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GIORNALAIO 12.07.2012

Mercoledì, 11 Luglio 2012

Rubriche

ALCOL E MINORENNI: RIMINI E IL PAESE DEI BALOCCHI. SPIAGGE FULL OPTIONAL (OVVIAMENTE A PAGAMENTO). LA CRISI NON RIEMPIE GLI ALBERGHI E NON INTASA (DEL TUTTO) LE CARCERI. ACCORDO PRODUTTIVITA’ PER I DIPENDENTI COMUNALI, I SINDACATI: CI SODDISFA PIENAMENTE, ANZI NO, LA SUBIAMO. AERADRIA: IL RITORNO DI FABBRI? TRC E I 10 MILIONI, CI SI RIPENSA DOPO LE FERIE

 
Il paese dei balocchi


“Un 16enne in coma etilico, un altro talmente ubriaco da svenire in mezzo alla strada: due ragazzi che hanno messo a repentaglio la loro vita per una sbornia da “sballo”, giovani turisti a caccia del divertimento a tutti i costi che hanno passato la nottata entrando e uscendo dai locali tra Rimini e Riccione”, Patrizia Lancellotti, Corriere Romagna (p.3)


Secondo la Confcommercio è anche un problema di abusivi e orari. “Giuliano Lanzetti, responsabile provinciale Fipe Confcommercio, chiede pugno di ferro contro «i vari bazar e gli abusivi che vendono birra in bottiglia a un euro dopo gli orari consentiti»”. “L’assessore alle Attività economiche, Jamil Sadegholvaad, è cauto sulla proposta di «restrizione territoriale» dei drink: «Non credo si possa immaginare qualche disposizione o normativa che imponga alle persone di bere solo in certi luoghi, vietando parchi o lungomare, come vorrebbe la Fipe». Ritiene «più fattibile» la riduzione di orari: «Ma attenzione, riguarderà poi anche piadinerie e pizzerie al taglio». L’assessore ribadisce che «il Comune sta elevando contravvenzioni pesanti, da 6.600 euro l’una, ai commercianti che violano gli orari”, il Resto del Carlino (p.3).


Spiagge: quando costa mettere piede sopra la sabbia?


Continua il viaggio di Manuel Spadazzi, il Carlino, di lido in lido per verificare quanto costi andare al mare a Rimini, oltre a ombrellone e lettino. “Nel bagno di Mussoni a Viserbella da anni chi vuole usare il compressore per gonfiare materassini, salvagente e braccioli paga 20 centesimi. Finita? Macché. Alcuni hanno messo pagamento pure i giochi dedicati bambini, chiedendo fino a 2 euro. Manco fossimo a Fiabilandia… A pagamento, in alcuni stabilimenti, ci sono la palestra e la vasca idromassaggio. Tutti servizi che fino a poco tempo fa erano di norma gratuiti” (p.2).


Le facce della crisi


Alberghi tristi. “E’ un’estate amara quella che si sta profilando agli occhi di albergatori ed operatori turistici in genere. La diagnosi della malattia: presenze attestate a meno 30% sull’anno precedente, con un giugno decisamente deludente, per non dir peggio, e un inizio di luglio che non sembra aver tratto beneficio dal traino degli eventoni Molo Street Parade e Notte Rosa”, La Voce (p.11).


Neanche i Casetti fanno il pienone. “«Sia chiaro, il numero dei detenuti resta sempre sopra a quello della capienza massima prevista per la nostra struttura — prosegue Picini —: siamo intorno ai 190 detenuti, a fronte di una capienza che prevede al massimo 160-170 persone». «Ma durante la stagione estiva — continua — da tantissimi anni a questa parte, come peraltro periodicamente emerso anche sugli organi di stampa, ‘viaggiavamo’ ampiamente oltre i 250 detenuti, più spesso intorno ai trecento”, il Carlino (p.5).


Il premio per i dipendenti risparmiosi


Ipotesi di accordo tra sindacati a comune sulla produttività: si passa da 900 lordi a testa del 2011 a 1.050 per il 2012 (nel 2010 la quota era di 1.260). “Brasini ricorda anche come «la soluzione che ha consentito di raggiungere l’accordo sia stata individuata in una gestione virtuosa delle risorse finanziarie: le risorse aggiuntive stanziate per incrementare il Fondo deriveranno infatti, oltre che da una contemporanea riduzione del fondo della dirigenza, anche dalla realizzazione di appositi progetti di risparmio nell’anno in corso e in quelli successivi»”, Nuovo Quotidiano (p.8).


