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Festa della Repubblica, solennità in piazza Cavour tra tricolore, onirificenze e medaglie d'oro

Mercoledì, 02 Giugno 2021

(Rimini) È stata una manifestazione sobria eppur solenne, densa di contenuti quella che ha celebrato il settantacinquesimo anniversario della Repubblica Italiana. PResenti in piazza Cavour a Rimini il vescovo Francesco Lambiasi, vari parlamentari, presidente del Consiglio Regionale Emma Petitti e della Provincia Riziero Santi,i Sindaci della provincia di Rimini in rappresentanza delle istituzioni statali, regionali, provinciali e comunali.

Nel corso della Cerimonia, come da consolidata tradizione, sono state consegnate le Onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, quest’anno attribuite dal Presidente della Repubblica a 14 cittadini di questo territorio, a partire dal grand’ufficiale Emilia Guarnieri. Nuovi nomine a cavaliere a: Giovanni Rondinone, Ernesto Fernandez, Matteo Totaro, Antonio Tondi, Luigi Prunella, Antonella Dappozzo, Raffaella De Giovanni, Vincenzo Domenichelli,Carlo Biagetti, Anna Maria Carlini, Corrado Arduini, Tiziana Perin, Giuseppe Petrini. A seguire sono state consegnate quattro Medaglie d’Onore ai familiari di cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti: Napoletano Saverio ritirata dal nipote Nicolò Mastronardi; Giovanni Verni rirata dalla nipote Barbara Verni; Olindo Romano ritirata dal nipote Daniele Frisoni; Luigi Fabbri ritirata dal figlio Roberto Fabbri.

«La consegna dell’Onorificenza è occasione per esprimere la mia gratitudine al Presidente della Repubblica e anche al Prefetto di Rimini per questa Festa del 2 giugno che mi coinvolge personalmente», ha dichiarato il grand'ufficiale Emilia Guarnieri. «La Festa della Repubblica cade quest’anno in un momento difficile e al tempo stesso carico di attese. Non diversamente dal ’46, anche oggi l’Italia mostra ferite e divisioni. Ma cominciano ad intravvedersi percorsi possibili per uscire dalla crisi, segnali che il bene comune ha ancora una sua forza di attrazione. I 40 anni di Meeting che ho avuto la fortuna di condividere mi hanno fatto sperimentare come il dialogo e la stima dell’altro nella sua diversità aprano prospettive di costruzione e di bene inimmaginabili. Da tante parti oggi si vedono solidarietà, condivisione, desiderio di incontro, sacrificio: questo dà speranza».