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La Lega veste Pecci con la felpa. "Forza Italia? Vale il 5/6 per cento"

Sabato, 23 Gennaio 2016

La Lega veste Pecci con la felpa. "Forza Italia? Vale il 5/6 per cento"

Per Jacopo Morrone, segretario romagnolo della Lega, il dialogo con i potenziali alleati per ricucire la coalizione di centrodestra si riduce all’invito ad accomodarsi al tavolo già da lui apparecchiato e al quale siede, in mezzo ai giovani leghisti, l’avvocato Marzio Pecci, anche lui con la sua bella felpa bianca con la scritta RIMINI.

 

In attesa che l’inventore della felpa come strumento di messaggio politico, Matteo Salvini scenda a Rimini (è atteso per metà marzo), la Lega ha presentato il suo candidato, ribadendo che non c’era più tempo da aspettare se si vuole conquistare Palazzo Garampi. Seguirà a ruota una lista civica leghista in appoggio a Pecci. E Forza Italia? E Fratelli d’Italia? E tutto il resto del civismo riminese, pure interessato a mandare a casa Andrea Gnassi?

 

Morrione cita il coordinatore regionale azzurro Palmizio che lo invita ad avere pazienza perché “si stanno organizzando”. Ripete che le porte sono aperte e che comunque lui non ha mai ricevuto dai potenziali alleati proposte serie sui nomi. “Si è parlato anche di persone che manco sapevano di essere candidate”. Concede che è stato fatto il nome di una imprenditrice (Linda Gemmani, ndr) per la quale se vuole ci può essere un posto da vice sindaco e da assessore. Ed anche il candidato sindaco Pecci (“Finora non ho partecipato alle trattative politiche, adesso ne sono investito anche io”) innalza con nonchalance il proprio muroe fa capire cosa intende la Lega per dialogo. “Forza Italia? La sua classe dirigente vale il 5/6 per cento dell’elettorato e quindi fa fatica a trovare un candidato. Fratelli d’Italia? C’è Gioenzo Renzi che vuole correre per la quarantesima volta”. Complimenti che fanno capire che la Lega ha voluto mostrare i suoi muscoli, anche con qualche boutade tipicamente salviniana. “Sono convito che riusciremo ad arrivare al ballottaggio anche da soli”, ha assicurato Pecci. E alla precisa domanda, se la Lega sarà disponibile a rimettere tutto in discussione di fronte ad un eventuale nome forte proposto da altri partiti e civici di centrodestra, Morrone risponde che a Rimini ci vince con una squadra, non con un uomo solo al comando, che Pecci è il coordinatore di questa squadra. Dopo la conferenza stampa era comunque in programma un incontro con Giulio Mignani, coordinatore provinciale di Forza Italia.

 

Il candidato sindaco ha speso ancora molte parole che rivendicare il titolo di riminese. “Mio padre era di Rimini, così come i miei nonni. Conosco la città attraverso il mio studio legale, attraverso le persone che si rivolgono a me ho un preciso quadro dei problemi che vivono”. Ha quindi fornito qualche particolare del programma. Al primo proposto, ovviamente, sicurezza e microcriminalità, da combattere con telecamere e presidio del territorio, mandando sulla strada gli uomini delle forze dell’ordine che stanno negli uffici. Pecci, in nome della trasparenza amministrativa, promette che ai cittadini saranno date “risposte certe entro uno o due giorni”. Parla di una città ingessata da oltre cinquant’anni, dell’economia che non va bene perché negli ultimi tempi hanno chiuso 1400 partite IVA, del turismo che va rilanciato attraverso la cultura (la “Rimini romana e medievale”) e legando gli eventi effimeri al patrimonio culturale. Si spinge a immaginare l’abbattimento della frattura fra la città turistica e il centro storico (il “muro” della stazione) ma non spiega come.

 

Il programma completo, informa, lo leggeremo fra un mese. Intanto avverte che parte la campagna elettorale casa per casa.

In sala nessun esponente di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, di Dreamini, di Progeto Rimini. Solo l’ex grillino Luigi Camporesi che sabato prossimo presenterà la sua lista, ma senza l’indicazione del candidato sindaco, in attesa degli eventi. Fra il pubblico anche un iscritto al Pd che prende la parola per dire che quanto detto da Pecci su turismo e cultura è già stato fatto da Gnassi. Morrone si scalda e chiude bruscamente la conferenza stampa. Tutti in piazza a fare la foto della squadra con la felpa bianca.

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