E' possibile gestire le aste per le concessioni balneari evitanndo l'effetto Veneto. Il metodo, passo dopo passo, è delineato dall'avvocato Roberto Biagini, presidente del Coordinamento nazionale mare libero (Conamal). “Il sindaco di Rimini dovrebbe attivare i controlli di competenza e chiedere altrettanto alle altre autorità che hanno il compito di intervenire sul demanio marittimo, Procura della Repubblica compresa”, spiega l'ex assessore al demanio. “Le concessioni sono scadute il 31 dicembre 2023, le proroghe al 31 dicembre 2024 sono state dichiarate illegittime dalla giurisprudenza e quelle "tecniche" sono state emanate senza che ve ne siano i presupposti, e cioè che le pubbliche evidenze fossero già iniziate”, per questo secondo Biagini sarebbe necessaria l'attivazione dei controlli. “La verifica deve riguardare la legittimità dell'esistente, in particolare dei manufatti presenti da Torre Pedrera a Miramare, in quanto la cessazione delle concessioni trascina con sé l'inefficacia di titoli edilizi legittimanti e anche questo dovrebbe essere oggetto di controllo a prescindere dal titolo concessorio soprattutto a Rimini Nord”.
In che senso? Se i manufatti sono legittimi, come fanno a diventare illegittimi con la fine delle concessioni? “Cabine e chisochi bar attuali hanno titoli edilizi, vale a dire permessi a costruire ex concessioni edilizie, che ad oggi li legittimano da un punto di vista edilizio? Nella zona Sud potrebbe esserci una sorta di legittimazione dovuta ad un "Progetto Pilota" degli anni 70, mentre la zona Nord potrebbe essere più problematica”. Problematiche simili potrebbero essere rilevate anche per le licenze di stabilimento balneare e di pubblico esercizio. “Non si può solo controllare quello che c'è ‘a monte della spiaggia’ e lasciare il demanio marittimo come ‘porto franco e terra di nessuno’". Il primo cittadino di Rimini, “ha già tutti i poteri amministrativi per evitare quello che succede a Jesolo senza scomodare la vergognosa inerzia politica dell'attuale governo, del resto uguale a quelli "politici" che c'erano prima, sul tema concessioni”.
La seconda mossa che si potrebbe mettere in atto è inserire nel piano dell’arenile “aumenti le spiagge libere ad una percentuale del 40% del totale rispetto all' attuale insignificante 9% alternandone l'ubicazione con quelle in modalità concessoria”. Partendo proprio dalla situazione riminese, con le percentuali di partenza indicate? “Semplice. Il Comune ha piena discrezionalità nel decidere la pianificazione e con il nuovo piano è previsto che si deve azzerare tutto, stabilimenti e chioschi. Inoltre, con le concessioni scadute i concessionari, per contratto, devono liberare l’area. Vengano quindi individuate zona a modalità libera alternate a quelle in modalità concessoria fino a raggiungere tale percentuale. Non si lede nessuna posizione degli ex concessionari in quanto essi non godevano di nessuna aspettativa giuridicamente tutelabile a rimanere li dove sono e vedersi rinnovato il titolo”.
Restando nell'ambito delpuano spiaggia, c’è poi la possibilità di ridurre l’estensione dei bagni (forse un po’ il contrario di quelle che sta accadendo con gli accorpamenti?) e e impedire “allo stesso soggetto di avere la titolarità di più concessioni”, in modo "da renderle meno appetibili per i ‘grossi gruppi’”, e mettere i bagnini riminesi in posizione di poter competere. Infine, “i chioschi bar devono rimanere quello che la legge prevede e cioè ‘opere leggere di facile rimozione’ stagionali e non strutture come quelle di adesso che fanno concorrenza sleale a chi svolge ristorazione tutto l' anno in territorio urbanizzato ed sottoposto a rigidi controlli su tutto”.
Passando alla questione dei titoli concessori, il sindaco, spiega Biagini, può inserire nelle concessioni “il divieto di sub ingresso e di affidamento, in modo che l'attività venga esercitata direttamente e personalmente dall'originario aggiudicatario e in modo da evitare ‘pericolosi e non chiari’ passaggi di denaro”.
Tornando al caso Jesolo, rispetto “a quello che leggo - va avanti Biagini rivolgendosi ai balneari - a contendersi le zone di arenile, sono stati i concessionari uscenti e imprenditori turistici tutti italiani. Se per molto tempo il timore più diffuso era quello che le pubbliche evidenze potessero far arrivare i grandi gruppi internazionali, nella realtà la concorrenza è stata tutta locale. È già sparito, quindi, l'aggettivo ‘straniere’ che accompagnava il sostantivo ‘multinazionali’”.
In definitiva, per il Coordinamento nazionale mare libero, “lavorando seriamente sulle condizioni di concessione e non lanciando nel racconto pubblico false ed infondate paure sparirà anche il sostantivo, basta volerlo e prevenirlo e non piangere lacrime di coccodrillo”. Come, oltre a inserire il divieto di sub ingresso? “Visto che vi è molta sensibilità sul chi si occuperà e chi sorveglierà le spiagge libere, che si impongano nelle procedure di gara somme in aumento del canone base (materia statale) che possano servire al Comune per pagare il controllo (ad iniziare dal salvamento), e i servizi sulle spiagge libere. Si può fare tutto seriamente, basta mettersi a sedere”.