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Emergenza abitativa, l’assessore Gianfreda: “Servono politiche nazionali, non solo interventi locali”

Giovedì, 19 Giugno 2025

“Una vera e propria piaga sociale”: così l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda, definisce l’emergenza abitativa che attraversa l’Italia, e che colpisce con forza anche il nostro territorio. Una situazione aggravata da ritardi, sprechi e una drammatica mancanza di visione unitaria a livello nazionale.

Nel commentare l’attualità del tema, Gianfreda parte da tre notizie che, a suo avviso, raccontano bene la portata e la complessità del problema. La prima riguarda il Piano Casa Italia, ancora fermo ai blocchi di partenza: “L’attuazione è ancora lontana, e a causa dei ritardi nei provvedimenti operativi non si riescono nemmeno a spendere i 660 milioni di euro stanziati dallo Stato per finanziare l’housing sociale nelle città”, sottolinea.

La seconda notizia, invece, riguarda i Superbonus edilizi. Gianfreda osserva che, tra il 2020 e il 2023, sono stati spesi ben 186 miliardi di euro per incentivi come il 110% e il bonus facciate. Di questi, ben 70 miliardi – circa il 38% – sarebbero stati comunque investiti dai cittadini, anche senza gli sconti maggiorati. “Si tratta di risorse pubbliche enormi, utilizzate in interventi palliativi che non hanno aumentato di un’unità il numero di alloggi disponibili nel Paese”, denuncia.

Il terzo elemento che l’assessore porta all’attenzione è il nuovo piano della Regione Emilia-Romagna, che ha destinato 300 milioni di euro per azzerare il numero di alloggi pubblici sfitti e assegnarli a lavoratori e lavoratrici. “Un’azione sicuramente meritoria e straordinaria. Basta confrontare le cifre: 660 milioni a livello nazionale contro i 300 stanziati da una sola Regione”, evidenzia, elogiando in particolare il lavoro dell’assessore regionale alla Casa, Barbara Lori, e del collega al Welfare Igor Taruffi. “L’assessore Paglia, da questo punto di vista, sta lavorando molto bene”, aggiunge.

Tuttavia, Gianfreda mette in guardia contro il rischio di affidare esclusivamente agli enti locali la gestione di un’emergenza che ha dimensioni ben più ampie: “Azioni locali importanti, sì, ma che dovrebbero muoversi all’interno di una politica della casa nazionale, capace di incrementarne l’impatto e l’efficacia. Il bisogno reale è di ben altra misura”, avverte.

Nel descrivere la situazione quotidiana che i comuni si trovano a fronteggiare, l’assessore parla di un’Italia “caotica, confusa, farraginosa”, in cui tutte le città – grandi e piccole – si confrontano ogni giorno con una domanda crescente di spazi abitativi. Una domanda che arriva “un po’ da tutte le categorie”, e che è destinata ad aumentare ulteriormente a causa del quadro economico: inflazione, stipendi fermi, costi energetici in crescita.

“Molte persone non riescono più a permettersi nemmeno un affitto: è una piaga sociale vera e propria”, ribadisce Gianfreda, che punta il dito contro l’assenza di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali. “Si discute spesso di burocrazia e di farraginosità, ma forse il problema più amaro è che chi dovrebbe affrontare insieme l’emergenza – Stato, Regioni, Comuni, categorie sociali ed economiche – preferisce non collaborare, rimanendo chiuso nel proprio recinto ideologico o politico”.

L’assessore conclude con un’accusa netta: “Lo Stato, i Governi – e non da oggi – sembrano più interessati a nascondere il problema sotto la polvere che ad affrontarlo, scaricando sugli enti locali il peso di una crisi che invece dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti un’emergenza nazionale”.