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Caritas, lascia don Gradara. Galasso nuovo direttore. Giogetti a Migrantes

Mercoledì, 20 Dicembre 2017

(Rimini) Cambio alla Direzione della Caritas Diocesana di via Madonna della Scala. Dopo 16 anni, don Renzo Gradara lascia il testimone di questo importante servizio a Mario Galasso, primo laico ad occupare questo ruolo da quando è sorta la Caritas che nel gennaio 2018 festeggerà 40 anni. A Cesare Giorgetti viene affidata la direzione del servizio Migrantes. Questa sera nella casa della giovane, in centro storico a Rimini, l’annuncio è stato dato dallo stesso vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, nel corso di un incontro dei dipendenti e dei volontari Caritas in occasione del Natale.
Sarà lo stesso Vescovo
“Il sentimento più tenace- ha detto il vescovo ringraziando don Gradara - che spicca in cima a tutti gli altri e che vorrei farti pervenire, don Renzo è: la gratitudine. Ti debbo un grazie sincero e sentito – a nome di tutto il presbiterio, dei tuoi collaboratori, dei tantissimi poveri, che hai intercettato lungo il tuo servizio, e dell’intera diocesi – innanzitutto per la testimonianza che ci hai dato in questi anni di servizio in Caritas”.


Don Renzo Gradara ha assunto la direzione della Caritas Diocesana l’11 settembre 2001, sostituendo don Luigi Ricci. Il suo lungo servizio durato dunque 16 anni lo rende ad oggi il più longevo Direttore della Caritas. “Dopo 16 anni – commenta don Gradara – è giunto il momento di lasciare questo incarico e questo servizio che ho cercato di espletare nel miglior modo possibile servendo Dio nei fratelli. Dal 2012, in parallelo, il Vescovo mi ha anche attribuito la responsabilità della parrocchia della Risurrezione, alla Grotta Rossa, servizio che ho accolto con generosa disponibilità anche se ha aggravato non poco il carico pastorale”.
In questi 16 anni, prosegue don Gradara, “si è consolidato e ampliato un criterio già adottato dal mio predecessore, don Luigi Ricci. Quello di dividere e condividere in maniera sempre maggiore le responsabilità con i laici”. Don Gradara resterà Assistente Spirituale della Caritas Diocesana.

Stilare un bilancio di 16 anni vissuti in prima linea è praticamente impossibile. Don Renzo, però, mette in luce alcuni aspetti. “I bisogni sono andati modificandosi, in queste stagioni, e la Caritas ha dovuto offrire risposte sempre al passo con i tempi e con modalità differenti.
La povertà ha mantenuto alcune sue caratteristiche di fondo (senza tetto, senza fissa dimora, bisognosi del servizio mensa, etc) ma è aumentata la povertà in relazione al problema della casa e del lavoro. La disoccupazione ha ingenerato serie difficoltà nel pagare servizi, affitti, utenze, con una ricaduta sulla vita familiare e personale delle persone stesse”.
Alcune risposte della Caritas sono sotto gli occhi di tutti. L’ “Emporio Solidale” in appena 18 mesi ha distribuito 600 tessere, aiutando complessivamente 1.800 persone, tra cui 500 bambini. Il 70% dei possessori delle tessere è italiano. Il “Fondo per il Lavoro” in 4 anni ha raccolto oltre 560.000 euro e permesso a 118 persone uno sboccio occupazionale, in larga parte stabile. I prestiti erogati da “Famiglie Insieme” si aggirano sui 350.000 euro: rappresentano un sostegno a famiglie che debbono risolvere problemi contingenti evitando di cadere nelle maglie infernali dell’usura. Operazione Cuore” ha permesso a 200 bambini africani operazioni e cure altrimenti impossibili. Giro Nonni: ogni giorno dell’anno vengono portati pasti e amicizia a 40 anziani del territorio. Pasti erogati: 106.719 unità (9.664 in più rispetto al 2015). Alloggio: 7.798 notti(In media le persone accolte sono state ospitate per 9 notti, 8 notti nel 2015).

