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Angelini: con me Riccione sarà unita

Mercoledì, 08 Giugno 2022

Daniela Angelini è nata 63 anni fa a Riccione, dove lavora e vive da sempre. Sposata e madre di due figli, laureata in sociologia, ha trascorso gran parte della sua vita professionale nel mondo dell’associazionismo, come segretaria sindacale, in Confcommercio prima e Cna successivamente. Si è candidata per un “debito di riconoscenza, maturato nei confronti della mia città”, Riccione, “una città straordinaria e bellissima, unica, vivibile, umana eppure conosciuta in tutto il mondo”. 

Qual è stato il tratto distintivo della giunta attuale, quali errori e mancanze rispetto ai quali chiede una discontinuità all’elettorato?

«Negli ultimi 8 anni di governo comunale si è verificato un peggioramento dei rapporti con associazioni economiche, culturali, sportive, di volontariato. Non si è più investito nel valore della comunità e della partecipazione, che sono gli elementi principali che hanno fatto grande Riccione nel corso della sua storia, ma si è preferita l’arroganza del potere e la subalternità dei cittadini. Questo ha impoverito la nostra città, l’ha resa debole, isolata da tutte le altre istituzioni comunali, regionali, nazionali, portando anche a trascuratezza e a errori evidenti dei quali tutti i cittadini stanno pagando il conto, in termini di sicurezza, lavoro, precarietà. Altro errore che si è fatto è stato quello di considerare la pubblica amministrazione una somma di interventi superficiali, annunci, slogan o cantieri eterni. Amministrare un Comune deve essere prima di tutto un dovere civico e morale».

Quale visione di città con la sua candidatura, quale sarebbe il tratto originale del suo mandato rispetto alla giunta precedente?

«Non esistono formule magiche. Ma un errore che sicuramente non farò sarà quello di creare una frattura tra le parti di una comunità che sa quale forza e solidità derivi dal rimanere uniti. Mi sono candidata a sindaco di Riccione, sicura che l’esperienza maturata nel mio lavoro, a supporto delle imprese e delle aziende del territorio, possa essere messa a disposizione di un progetto importante ed ambizioso per la città. Credo nell’impresa sana, perché l’impresa muove il benessere e il lavoro. Credo nel lavoro in team, nella partecipazione della comunità, dai piccoli ai grandi progetti che vengono proposti sul territorio, perché chi vive un luogo sa meglio di chiunque come migliorare quel luogo, che sia una strada, una piazza, un parco».

Cosa vuol dire governare una città, come si fa, con chi, con quali strumenti?

«Governare una città oggi significa pensare globale e agire locale, conoscere e studiare cosa succede nel mondo con la capacità di tradurlo in azioni concrete verso la propria comunità. Le sfide della transizione ecologica, del risparmio energetico, della salute pubblica e del lavoro di qualità non possono attendere. Siamo rimasti fermi troppi anni, mentre le famiglie e le imprese riccionesi hanno dovuto farcela da soli. Noi pensiamo che l’amministrazione debba essere al loro fianco. È compito di chi amministra creare le condizioni per lo sviluppo e per un maggiore benessere. Partiremo partecipando a bandi che in sinergia con le istituzioni provinciali e regionali possono permetterci di fare arrivare più fondi a Riccione, necessari a realizzare infrastrutture e progetti sociali».

Qual è il problema principale da affrontare oggi per la sua città e come si risolve?

«La Sicurezza è l’emergenza. Su questo tema voglio intervenire in maniera chiara e decisa. Riccione ha bisogno di sicurezza e per risolvere il problema dobbiamo innanzitutto affrontarlo, cosa che fino ad adesso non è stato fatto. Ho quindi pensato di inserire una nuova delega, quella alla Sicurezza. Delega che sarà in capo a colui che interpreterà anche il ruolo di Assessore alla Polizia Municipale. Quello della Sicurezza è un tema molto ampio e ho voluto questa delega perché i tempi cambiano e di conseguenza anche le esigenze amministrative. Le mie idee sulla sicurezza sono molto chiare e la prima è quella di non limitarmi a delegare la cosa allo Stato a cui farò richiesta di intervento e presenza come primo cittadino. Voglio operare subito per ciò che è di mia competenza: Polizia municipale in servizio per la gestione incidenti, lasciando liberi Polizia e Carabinieri dall’incombenza; Presidio immediato alla Stazione e in Viale Ceccarini. Richiesta immediata degli agenti di polizia e dei relativi ispettori dalle città più grandi come Bologna, Milano e Torino su cui abbiamo già verificato la fattibilità. Prolungamento del servizio notturno con aumento delle pattuglie in giro per la città. Pattugliamento dedicato alla litorale con camionetta per tutta la notte in continuo passaggio; Daspo Urbano che va messo in pratica per l’allontanamento, con trasmissione d’atti al questore. Per le baby gang faremo richiesta di Reparti Inquadrati che vengono inviati del dipartimento di pubblica sicurezza. Voglio implementare la videosorveglianza e la centrale di controllo, investiremo sulle attrezzature e sui veicoli. Per ultimo ma non per ordine di importanza redigeremo un nuovo piano della sicurezza 365 che parlerà di pianificazione».

Che cosa si aspetta come esperienza personale in caso sia eletta, come si immagina l’essere sindaca?

«Sicuramente sarò la nuova sindaca di tutti. Se sarò eletta voglio tornare a far sognare la mia città, ad avere progetti di sviluppo, a coinvolgere tutti con una parola d'ordine comune:  partecipazione. Le porte del mio ufficio saranno sempre aperte, nell’ascolto e per la condivisione. Voglio inoltre “spostare” una volta a settimana il mio ufficio nei Quartieri.  Dopo aver fatto in campagna elettorale visita ai quartieri ho deciso di portare avanti questa attività fino alla fine del mandato. Sarà sicuramente una novità quella di spostare le mie attività istituzionali in ogni quartiere, ma voglio cambiare il punto di vista dell'amministrazione e andare insieme alla Giunta a vedere di persona quali sono i problemi e cercare le soluzioni insieme ai cittadini. Per me essere in mezzo ai cittadini per capire cosa funziona e cosa no sarà fondamentale. Solo stando in mezzo alla gente un amministratore può rendersi conto di cosa accade nella città».