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Il ritorno di Zafra. Lo storico gruppo musicale riminese di nuovo sul palco

Martedì, 24 Novembre 2015

6bIl ritorno di Zafra. Lo storico gruppo musicale riminese di nuovo sul palco

 

 

Il primo spettacolo è andato in scena il 4 aprile 1973 al Teatro Novelli di Rimini. Il titolo era Si compran le cose, gli uomini no, primo appuntamento di un ciclo di spettacoli e incontri che portava il nome Storie di popolo e lotte di liberazione. Il volantino che pubblicizzava l’evento spiegava che si trattava di un recital di canti latino americani per un incontro con la storia e la vita dell’America Latina attraverso le sue canzoni. Su palco il gruppo Zafra.

 

È l’inizio di una storia lunga più di quarant’anni, nella quale grandi periodi di vivacità si sono alternati a lunghi silenzi. Ed ora, dopo un di questi silenzi, domenica 29 novembre il gruppo vocale-strumentale Zafra torna sul palcoscenico. L’appuntamento è a Cesena alle 15,30 al Teatro Verdi. Come per le reunion delle star del rock, è già cominciato la corsa di chi non si vuole perdere l’evento. (ecco dunque la e-mail alla quale prenotarsi in tutta fretta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Oltretutto lo spettacolo ha uno scopo benefico: sostenere le campagne di Avsi (ente no profit) in diversi paesi del mondo dove si vive l’emergenza profughi.

 

Ma chi sono gli Zafra? Tutto comincia in modo assolutamente imprevedibile. «All’inizio degli anni Settanta, dopo il matrimonio, – racconta Marina Valmaggi, cantautrice di musica religiosa e musicologa - a Riccione ho dato vita ad un piccolo gruppo per la liturgia, insieme a persone con cui ero in rapporto. C’erano Rossella Bilancioni, che era mia alunna a scuola, Gabriella Mazzoli, Laura Amati, Ciro Picciano, Cristina Seguiti, Anna Siciliano, Paolo Pasini; per un po’ sono venuti anche Roberto Grotti, mio marito Rori e l’amico “Spigolo”. Ci chiamammo GPR, una sigla che stava per Gruppo Polifonico Riccione. Con questo gruppo facemmo una registrazione dei canti del movimento di CL (“Cantate al Signore un canto nuovo”) e il disco Voi ch’amate lo criatore con i canti della Via Crucis. Don Giancarlo Ugolini, il sacerdote che guidava CL a Rimini, al quale noi tutti facevamo riferimento - disse: sì tutto bello, ma non è qualcosa che può aggregare i giovani, non è missionario. Don Giancarlo era così, sfidava sempre, grazie alle sue continue sfide mi sono messa anche a studiare musicologia. Nel 1971 avevo accettato l’invito dei ragazzi di Gioventù Studentesca a guidare un gruppo di studio sull’espressività. Lavorammo su Basta! Storia rivoluzionaria dell’America Latina attraverso la canzone (di Meri Franco Lao, pubblicato dalla Jaca Book). Nel 1973 ho approfondito Basta! con alcuni studenti del liceo scientifico Volta di Riccione, con amici di mia sorella Guya e con il GPR. Scegliemmo 18 canzoni e costruimmo uno spettacolo». Era appunto Si compran le cose, gli uomini no. Il nome GPR però apparve non adatto, in tutta fretta fu trovato Zafra che significa "raccolta della canna da zucchero", lavoro comunitario per eccellenza. Era stata coinvolta anche la Jaca Book per avere una presentazione di Meri Franco Lao. Lei arrivò, assistette alle prove e sentenziò che le esecuzioni non avevano veramente un sapore sudamericano. Quindi in giornata furono cambiati tutti i ritmi. La sera dello spettacolo fu un grande successo, tanto che si programmò subito una replica per il giorno dopo. Due bambini in scena leggevano, da libri scolastici, brani della storia ufficiale dell’America Latina... seguiti dalle canzoni che li smentivano. Era presente Guido Orsi, direttore amministrativo della Jaca Book, che propose di fare il primo disco con l’etichetta della casa editrice. Nacque così l’ EllePi Cicatriz, e gli Zafra a volte furono chiamati con questo nome.

