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Piccolo dizionario elettorale per orientarsi nel voto del 3/4 ottobre

Giovedì, 02 Settembre 2021

Pubblichiamo le prime voci di un dizionario elettorale. altre voci si aggiungeranno in seguito, dipende da cosa offriranno i prossimi 30 giorni di campagna elettorale.

 

Ballottaggio

Con sei candidati sindaci, è quasi automatico che si debba andare al turno di ballottaggio per scegliere il vincitore. Oltretutto la scissione nel centrosinistra (Gloria Lisi che corre da sola) impedisce a Jamil Sadegholvaad di fare il pieno di voti subito. Chi a sinistra ostenta calcoli per una vittoria al primo turno del delfino di Gnassi, il più delle volte lo fa per prepararsi a dire: “Ah, se c’era la Petitti!”. E il centrodestra? Agli atti c’è il 47 per cento ottenuto alle regionali del 2020, ma appare improbabile che nel clima politico attuale ci sia una spinta per arrivare al 50,01 al primo turno. Anche perché, alle ultime consultazioni, il centrodestra è sempre andato peggio alle amministrative rispetto alle nazionali.

Candidati

Ad occhio e croce avremmo circa 700 candidati che corrono per 32 posti da consigliere comunale, un incarico da più o meno 32 euro a seduta. Tanta partecipazione potrebbe suggerire qualche sforzo di analisi in più circa il distacco dei cittadini dalla politica. Il distacco c’è ma quando si deve decidere sulla propria città il senso civico sembra avere qualche risveglio, magari provocato dall’insistenza di qualche amico politicamente impegnato. Certo, poi il giorno dopo il voto misureremo la popolarità di molti candidati dell’ultimo secondo: si può scommettere che per contare i loro voti basterà una mano.

Cattolici

È sempre stato un tormentone delle elezioni amministrative. Con chi si schierano i cattolici? Con chi stanno i curiali? Questa volta l’interesse è molto sotto tono, anzi non se ne parla proprio. All’inizio Gloria Lisi si era presentata come la cattolica, come una democristiana 2.0, ma dopo l’abbraccio coi grillini l’identità cattolica si è appannata. Ha risposto il Pd con tre candidati dichiaratamente e pubblicamente cattolici: Elisa Marchioni, ex assessore ed ex parlamentare; l’avvocato Giuliano Zamagni e il giornalista Giorgio Tonelli.

Estate

Una campagna elettorale nel pieno della stagione estiva a Rimini si annunciava come una stravaganza, se non come un cataclisma. In realtà è tutto più trendy, più easy di quando per partecipare ad un’iniziativa bisognava uscire bardati con il cappotto.  La stagione turistica, quella in cui bisogna far legna per l’inverno, non ha distratto più di tanto dalle attività politiche.

Gnassi

Non era stato difficile prevedere che queste elezioni si sarebbero giocate sul nome di Andrea Gnassi. Il sindaco uscente non è candidato perché non lo può fare, ma è riuscito a candidare il fidato Jamil. Ed in ogni caso il dibattito politico ed elettorale verte sull’eredità gnassiana, sulle cose ben fatte, su quelle discutibili, su quelle di cui proprio non si è occupato. Il 3 e 4 ottobre gli elettori voteranno uno dei sei nomi in lizza, ma lo faranno pensando a Gnassi. 

Liste

Sono cresciute come funghi: il presupposto di partenza è che più liste ci sono più voti si prendono. Presupposto tutto da dimostrare.  C’è il record della Lisi che si presenta con cinque liste civiche a tema. A destra hanno fatto il debutto le liste civiche personali, vedi Frisoni e Paesani, che nei rispettivi simboli hanno messo il loro cognome più grande di quello di Ceccarelli. A sinistra le liste cosiddette civiche sono in realtà sponsorizzate dai partiti, vedi Rimini Futura, sostenuta dai socialisti e dai seguaci di Calenda.

Paesani

Era in campagna elettorale preventiva da quasi un anno e adesso che è scattato l’ultimo miglio si sta scatenando più di ogni altro. Si è già osservato che sta oscurando il candidato sindaco Ceccarelli. È anche l’unico a destra che si fa notare: o gli altri tacciono o lui grida forte e copre tutti. Certo ora ha perso quel profilo tutto sommato moderato con cui si proponeva sei mesi fa.

Passeggiata

Format di campagna elettorale molto praticato da Enzo Ceccarelli. A fargli da Cicerone nella Rimini che non funziona il sempre presente Lucio Paesani, a volte anche Frisoni. Anche l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha inaugurato la campagna elettorale dei 5 Stelle con una passeggiata nel centro storico.  Sarebbe stata meglio una corsa per recuperare anni di assenza dalla vita cittadina.

Programmi

Dovrebbero essere la materia prima delle campagne elettorali, ma finora non ci sono state proposte eclatanti e caratterizzanti su cui innestare il dibattito. Del centrodestra ancora non si conoscere il programma ufficiale, ma hanno assicurato che uscirà.  Che non si facciano promesse acchiappavoti può essere positivo, purché non si rinunci a fare capire quale Rimini si immagina per i prossimi dieci anni. 

Tandem

Era uno dei simboli dell’estate in Riviera, ora caduto in disuso. L’ha rispolverato il centrosinistra per mettere insieme la corrente gnassiana e quella melucciana. Uno pedala in una direzione, l’altra in quella contraria, e insieme sperano di andare avanti. Tandem come bicicletta di lotta e di governo.

Voto disgiunto

Qualcosa lascia prevedere che sarà molto praticato. La possibilità di votare un candidato sindaco diverso da quello apparentato con la lista politica del cuore è una via d’uscita interessante per molti elettori, sia a destra che a sinistra. Ad esempio, i leghisti e tutti coloro che a destra non hanno digerito Ceccarelli cosa faranno nel segreto dell’urna? 

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