Di fronte al fatto i sindacati non la pensano uguale.
«Si tratta di un’intesa – si lamenta Raniero Sebastiani della Uil Fpl- da noi subita più che condivisa. E’ vero, l’aumento c’è stato, ma non lo riteniamo assolutamente sufficiente. Volevamo infatti che si ritornasse ai livelli di 2 anni fa, prima cioè del taglio secco al Fondo di circa 1.000.000 euro operato dall’amministrazione l’anno scorso», NQ (p.8).
“«Gli altri Comuni dovrebbero prendere esempio da quello di Rimini». Elisabetta Morolli, segretario generale della Funzione pubblica della Cgil di Rimini, è pienamente soddisfatta dell’accordo”, Corriere (p.6).


Aeradria


Tira aria di taglio delle teste, La Voce di Romagna (p.13). Scrive Paolo Facciotto: “Si stanno susseguendo, in questi ultimi giorni, vari incontri fra i soci di Aeradria, in particolare fra i soci forti, cioè gli enti locali e le istituzioni, come Provincia, Comune e Camera di Commercio ...Aeradria non è “bancabile”, dicono gli esperti di bigliettoni verdi... In questa delicata situazione, i soci pubblici stanno facendo la voce grossa: noi mettiamo tutto quello che possiamo, ma a condizione di un cambio ai vertici, questa secondo indiscrezioni sarebbe la loro richiesta. In una posizione intermedia si trova la Camera di Commercio: no alla sostituzione di Masini e del CdA, sarebbe traumatico, sì a una profonda revisione della società, è il pensiero di via Sigismondo…uno dei motivi che mettono in forse la riconferma di Massimo Masini, è la sua indipendenza dai vertici del Pd. L’ex sindaco di Riccione, a proprio agio nelle mediazioni e nel dialogo a tutto campo, viene ritenuto non omogeneo al tandem Gnassi-Vitali. Per questo c’è chi non esclude il rientro in pista di Nando Fabbri”.


Trc, è il tempo dell’epoché


Sospensione del giudizio, per un po’, di Agenzia mobilità sui 10 milioni da racimolare per andare avanti con la metro di costa. Ieri assemblea consortile per la partecipata. Esito: “La Metropolitana di costa costa quella decina di milioni di euro in più. Il Comune di Riccione non ne vuole sapere di mettere mano al portafoglio e diserta la riunione dedicata alla ripartizione dei soldi. E allora? L’assemblea consortile di Agenzia mobilità decide di rinviare a dopo l’estate quel particolare aspetto della vicenda. In ottobre infatti la partita economica finisce all’interno di un accordo di programma regionale, triennale, dedicato al trasporto pubblico e soprattutto dotato di adeguate risorse economiche. Morale: aveva poco senso andare a litigare oggi su una questione tutto sommato non prioritaria. Anche perchè è già stato detto che i milioni in più sono a carico di Regione e Agenzia mobilità”, Corriere Romagna (p.8).


Ricapitola il Nuovo Quotidiano (p.7): “In pratica, i costi totali per la realizzazione del trasporto rapido costiero sono passati da 92 a 102 milioni di euro. Dieci milioni in più di cui 1,9 sono a causa di un mancato finanziamento da parte dello Stato e 7 milioni di costi aggiuntivi. La Regione si è presa in carico la somma di 4,5 milioni. I rimanenti 3 milioni dovranno essere suddivisi tra Rimini (che pagherà 1,6 milioni), Riccione (673mila) e Agenzia mobilità (761mila)”.


Provincia “unita”


Sergio Gambini affida alla Voce (p.15) le sue perplessità. “E’ una medicina amara, per chi si è battuto per la provincia di Rimini, ma è una medicina migliore rispetto, ad esempio, all’aumento dell’iva ad Ottobre. Perciò trovo incomprensibile la scelta ostruzionistica di alcuni politici locali, per dimostrare le responsabilità di Roma in una sciagura che loro non avrebbero mai consentito. Ansie da Palazzo, per un ceto politico che fatica a convivere in spazi ristretti”.


La consigliera “delittuosa”


Giuliana Moretti (Pdl) beccata con l’auto in sosta sui posti riservati alla polizia, ma non viene multata (a differenza di altri trasgressori là accanto). Si difende su NQ (p.7): “La Moretti non ci aveva fatto nemmeno caso. «In passato quegli stalli erano a disposizione del Comune –spiega -. Ora sono passati alla polizia ma ho sempre creduto che noi potevamo comunque parcheggiare. Oltretutto io l'auto la uso solo quando non ho scelta, vado sempre in bici»”. Ecco, meglio risalire subito in sella.


Campi da calcio


Se volete parlare con l’assessore Gian Luca Brasini cercatelo su Facebook, Corriere (p.9).


Lavoro precario: la psiche non regge


“Attacchi di panico, tachicardie, ansie, sindromi depressive: sono sempre più diffuse le malattie figlie della crisi economica che logorano l’animo ma che necessitano di cure sanitarie. Tanto da portare a un boom di accessi di questo tipo ai pronto soccorsi e pronto intervento della provincia”, Corriere (p.5).