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Patto civico Riccione. Solo ex o alleanza civica vera?

Martedì, 28 Marzo 2017

Certo che la foto ufficiale della presentazione di Patto Civico a Riccione suggerisce tutto fuorchè un movimento civico cittadino. Partiamo dall'ultimo aggregato, l'ex sindaco Terzo Pierani, che è in politica da quando alcuni degli altri protagonisti non erano ancora nati. Ma anche degli altri si può fare la stessa osservazione. L'on. Sergio Pizzolante è alla quarta legislatura come deputato e da sempre ha fatto politica o sindacato. Fabio Ubaldi, che di mestiere fa l'imprenditore, alle elezioni del 2014 era il candidato del Pd. Anche Carlo Conti non può rivendicare una verginità civica: per oltre due anni e mezzo ha fatto l'assessore, un ruolo eminentemente politico.

Sono le perplessità che già erano emerse nel corso della prima conferenza stampa. Mentre a Rimini c'è stato un reale movimento della società civile che voleva appoggiare il sindaco uscente Andrea Gnassi ed era alla ricerca di un contenitore politico (e Pizzolante è stato abilissimo a crearlo, con conseguente successo), a Riccione l'operazione ha subito avuto l'aspetto di un accordo fra politici che promettevano di garantire un ipotetico coinvolgimento della società civile.

Appare questo il principale punto di debolezza del Patto Civico in edizione riccionese. Ma ci sono altre considerazioni che si impongono, e molte domande. Se la politica ha una razionalità propria e le azioni dei protagonisti che vi sono coinvolti, al di là delle loro volontà o desideri nascosti, in qualche modo devono sottostare ad essa, a Riccione tutto questo sembra saltato. Per quale motivo Pizzolante è sceso in campo se, come voleva la logica, non ha stretto un accordo con il Pd? Sull'incontro dei ceti moderati con il maggior partito del centrosinistra ha impostato tutta la sua politica a livello locale e a livello nazionale. Avrebbe potuto dimostrare ancora una volta che la sua strategia è vincente e che per i moderati, visto il centrodestra a trazione lepenista e salviniana, non c'è altra strada che l'accordo con il Pd.

Questo non è accaduto e sarebbe interessante capirne le ragioni, visto che la segreteria regionale dei dem era intervenuta per sponsorizzare l'accordo con Pizzolante e anche il primo comunicato della direzione Pd di Riccione affermava esplicitamente che Patto Civico e Oltre erano i propri interlocutori principali. Poi però il Pd è ‘fuggito in avanti’ e ha candidato Sabrina Vescovi, seppure con la formula di una “messa a disposizione”; una fuga alla quale Pizzolante ha risposto pubblicando una lunga serie di domande che sembrava scritta per fare indispettire la Vescovi. E anche se la candidata ha abbozzato e in qualche modo provato a rilanciare il dialogo, l’alleanza è saltata.

Le cronache dicono che il pomo della discordia sia stata la presenza dell'ex vice sindaco Luciano Tirincanti nella compagine: voluto da Pizzolante, non voluto dal Pd. Difendendolo in modo appassionato, Pizzolante avrebbe accettato che la sua ipotesi politica subisse un freno nella sua Riccione pur di poterlo imbarcare con sé. Tutto questo è poco comprensibile, visto anche che la sua presenza ha di fatto dissolto il gruppo di Oltre, dove si è registrato un fuggi fuggi.

Forse Tirincanti è stato usato strumentalmente per coprire il fatto che a Fabio Ubaldi, il capolista del Patto Civico, stesse indigesta la candidatura di Sabrina Vescovi, così come ogni altra candidatura targata Pd. E Pizzolante non si poteva far scappare Ubaldi: che figura ci avrebbe fatto a presentarsi alle trattative con il Pd senza il pezzo più pregiato della sua argenteria? Invece alle trattative ci è andato con Tirincanti: che è stato come invitare a nozze il Pd a pronunciare un sonoro “no”, puntualmente arrivato.

Quindi alle prossime elezioni oltre a Renata Tosi, Sabrina Vescovi, il grillino Delbianco (non ancora certificato) ci sarà anche Carlo Conti che è (in questo caso l'anagrafe conta) il figlio della consigliera di Forza Italia che è andata dal notaio a firmare per la caduta della Tosi. Questo nuovo polo – è prevedibile – sarà perennemente sotto attacco dalla Tosi e dei suoi supporter. Pare già di sentirli: sono i traditori, quelli del notaio, quelli della congiura. Di certo è un'aggregazione molto composita che va dagli ex Pd alla destra, passando da ciò che resta di Unione Civica. Un insieme di ex di vario rango che dovrà faticare non poco a presentarsi come un’alleanza civica. Loro dicono di puntare al 20 per cento, forse riusciranno a fare il 10. Quanto basta, magari, per ritrovare il Pd in caso di ballottaggio e tentare un nuovo accordo. Ma sarà da vedere se il Pd vorrà imbarcarli: le recenti esperienze dicono che le alleanze al ballottaggio non portano fortuna.

Per completare il quadro, si può aggiungere che gli occhi sono puntati sul Movimento 5 Stelle che ancora non ha ottenuto la certificazione. Come interpretare questo silenzio? Si va verso un nuovo caso Rimini? È fin troppo evidente che a trarre vantaggio dall'assenza dei grillini sarebbe innanzitutto la Tosi.

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