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Rimini | Scavi Galli, Curina (Soprintendenza): come abbiamo trovato la basilica

Giovedì, 13 Agosto 2015

2bRimini | Scavi Galli, Curina (Soprintendenza): Come abbiamo trovato la basilica

 

Cosa c’è sotto il Galli? Lo abbiamo chiesto a Renata Curina della Soprintendenza regionale archeologica. “Il comparto ha restituito e continua a restituire - spiega - resti di varia epoca. Si possono distinguere perchè all’interno del Galli, dove stiamo facendo una serie di scavi legati al complesso lavoro di restauro, sono stati fatti rinvenimenti che partono da edifici o resti di età romana fino a edifici rinascimentali. Lo scavo è sceso in profondità arrivando al livello dove si conservano le tracce di Ariminum. Qui è stato individuato un edificio con una grande aula a tre navate e un’abside che chiude un lato”. La basilica paleocristiana di cui oggi ha dato notizia il Comune di Rimini.
“Si è deciso di valorizzare l’edificio creando un’area archeologica apposita che rimarrebbe sotto la platea del teatro. Nell’abside è ancora visibile la pavimentazione originaria in coccio pesto, un tritume laterizio legato con malta. Per la sua particolarità si è pensato di renderlo fruibile. La scoperta è stata fatta tra il 2012 e il 2013”, conferma Curina.
“Tutta la stratigrafia successiva documenta resti di strutture di epoche diverse. Sotto il Galli noi avevamo individuato anche tracce di un isolato di età medievale e rinascimentale, che è stato raso al suolo quando è stata costruita la rocca malatestiana”.
Diverso, spiega Curina, “è quello che ci possiamo aspettare nell’intervento di riqualificazione di piazza Malatesta”. Ma alcune ipotesi si possono fare. “Individueremo perlopiù le strutture relative alla rocca, o alla fase costruttiva, oppure elementi strutturali rasati nel momento in cui è stata realizzata la piazza. La rocca aveva, per esempio, un fossato con ponte levatorio, il sistema difesivo classico”. Un castello in piena regola, ma “è chiaro che fossato e murature che lo cingevano, con tutti gli elementi esterni, sono stati rasati e coperti, per cui asdesso abbiamo una piazza che è un’altra cosa rispetto a quello che era”.
Gli archeologi si sono portati avanti. “Abbiamo fatto una serie di sondaggi lo scorso autunno per capire la stratificazione archeologica. Abbiamo individuato alcuni punti, tra cui il fossato e altre strutture che comparivano nei vecchi disegni. Abbiamo usato un mezzo meccanico per asportare lo strato superficiale dell’asfalto senza andare troppo in profondità perché le stratigrafie appaiono poco sotto. Lo scavo serve per riprogettare in maniera puntuale la riqualificazione della piazza”.
Anche se “non possiamo dire cosa troveremo in realtà. Potrebbero essere state operate distruzioni radicali in passato che potrebbero aver trasformato quanto rappresentato nei disegni. Alcune strutture si troveranno, ma potrebbe trattarsi della sola traccia delle murature: il materiale edilizio potrebbe essere stato portato via per essere riutilizzato”.
Sarà, comunque, “importante acquisire la documentazione di quello che si è conservato per ricostruire le parti mancanti. Dopo di che si potrà anche decidere di ricoprire tutto perchè quello che si lascia aperto deve essere leggibile e ha inoltre dei costi di mantenimento. Se i resti non sono leggibili è meglio creare in superficie un apparato multimediale che permetta di vedere come gli edifici si presentavano alla loro epoca”.
Questo vale anche per i resti del Galli che non saranno visibili. “Per il Galli abbiamo predisposto video che aiuteranno a leggere i vari periodi storici. I video ricostruiscono quello che noi abbiamo trovato solo in fondazione e, quindi, lo rendono comprensibile a tutti”, annuncia Curina.
“Il territorio regionale - concludono dalla Soprintendenza - è estremamente ricco di storia, come tutta l’Italia. Rimini è stata fondata nel 268 ed è insieme a Piacenza la città più antica, quindi è ricca di informazioni dal punto di vista storico-archeologico”.

 

teatro galli 2


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