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5 domande a chi vuole candidarsi contro Gnassi

Venerdì, 24 Luglio 2015

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Cinque domande per chi voglia fondare una lista o una coalizione alternativa al Pd. In vista delle prossime (e vicine) elezioni comunali a Rimini

Solo alcuni appunti, nati dalle dichiarazioni raccolte durante l’anno e un po’ dagli articoli sulla vittoria delle opposizioni a Riccione, Bellaria e Coriano. Forse solo un gioco ad uso del perfetto oppositore, da fare, come si usa d’estate, sotto l’ombrellone. In attesa dei giochi decisivi che riprenderanno a settembre.

 

Domanda preliminare. È possibile per le attuali opposizioni arrivare al ballottaggio oppure il candidato del Pd vincerà al primo turno?

Se rispondete di no, che le opposizioni non ce la faranno e non ci sarà un secondo turno, beh, meglio che abbandoniate questa pagina e vi dedichiate a cose più utili. Se invece pensate che sarà addirittura una delle liste dell’attuale opposizione a vincere al primo turno, aspettiamo di conoscere quale sia il segreto politico che custodite. Intanto andiamo avanti.

 

1. Qual è l’argomento decisivo da opporre al prossimo candidato sindaco del Pd per eroderne la credibilità presso gli elettori e costringerlo al ballottaggio?

Per rispondere a questa domanda occorre un po’ di onestà, non fatene difetto. Inutile parlare di città immorale e insicura, di città immobile o cose simili, siamo ancora troppo sull’astratto. Non servono con gli elettori. La verità è che a Rimini non esiste al momento attuale una “madre di tutte le battaglie” come è stato il TRC a Riccione; uno stendardo sotto il quale l’opposizione possa raccogliere le tante e varie espressioni di dissenso e di sfiducia contro l’Amministrazione attuale. C’era, una volta, ed era il “mattone”; e tutti si ricordano il clima di rivolta a destra e a sinistra contro la gestione Melucci del territorio. Ma l’attuale sindaco, già dall’inizio del proprio mandato, ha ben pensato di disinnescare l’argomento prima che qualcuno di credibile potesse usarlo.

Fino a qualche tempo fa si poteva anche sventolare il fallimento prossimo venturo del sistema cittadino (fiera, palas, aeroporto, …), tesi ancora sostenibile per l’aeroporto, ma il “santo subito” Lorenzo Cagnoni sta lavorando come si deve per salvare la poltrona (e i debiti) di quelli di Palazzo Garampi, anche se non li stima poi gran che.

Forse l’unico vero tema che abbia una certa epica, che possa diventare argomento di tutti, dai bar alle scuole, e nel quale ci si possa riconoscere con facilità, è quello della legalità. Materia ce n’è e gli eventuali rinvii a giudizio per l’affare Aeradria potrebbero essere l’abbrivio di una campagna importante. Ma non può essere un argomento per tutti. Difficile che liste civiche e partiti di centrodestra (che dovrebbero mostrarsi garantisti) possano sottrarlo ai 5Stelle. Se la campagna prenderà questa piega, il candidato del Pd rischierà il posto e ad avvantaggiarsene potrebbe essere direttamente il movimento di Grillo.

Nel gioco delle attribuzioni, alla Lega dovrebbe invece andare per diritto il tema dei profughi e degli extracomunitari. Ma Rimini è città strana, l’unica nella quale gli albergatori si lamentino perché gli siano restituiti i “loro” profughi (d’altra parte, in riviera, questa è un business già imparato ai tempi della II guerra mondiale). E se la Lega si lascia attirare, come accade in questi giorni, in uno scontro con chi potrebbe essere suo alleato di alternativa, forse ne avrà anche la beffa.

Ma chissà, forse basterebbe chiedere ai riminesi se davvero vogliono abitare la città che vagheggia il loro primo cittadino, con quel che di moderno, di posti giusti, di narrazione e storytelling, di teatro che dialoga con il castello, … Ma questo probabilmente vale per chi vuole essere ancora più snob di lui. Comunque pochi.

 

2. Dopo aver risposto cosa pensate voi, che in fondo conta poco, riuscite a immaginare e a dirci cosa pensa la città di Rimini (cioè i suoi abitanti) dell’Amministrazione attuale?

