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Paolucci: al centro l'ascolto

Giovedì, 09 Giugno 2022

Ex segretario del Pd, Cristian Paolucci è il candidato sindaco per "Coriano futura”. Nato 37 anni fa a Cattolica, dal 2014 è consigliere comunale del centrosinistra a Coriano. Lavora nello staff della direzione della Asl Romagna, si occupa di ricerca sull’organizzazione dei servizi sanitari.

Qual è stato il tratto distintivo della giunta attuale, quali errori e mancanze rispetto al quale chiede una discontinuità all’elettorato?

«La Giunta Spinelli/Ugolini è stata caratterizzata da una fortissima chiusura verso il mondo esterno. Per una questione di opportunismo politico sono stati alzati muri che hanno diviso Coriano dal resto della provincia e della Regione, sono stati tagliati i ponti con le altre realtà del circondario. Il nostro paese è da sempre considerato la cerniera tra mare e collina, ma da dieci anni a questa parte si è trasformato in un luogo isolato. Ci si è limitati, in questi ultimi dieci anni, ad occuparsi dell'ordinaria amministrazione. E' venuta a mancare una visione strategica di futuro. Mentre altri Comuni, simili al nostro per dimensioni, hanno approfitto di contributi, finanziamenti e investimenti per riqualificare il proprio territorio e realizzare opere, noi siamo rimasti alla finestra, lasciandoci sfuggire occasioni d'oro. Un esempio su tutti è dato dai bandi regionali per la rigenerazione urbana, che hanno portato centinaia di migliaia di euro nelle casse dei nostri vicini di casa. Anziché trovare delle soluzioni ai problemi, si è preferita la strada più semplice, ovvero quella delle chiusure. Chiuso l'asilo nido pubblico, chiusa la Casa per anziani, chiusa l'ex biblioteca di Ospedaletto, chiusa la casa rifugio per donne vittime di violenza. Un paese, se privato dei servizi essenziali, si trasforma rapidamente in un grande dormitorio. Lo dimostra la scarsissima attenzione per le Frazioni, abbandonate a loro stesse, spogliate di tutte quelle peculiarità che rendono viva e dinamica una comunità. Noi vogliamo invertire questa deriva».

Quale la visione di città con la sua candidatura, quale sarebbe il tratto originale del suo mandato rispetto alla giunta precedente?

«Voglio mettere al centro ascolto, condivisione e partecipazione. Tre valori che ritengo assolutamente fondamentali. Sarò, come ho già detto varie volte, il sindaco di tutti, anche di chi non la pensa come me. Non mi sottrarrò alle critiche e non cercherò di metterle a tacere, come invece è stato fatto negli ultimi dieci anni. Dialogheremo attivamente con i cittadini, le associazioni, le società sportive, i rappresentanti delle categorie economiche. Questo attraverso vari organismi di concertazione da noi proposti, come ad esempio il Tavolo Verde, che riunirà le aziende del settore agricolo con l'obiettivo di sviluppare strategie di promozione del nostro immenso patrimonio agroalimentare ma anche per condividere il percorso di definizione del Pug, il Piano Urbanistico Generale. Proprio di recente ci siamo impegnati con la cooperativa Mosaico per l'elaborazione di un regolamento per la programmazione e co-progettazione dei servizi socio-sanitari del Comune di Coriano in collaborazione con gli Enti del Terzo Settore. Ripristineremo la figura dell'Assessore allo Sport per interloquire direttamente con le società del territorio. Abbiamo inoltre deciso di istituire un Urp itinerante. Non saranno i cittadini a doversi recare in Comune, ma il Comune ad andare da loro per ascoltare la loro voce, farsi raccontare problemi e criticità, ma anche proposte, progetti e idee».

Cosa vuol dire governare una città, come si fa, con chi, con quali strumenti?

«Ritengo che un Comune non debba essere un organismo chiuso e ripiegato su se stesso. All'amministrazione Spinelli/Ugolini è mancata la capacità di fare gioco di squadra. Per motivi di opportunità politica, si sono chiusi a riccio su loro stessi ma questo ha fatto terra bruciata attorno a Coriano. E' invece dovere di un buon amministratore dialogare e creare sinergie con gli altri Comuni del circondario, ma anche con gli entri sovraordinati come Provincia e Regione. Pensiamo ad esempio alla possibilità di sviluppare insieme strategie per la promozione e la valorizzazione turistica del nostro territorio. O alla possibilità di partecipare in forma congiunta a bandi per l'erogazione di fondi. Coriano non deve più continuare ad essere un mondo a sé».

Qual è il problema principale da affrontare oggi per la sua città e come si risolve?

«Le criticità sono tante. Una delle prime cose che faremo, se i corianesi dovessero darci la fiducia, sarà riaprire al pubblico gli uffici comunali. Non è possibile che per sbrigare una pratica, anche banale, si debba passare attraverso l'appuntamento o attendere tempistiche non sostenibili. I cittadini vogliono trovare le porte aperte e hanno necessità di avere risposte in tempi brevi. Questo potremo farla abbattendo la burocrazia e ricostruendo il clima di fiducia, serenità e collaborazione che la Giunta uscente ha contribuito a deteriorare a furia di contenziosi. L'altra priorità è rappresentata dal tema delle famiglie. Ci sono genitori che devono fare i salti mortali, dividendosi tra il lavoro e la gestione dei figli. Come ci ha ricordato la vice presidente della Regione Elly Schlein, il welfare non è un costo ma un investimento. Il Comune deve fare il possibile per essere al fianco delle mamme, dei papà e dei nonni corianesi conciliando i tempi di vita e di lavoro. Per questo avvieremo immediatamente le procedure per arrivare alla riapertura dell'asilo nido pubblico, che è stato chiuso dalla Giunta Spinelli/Ugolini. Allo stesso tempo porteremo avanti un piano per la riduzione delle rette della mensa scolastica e dell'addizionale IRPEF».

Che cosa si aspetta come esperienza personale in caso sia eletto, come si immagina l’essere sindaco?

«Vorrei poter contribuire, nel mio piccolo, a ricreare lo spirito di comunità che un tempo teneva insieme le diverse Frazioni e gli abitanti di Coriano e che negli ultimi tempi si è invece andato disgregando. Questo per me è il senso profondo dell'occuparsi della pubblica amministrazione di un paese. Il motivo che mi ha spinto a mettermi in gioco».