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Elezioni Riccione, diario di centrodestra. Manca la politica

Mercoledì, 09 Febbraio 2022

Se il centrosinistra è nel bel mezzo di un difficile rituale che trasformi l’assemblea dei ‘nemici’ di Renata Tosi in una coalizione politica, il centrodestra ha un problema di uguale natura (anche se opposto nelle aspettative elettorali): quello cioè di convertire la vittoria e i mandati amministrativi che per adesso coincidono - nel bene e nel male - con la persona di Renata Tosi in una vittoria e in una amministrazione da intestare al centrodestra.

E se a sinistra è già in corso una trattativa che mira a includere e accontentare chiunque e convertire i risentimenti in politica, anche a destra la necessità è quella di riportare la disfida attuale tra Renata Tosi e i suoi alleati alle ‘ragioni’ e alle regole della politica.

Renata Tosi per prima potrebbe mettere sul piatto il peso del proprio brand in termini di voti e decidere come giocarselo, convertendo quello che può essere solo un ‘capriccio’ (absit etc.) in semplice e banale ma efficace prassi politica. Potrebbe mantenersi civica o invece ‘conquistare’ anche ufficialmente la Lega, ambire a un ruolo di coordinamento o anche a una candidatura parlamentare che certo non è lontana nel tempo. Anche perché, arrivati a questo punto (che sia per ‘carattere’ o già per calcolo), un suo passo indietro avrebbe un peso che esorbita il numero stesso di voti cui corrisponde; avrebbe infatti il valore di uno spazio politico che si apre e che altrimenti non si aprirebbe. E come il Pd se lo farà pagare a sinistra, così Renata Tosi può farselo pagare a destra.

Anche perché, dopo la sconfitta di Rimini, il centrodestra provinciale ha bisogno di Riccione, ha bisogno di giocare una partita vera e di vincere.

Una volta si chiamavano ‘laboratori’. Riccione potrebbe diventare, finita l’era della fondatrice e titolare indiscussa del nuovo corso, l’esempio di una città simbolo che possa distinguersi nella gestione amministrativa dal vicino e inespugnabile capoluogo riminese. Come ripetiamo da queste colonne ormai da sempre, se infatti il centrodestra non dimostrerà di avere una classe dirigente capace di comprendere e affrontare la complessità della cosa pubblica, anche dal punto di vista caratteriale, non potrà mai (e giustamente) strappare Rimini alla sinistra. E dunque un’esperienza di governo a Riccione che sappia uscire dall’eccezionalità e diventare sistema, (come si potrebbe dire di Bellaria dopo due mandati di Giorgetti) avrebbe un valore esemplificativo particolarmente alto.

Dal punto di vista della cronaca sarebbe poi interessante vedere come, dopo un eventuale passo indietro del sindaco attuale, si comporterebbero Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, con i primi due che anche a livello locale ormai non si parlano più. Anche su questo Renata Tosi potrebbe avere buon gioco indicando lei stessa un candidato, in modo che nessuno esca sconfitto dalla contrapposizione.

Se invece il passo indietro non ci sarà, con una Lega che continui a tacere e acconsentire, è difficile prevedere come si muoveranno gli altri due partiti di centrodestra. Anche perché, oltre ai malumori nazionali post Quirinale, nei rapporti locali pesano i risentimenti per il doppio sgarbo patito da FdI e FI nelle ultime elezioni provinciali proprio da parte di Renata Tosi. È chiaro però che chiunque decidesse di arrivare a una rottura approntando una lista alternativa porterebbe la responsabilità diretta di una eventuale sconfitta del centrodestra al primo turno.

Per adesso le parti non si parlano, girano solo messaggi, blandizie e i soliti giochi di sponda. Ed è difficile pensare, visti i rapporti tra Salvini e Meloni, a un tavolo nazionale che in qualche modo dirima la questione. Magari, prima o poi, qualcuno aprirà una trattativa politica anche a destra. Dicono che i leader si riconoscano anche da questo.

(rg)

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