Un anno del sindaco_1

Giovedì, 31 Maggio 2012

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Un anno del sindaco_1


Quale sia il futuro della città di Rimini nessuno può saperlo. Per capire invece la gravità della situazione attuale, basta vedere come l’assessorato provinciale al turismo si sia affrettato a pubblicare i dati degli afflussi turistici del trimestre invernale che pur non hanno nulla di significativo; solo per poter dire che siamo ancora vivi.


Da parte sua il sindaco Gnassi, dopo molti mesi di attendismo - reale o solo percepito che sia dai cittadini che amministra -, sembra voler approfittare dell’uscita dai mesi estivi per rifarsi. Certo, che un primo cittadino si entusiasmi così tanto per dj, chioschi in spiaggia e concerti fa un po’ sorridere, ma tant’è; e poi un certo slancio è ciò che ci si aspetta da chi governa, anche per provare a ritrovare, o solo per fingere, quella fiducia che serve a lavorare e a intraprendere.


Forse gli si potrebbe chiedere qualche sforzo in più nella condivisione degli obiettivi e degli strumenti, ma questo è ciò che farebbe un sindaco che si comportasse secondo i canoni della politica tradizionale. Gnassi sembra avere fatto un’altra scelta e imboccato la sua strada di un governo in solitaria, molte idee (le sue) e poche discussioni: del tipo chi vuole mi venga dietro; una sorta di battaglia personale come “in missione per conto di Dio”. E la vicenda della non convocazione del consiglio comunale ne è l’emblema.


Magari è una novità rispetto alla ritualità stantia della politica, o invece solo una presunzione destinata a travolgerlo. Gnassi è stato fin qui uomo politico anche fortunato. I risultati lo diranno.
Ad oggi possiamo dire che, dal sogno di “Rimini come Friburgo” all’annuncio della Molo Parade, di visione d’insieme e di approccio strategico al futuro della città non sembra essere rimasto molto. E che sia per l'obiettiva difficoltà oppure perché travolto dalle sue stesse idee non è facile capirlo.


Come sia, e qui ritroviamo il secondo aspetto caratteristico del suo primo anno di Amministrazione, l’atteggiamento di uomo solo al comando e la sua "iperattività creativa" lo portano a considerare quasi come accessoria anche tutta la società civile. Al massimo, un campo di applicazione delle proprie idee.


Così, se da una parte l’opposto simbolico del governo Gnassi è il consiglio comunale e l’insieme dei partiti, con la casta arretrata che non capisce e non sa adeguarsi ai tempi, dall’altra ad esserlo è il Piano Strategico, il cui tratto principale almeno teorico è proprio quello del coinvolgimento di tutti gli attori sociali.


Insomma, il primo anno del sindaco sembra una specie di lunga scommessa solo con se stesso.


Davanti a tutto questo, come tutti, anche noi speriamo che Rimini riesca a superare questo momento tanto difficile. Così come, anche noi, vorremmo lasciarci dietro le spalle ritualità inutili, rappresentanze solo di facciata, vedere un po’ di ricambio.
In ogni caso, qualsiasi sia il risultato che Gnassi riuscirà a ottenere, ognuno in città (i protagonisti del Piano o gli altri attori della scena pubblica e politica) deve scegliere se continuare a guardare il sindaco con sufficienza e intanto aspettare di vederne consumare poco a poco la fortuna, oppure provare a cambiare passo, cominciando a rischiare in proprio idee e poltrone.
Così costringendo il sindaco a doversi misurare non solo con se stesso o con delle figurine da album cittadino ma con altrettanti protagonisti.


Ultima modifica il Venerdì, 01 Giugno 2012 10:30