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Booliron, il documentario sull'hip hop in riviera

Martedì, 25 Gennaio 2022

(Rimini) Nel titolo, secco, celebrativo, traboccante di nostalgia, c'è già tutto. Ma per i primi centrimetri di pellicola toccherà attendere ancora qualche mese. Si chiamerà Booliron, che in romagnolo evoca l'unione caotica di oggetti e contesti, ma anche una situazione esplosiva, il documentario prodotto da Flash Future - in collaborazione con la Doc Servizi - che narrerà la storia della cultura hip hop vista da un'angolazione piuttosto inedita: la riviera romagnola.
"Ma Booliron non sarà semplicemente la storia dell'hip hop italiano, bensì una storia hip hop che nasce in Riviera e che ha influenzato con forte accelerazione l'arte, la musica, la danza e la cultura più innovativa in Italia". A ribadirlo è il regista Francesco Figliola, deejay e musicista salernitano conosciuto da decenni in riviera con il soprannome di Kambo, che ha scritto e sceneggiato l'opera insieme al rapper Word (Stefano Serio all'anagrafe). Sarà quest'ultimo, che a metà anni Novanta incise un tributo alla discoteca Melody Mecca intitolato proprio Booliron, a firmare parte della colonna sonora. Mentre a Chico De Luigi sarà affidata la direzione della fotografia.

Ma che cos'ha in comune, si sono chiesti già a fine 2020 gli autori, uno come Ice Cube (uno dei padri fondatori del GangstaRap) con il mitico Slego di Viserba? E che cos'hanno a vedere Master Freez, Speaker Demo, ZeroT – pionieri dell'hip hop italiano – con un bizzarro argentino chiamato Lucas Carrieri, direttore storico del Barcelona Disco? Nel documentario vedremo anche l'ex sindaco Andrea Gnassi, che nei primi anni Novanta – da giovane consigliere comunale - aiutò la scena riminese ad organizzare Indelebile '94, una delle prime grandi convention italiane della subcultura hip hop.

Booliron è pensato proprio come un contenitore di storie apparentemente caotiche, un ambiente in cui si stratificano elementi diversi e vicende varie, legate alla genesi e alla crescita della società italiana. Il documentario punta come un faro alla rotta di
un genere che, nato nel ghetto americano, attraversa l'oceano e, dagli anni '80, si diffonde nel Mediterraneo provocando densi esiti creativi nel cinema, nella moda, nell'arte, nella danza, ma soprattutto in testi, ritmi, stili e sonorità musicali. 

Tra le storie più incredibili quella del filosofo e ricercatore francese Georges Lapassade, autore di numerose opere sugli stati modificati di coscienza, che arrivò a teorizzare come la cultura hip hop potesse influire positivamente nella riabilitazione dalla tossicodipendenza. Nel '92 un gruppo di psicoterapeuti del Sert, con a capo il professor Leonardo Montecchi, si basò proprio su questa teoria per avviare un progetto ricreativo che, coinvolgendo proprio la crew di B boy riminesi, diede vita al laboratorio Centrovia di Covignano. 

"Raccontare vuol dire prima di tutto comprendere", sottolinea lo stesso Kambo. "Forse è questa la motivazione che sta alla base del film: aver capito cosa questi protagonisti possono celebrare e lasciare in eredità alle generazioni future tramite un appiglio, ospitale, spensierato, rispettoso e pieno di significato pronto ad accogliere tutti senza distinzioni. Gli argomenti trattati saranno caratterizzati da una visione artistica e storica della Romagna, di tutti quei luoghi che oggi rappresentano il patrimonio culturale del territorio". 

Già, perchè protagonista di questa pellicola sarà – oltre alla sua colonna sonora - proprio la riviera romagnola. Una riviera nascosta, dal sapore fortemente urbano, spiata e ricostruita da un'angolazione inedita e attraverso filmati originali. "L'opera – puntualizza Word - vedrà riportare alla luce immagini d'epoca storiche ed inedite che faranno ripercorre al pubblico le tappe fondamentali della scena Hip Hop e della vita di riviera andando a fondo nella narrazione del loro percorso e della loro evoluzione". 

Le riprese saranno effettuate per la maggior parte nella città di Rimini. L’Ala Moderna del Museo, Il PART, Il teatro Galli, la biblioteca civica Gambalunga ed il nuovissimo Museo Fellini saranno le location protagoniste delle interviste. L’area di interesse si sposterà anche nella vicina Ravenna, ed in particolare il Museo Arcivescovile, la Basilica di Sant’Apollinare e l’antica piazza del Popolo. Si aspetta solo di conoscere la data del primo ciak.