«Dopo il golpe cileno e il successivo arrivo in Italia degli Inti Illimani, - ricorda Valmaggi - la musica latino americana andava forte. Cominciarono a chiamarci da tutte le parti: centri culturali, scuole, feste dell’amicizia. Noi, che pensavamo che dopo lo spettacolo saremmo tornati a fare un gruppo polifonico per la liturgia, fummo trascinati dagli eventi in una nuova avventura. Zafra da provvisorio diventava un gruppo stabile, con molte difficoltà perché erano quasi tutti studenti. A quel punto ci siamo accorti che non bastava Cicatriz, dovevamo produrre qualcosa anche nella nostra lingua, trasmettere un messaggio più nostro. Cominciammo a tradurre canzoni come Grazie alla Vita e Al final e realizzammo così lo spettacolo Grazie alla vita, che era ancora a metà tra la protesta, la denuncia e la speranza».

 

Lo spettacolo dell’identità arriverà con Mecchano, una sorta di parodia della cultura moderna il cui meccanismo si inceppa e riprende a funzionare solo nella riscoperta del senso religioso e della tradizione. Lo spettacolo si avvalse della consulenza del regista Enrico Vincenti (conosciuto da Marina attraverso O.Cri.Com (Operatori Cristiani Comunicazione) e del mimo Ilza Prestinari. Con Mecchano, Zafra fece una cinquantina di piazze in Italia. Nel 1975 si apre anche la strada del cabaret con Arfaz (la parola, che è Zafra letto alla rovescia, nel dialetto romagnolo significa “rifaccio”, ovvero “faccio il verso”) che debutta alla Festa del giornale “Il Barbaro” al parco della Galvanina. Il 17 giugno 1976 Zafra fece uno spettacolo a Roma per i dirigenti della Rai. Piacque molto e l’esito fu un passaggio a Domenica in. Nell’agosto del 1977 fece tre serate al Teatro Romano di Verona con un programma di musiche internazionali. Nel 1978 il gruppo andò in tournée in Argentina, portato dall’Enit e dalla Società Dante Alighieri, proponendo un repertorio di canti popolari italiani. Gli fu inoltre dedicato uno special su RAI1.

 

Si arriva così al 1979, l’anno della pausa e del ripensamento. «L’impegno era diventato intenso, provavamo quasi tutti i giorni. Nessuno però pensava a una prospettiva professionale, nessuno voleva vivere viaggiando, senza formarsi una famiglia». La prima edizione del Meeting, nel 1980, è l’occasione per ritornare sulle scene. L’anno successivo Zafra è protagonista della lettura dantesca di Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer in piazza Cavour a Rimini. Poi arrivò nel 1982 La morte dell’eroe per la regia di Orazio Costa Giovangigli, e nel 1983 Amor de caritate. E fu proprio Costa a proporre uno spettacolo impegnativo, con testo di Bruno Sacchini e musiche di Roman Vlad, uno dei più grandi musicisti a livello internazionale. «Era una prospettiva inimmaginabile, ma voleva dire mesi di presenza a Roma e a Parigi. Ci spaventammo e non se ne fece niente».

 

Ma fu come un brusco risveglio: si constatò che era pressoché impossibile conciliare il lavoro di ciascuno, la vita familiare e l’impegno artistico. Da quel momento, Zafra tacque per molti anni. Ci fu una ripresa, poi ancora silenzio. Ed ora il ritorno di domenica 29 novembre a Cesena. Sul palco ci saranno molti del gruppo storico: Marina e Guya Valmaggi, Laura Amati, Cristina Seguiti, Rosella Bilancioni, Gabriella Mazzoli, Elena Granata, Emanuela Ricci, Daniele Donati, Angelo Casali, Ciro Picciano, Franco Alaimo, Gabriele Castellani, Romeo Zammarchi, Franco Gabellini, Anacleto Gambarara e Marco Balestri. Saranno eseguiti i brani più significativi del suo repertorio storico.

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