caserma Giulio Cesare.

Questura. “Le decisioni in merito spettano al ministero dell’Interno – ha spiegato subito Camporota – ma appena arrivata a Rimini ho capito subito che quello fosse un tema cruciale su cui era necessario un forte impegno. Allo stato attuale sono partiti i lavori di adeguamento della sede di piazzale Bornaccini (ex centro per l’impiego, ndr) dove in primavera gli uffici della questura di Rimini saranno finalmente unificati”. Resta in piedi anche la soluzione viale Bassi. “Il patto per la sicurezza firmato con il Ministero dell’interno nel 2017 prevede come soluzione definitiva la realizzazione della cittadella della sicurezza in via Bassi”, ricorda il prefetto, sottolineando: “Il sindaco fa bene a tenere alta l’attenzione su questa soluzione, perché non è mai bello per un amministratore avere edifici abbandonati nella propria città”. Lo stato dell’arte? “Per arrivare a una soluzione definitiva -– spiega – dopo il ritiro della disponibilità di Inail e Agenzia del demanio a intervenire, il Ministero ha avanzato al Nuval la proposta di acquisto e ristrutturazione dell’immobile, per un totale stimato di 30 milioni di euro. La proposta è stata valutata positivamente e trasmessa al Cipe per l’accesso ai finanziamenti”.

Eventi. “Abbiamo gestito con risultati soddisfacenti la Molo street parade, la Notte rosa, il Jova beach party. Senza dare mai l’immagine di una città militarizzata, abbiamo garantito il divertimento in sicurezza”, commenta il prefetto. “Spesso si sottovaluta la complessità del territorio caratterizzato da un turismo che non è solo più balneare legato alla stagione estiva, ma che con i congressi registra un numero di presenze straordinario lungo tutto l’anno: 25milioni, mi hanno riferito. Il mio impegno costante è stato e continuerà ad essere quello di ottenere un numero adeguato di forze dell’ordine, non solo per i singoli eventi, che è facile, ma in maniera stabile”.

Immigrazione. “Nella provincia di Rimini sono ospitati in modo diffuso circa 500 richiedenti asilo, non siamo quindi in una situazione di emergenza. Ho riscontrato un alto tasso di capacità di coesione sociale da parte del territorio. Per tutto il resto, l’immigrazione resta un fenomeno che va governato”. Rimane aperta la questione del bando per l’accoglienza, a cui realtà importanti del territorio lo scorso anno non hanno partecipato ritenendone le condizioni proibitive. “Lo riproporremo – promette Camporota – strutturandolo con elementi differenti da quelli presenti nelle convenzioni vigenti”.

Nomadi. “Non solo io, tutti i prefetti hanno ricevuto dal ministro dell’Interno il mandato di una verifica sulla presenza di gruppi nomadi sul territorio di competenza. Ho già effettuato un primo passaggio informativo con i carabinieri, vista la loro capillarità. Successivamente ho responsabilizzato tutti i sindaci affinché mi forniscano in tempi brevi le informazioni richieste dal Ministero. Si tratta di informazioni molto specifiche, legate anche alla presenza di minori e all’obbligo scolastico, per esempio. La circolare non è ‘poliziesca’, vuole essere davvero conoscitiva. Nel riminese, comunque, da una prima verifica, mi risulta che diversi accampamenti siano già stati smantellati”.

Caserma Giulio Cesare. “Entro fine anno si arriverà alla chiusura. I militari sono già stati ricollocati. La mia competenza non sarà quella di gestire il passaggio, ma di coordinarlo. Ancora è tutto da verificare: non si sa se la caserma andrà all’asta, se ci sarà una vendita diretta, se lo Stato ha in mente qualche suo progetto e se la terrà. So che c’è una forte attenzione del sindaco, vale quanto già rilevato per via Bassi: gli edifici abbandonati nel mezzo delle città non sono mai una bella cosa e generano giustamente preoccupazione negli amministratori”.