“Siamo consapevoli - ha concluso don Gradara - che il mare del bisogno è molto più ampio, ma non per questo possiamo esimerci dall’offrire la nostra risposta qui ed ora. Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo”.
Don Gradara chiude con tre annotazioni.
Una riguarda l’aspetto fondamentale del servizio Caritas. “Il primo aspetto da tener presente nell’impegno della Caritas è quello educativo. Ogni servizio, anche la distribuzione del sacchetto della spesa per chi non può farla, deve essere fatto con un atteggiamento educativo”.
Secondo. “La rete di Caritas parrocchiali e interparrocchiali che si è creata è straordinaria. Sono 60 le parrocchie che hanno una propria Caritas: un’avanguardia di preziosa umanità e servizio nei confronti di chi sul territorio vive situazioni di indigenza e bisogno”. Da ultimo, ma non per ultimo: “ringrazio i dipendenti e soprattutto i 150 volontari che gravitano attorno alla Caritas: è un esercito silenzioso e instancabile che opera un servizio straordinario”.



La direzione della Caritas è stata quindi affidata all’ex assessore provinciale Mario Galasso. “In questa occasione - ha detto il vescovo - mi incalza l’obbligo di condividere con te convinzioni, orientamenti e impegni perché la nostra Chiesa riminese possa continuare a servirsi di questo importante e prezioso strumento, espressamente costituito per promuovere la testimonianza della carità di tutta la comunità cristiana. In prima battuta, occorre chiarire un equivoco ricorrente. La Caritas non è l’organo erogatore di aiuti, distributore di fondi, promotore di collette da dividere ai poveri. è invece l’organo che aiuta l’organismo a realizzare una sua funzione vitale: la pratica dell’amore. è l’occhio che fa vedere i poveri antichi e nuovi. è l’udito che fa ascoltare il pianto di chi soffre e amplifica la voce di Dio che provoca al soccorso. La Caritas diocesana, perciò, non è tanto una struttura assistenziale impegnata a fornire servizi e sussidi ai poveri. Ma è uno strumento abilitato a far conoscere a tutta la comunità le situazioni di sofferenza e di bisogno, a stimolarla all’impegno generoso e, soprattutto, a far diventare le sofferenze di alcuni problema di tutti”.
 Mario Galasso ha quindi ricordato il momento in cui gli è arrivata la proposta della direzione della Caritas. “Quando il Vescovo mi ha avanzato la proposta, confesso che mi è salito un groppo in gola, e si è susseguito un turbinio di emozioni: stupore, preoccupazione, gioia, inquietudine. Ma sono onorato che si fosse pensato a me per servire i poveri, i privilegiati da Dio e, con loro e attraverso loro, fare crescere la cultura dell’accoglienza, del rispetto, della relazione, della Pace, nella nostra comunità. Prendo il testimone da don Renzo Gradara, una persona di una tenacia e caparbietà unica, uomo di coerenza e di fede. Mi tranquillizza il fatto che questo importante compito da far tremare i polsi che mi è stato affidato, lo affronterò insieme ad eroi del quotidiano, persone che, silenziosamente, con passione ed energia accolgono e cercano di dare risposta a richieste che, di mese in mese, di anno in anno, sono sempre più complesse e articolate”.
Sul lavoro che dovrà affrontare, Galasso è ottimisticamente realista. “E’ un percorso non facile, fatto di tanti incontri, da tanto ascolto e tanta relazione. Un cammino da effettuare con tanta umiltà, da realizzare con il passo del più debole. Un tragitto da fare non in solitudine, ma con una compagnia che, strada facendo, aumenta.
Tanti piccoli, grandi passi mi hanno portato fino a qui: davanti a me, ora, si apre un’altra strada, un altro servizio da svolgere, la grazia di non adagiarmi in una routine quotidiana”.
Tra i tanti passi che lo hanno portato al servizio in Caritas ci sono quelli mossi nell’Ufficio Missionario diocesano. “L’esperienza fatta negli ultimi anni, insieme a mia moglie Maria Laura, come co-direttori dell’Ufficio Missionario, ha posto le fondamenta all’incarico che sto per assumere. Proprio come l’accoglienza in casa nostra, nel settembre 2016, di Mamadou, ragazzo senegalese di 22 anni”.

“Ritengo che la sfida più grande che dovremo affrontare sarà quella della prevalente funzione educativa della Caritas, da svolgere in collaborazione con gli altri organismi. Pensando alla ricchezza di realtà del nostro territorio non ho che l’imbarazzo della scelta” conclude Galasso.


Alla guida di Migrantes, infine, arriva Cesare Giorgetti. Il vescovo si è raccomandato affinché migrantes collabori con la Caritas e si radichi capillarmente nelle parrocchie e nella zone pastorali.