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5 anni in Comune. La pressione fiscale

Mercoledì, 13 Aprile 2016

Nei cinque anni di mandato del sindaco Andrea Gnassi la pressione fiscale del Comune è diminuita, è rimasta sostanzialmente inalterata o è clamorosamente aumentata? È questo un tema al quale i cittadini contribuenti sono sempre particolarmente sensibili e quindi vale la pena approfondirlo.

Stando ai dati dell’Osservatorio regionale sulla finanza locale, la pressione tributaria nel 2011 era di 546,28 euro pro capite. Il 2011 è il primo anno del mandato di Gnassi, eletto nel mese di giugno quando il bilancio preventivo era già stato approvato. Lo si può quindi considerare l’anno zero. Nel 2012 c’è stato un aumento di circa il 10 per cento, e quindi la pressione è diventata di 599,22. Nel 2013 si registra un aumento ben più consistente, il gettito pro capite sale a 772,49. Nel 2014 si verifica un ulteriore balzo: ogni cittadino riminese avrebbe pagato al Comune 841,58 euro di tasse, con un aumento rispetto al 2011 del 65 per cento. Secondo questi dati, la giunta Gnassi, al di là delle ripetute dichiarazioni circa il contenimento di imposte e tariffe e gli sbandierati obiettivi di equità fiscale, avrebbe messo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini.

Abbiamo chiesto all’assessore al bilancio Gian Luca Brasini, tramite l’ufficio stampa del Comune, una conferma o una smentita di questi dati e, nell’occasione, una puntualizzazione sulle linee di politica fiscale seguite in questi anni. Nonostante i ripetuti solleciti, dopo più di una settimana dalla richiesta non è arrivata alcuna risposta. Se mai arriverà, ne daremo certamente conto, intanto dobbiamo basarci sui dati che autonomamente abbiamo ricavato consultando i documenti reperibili sul sito del Comune.

Da questi, emerge una situazione solo parzialmente diversa. Per il 2011 viene indicata una pressione tributaria pari a 332,62 euro, quindi di gran lunga inferiore a quella dell’Osservatorio regionale. Nel 2012 c’è invece un consistente aumento (si passa a 453,43) anche se inferiore a quello indicato dall’Osservatorio. Il 2012 è l’anno in cui viene riscossa la nuova Imu: Rimini decide di applicare l’aliquota dello 0,6 per la prima casa e dell’1,06 sugli altri immobili, per un gettito complessivo di 54,83 milioni di euro. Il Comune decide di applicare l’addizionale Irpef con un’aliquota dello 0,3 per mille (bassa) e di esentare i redditi al di sotto dei 15 mila euro.

E così arriviamo al 2013, che è un anno cruciale perché a dicembre avviene il ritorno dei servizio di raccolta rifiuti in capo al Comune dopo un decennio di affidamento ad Hera. Nel bilancio comunale si aggiunge una consistente voce in entrata (la tariffa pagata dai cittadini) più o meno equivalente alla corrispondente voce in uscita per l’organizzazione e la produzione del servizio. Nello stesso anno l’Imu sulla prima casa va allo Stato e ritorna al Comune sotto forma di trasferimento. Complessivamente le entrate tributarie passano da 88 a 113 milioni. Per ogni singolo cittadino riminese ciò si traduce in una pressione fiscale di 608,32 euro. Il rendiconto comunale specifica che al netto della Tares, è invece di 350,87.

Molto importante è l’anno 2014 perché, in questa girandola di cifre, i dati leggibili sul sito del Comune e quelli dell’Osservatorio tendono a coincidere. Il 2014, va ricordato, è il primo anno di applicazione della Tasi per la prima casa e la tassa per i rifiuti ora si chiara Tari. Bene, la pressione fiscale sale intorno a 840 euro (844 secondo il Comune, 841,58 secondo l’Osservatorio). È evidente che nella cifra è compresa la Tari, peraltro è giusto ricordare che anche quando non era di competenza comunale, i riminesi pagavano il servizio ad Hera e ciò incideva comunque sulle loro tasche.

Quindi dai 332,62 euro del 2011 (senza i rifiuti che si pagavano ad Hera) si è passati agli 844 euro del 2014. Confrontando due anni omogenei, 2013 e 2014, entrambi con i rifiuti in capo al Comune, si vede che i riminesi nel giro di dodici messi hanno dovuto sborsare 230 euro in più.

Non è ancora disponibile il rendiconto del 2015, però il bilancio preventivo aveva indicato il passaggio da 113 a 128 milioni di entrate tributarie. Quindi è immaginabile che la pressione sul singolo contribuente sia aumentata. A metà 2015 era stato peraltro annunciato un aumento della Tari di circa l’8 per cento per coprire una quota del buco di 8,5 milioni nella riscossione del biennio 2013-2014. Per il 2016, anno delle elezioni, l’assessore Gian Luca Brasini annuncia che non ci sarà alcun nuovo aumento: “Il recupero del tributo evaso rappresenta lo strumento principale per garantire l’equità fiscale e soprattutto per continuare nel difficile lavoro di contenimento delle tariffe”. Certamente, ma l’aumento a carico dei contribuenti onesti c’era già stato nel 2015.

L’osservazione sulla pressione tributaria ha come punto di paragone anche l’andamento della spesa. Il Comune si è impegnato in una efficace azione di spending rewiew, in modo da non ricorrere sempre più alla leva tributaria? I rendiconti della giunta mettono in evidenza questo dato ma esso non è enorme rispetto alla capacità di spesa del Comune. Nel 2012 le spese correnti sono calate di 1,3 milioni, nel 2013 e nel 2014 al netto delle spese per la Tari, c’è un ulteriore diminuzione. Complessivamente un risparmio di circa 5 milioni dal 2012 al 2014.

Anche sul contenimento dei costi del personale, che pure è un obiettivo dell’amministrazione uscente, i risultati non sono molto brillanti. Nel 2012 (primo anno di gestione completa) i dipendenti sono 1.139 e i dirigenti 19, nel 2014, invece, 1.165 dipendenti e 23 dirigenti.

E gli investimenti? Nel primo anno (2012) dell’amministrazione Gnassi sono stati particolarmente ridotti (17 milioni), mentre sono saliti nel 2013 (38 milioni) e nel 2014 (43,5 milioni). Una inversione di tendenza dovuta soprattutto ai contributi regionali arrivati per il piano di salvaguardia della balneazione e ai contributi statali del piano città. Le risorse comunali usate, si legge nei rendiconti, derivano principalmente dagli avanzi di

amministrazione. Quindi anche negli anni passati, come nel 2015 (6 milioni) ci sono stati avanzi. Ma non era meglio diminuire la pressione fiscale invece di produrre avanzi?

 

Pressione fiscale del Comune di Rimini secondo l'Osservatorio regionale

2011

546,28

2012 599,22
2013 772,49
2014 841,88

 

Pressione fiscale secondo i dati del Comune di Rimini

2011 332,62
2012 453,43
2013 608,32
20114 844

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