Di solito, non si vincono le elezioni con quello che si pensa di intelligente, ma riuscendo a cogliere il sentire di una città. E per farlo occorre ascoltare. Tanto più che Rimini non è un paesotto, ed è difficile distinguere gli umori dominanti fuori da quelli della propria cerchia di conoscenze. Se esista un sentimento di ripulsa o invece di entusiasmo verso il sindaco in carica è infatti questione tattica dirimente per una lista che punta all’alternativa. E poi se esista un cambiamento in corso del sentimento che la città ha di sé (una sorta di proiezione positiva del proprio sviluppo): ché questo sarebbe un punto non da poco a favore dell’avversario. O se invece la città senta i discorsi di chi la guida come un diktat (copyright bagnini), un campionario per esercizi di satira (vedi youtube) o una lima sorda, come si dice da noi, da evitare.

 

3. Ma allora, qual è l’argomento decisivo, per una lista di alternativa, da proporre agli elettori per conquistarsene la fiducia?

Facciamo così, evitiamo anche qui gli slogan inutili. Amare Rimini, Vincere per Rimini, Cambiare Rimini, Liberiamo Rimini, non dicono molto agli elettori e non scaldano il cuore di nessuno. Gli argomenti più consueti nel dibattito sono quelli basati

(a) sull’intelligenza dei proponenti e del loro programma (ma è difficile che questo possa portare gente a votare, soprattutto al ballottaggio, cioè quando conta),

(b) sul controllo dei politici e della loro tendenza a spendere e spandere soldi (ma l’onda antipolitica non incanalata già dai grillini quanto vale oggi?),

(c) su un metodo di lavoro condiviso come quello che sarebbe stato sperimentato con il Piano strategico (ma nessuno della massa degli elettori sa cosa sia).

Probabilmente solo un carattere identitario, nella quale cioè far confluire sentimenti condivisi da tanti e il loro sogno di una città diversa, resta l’unico modo per raccogliere consensi importanti per una lista civica. Ma in questa marea di liste già costituite, c’è ancora posto per una lista in cui sia possibile trovare un punto di corrispondenza popolare? Non lo sapete? Fa niente. Male che vada, nel carnet elettorale, un po’ di spazio per una Rimini come Reykjavik, come Brno o come San Marino, si trova sempre. Altro?

 

4. Qui si arriva al tema del candidato. In quanto fondatore di una compagine oppositiva che mira all’alternanza, lei è disposto a farsi dire chi sarà il candidato sindaco dell’opposizione dalla Lega Nord, partito di Pini e di Salvini?

Certo, può sempre pensare di cercarne uno in proprio e fare in modo che la Lega se ne innamori, che glielo chieda in prestito; fargli credere, a Pini, che sia un’idea sua. Ma la questione in soldoni è se, caro oppositore, lei vuole vincere o invece solo partecipare. Perché le regole sono chiare: c’è un solo posto per il ballottaggio (l’altro è del Pd, anche se si candida con un usciere della Coop) e questo posto se lo giocano il Movimento 5Stelle (con il suo 20-25%) e tutti gli altri; che naturalmente possono pensare di prenderselo solo se vanno tutti insieme. Quindi, se il centrodestra non arriva con un candidato unico alle elezioni, al ballottaggio ci vanno i grillini (e non è che siano il demonio, è solo per chiarire la questione).

A proposito di grillini, loro, hanno un problema diverso. Nel mondo del centrodestra bisognerà riuscire a far convergere tutti su un unico candidato (e in questo il realismo politico conterà più dei talenti del candidato stesso); invece in campo grillino occorrerà individuare una figura, diciamo così, moderata, in grado di non spaventare l’elettorato medio e capace di mantenere i propri voti al ballottaggio. Facile a dirsi, ma non è detto che anche tra i grillini la voglia di vincere sia la molla principale delle decisioni; può anche essere che vinca una linea di identità e testimonianza e la scelta del sindaco vada dunque in questa direzione. Stessa cosa per una lista che decida di partecipare alle elezioni solo per portare a casa un risultato di immagine da non spartire con nessuno.

Quindi, più degli altri, il tema della scelta del candidato da appoggiare svelerà i pensieri di molti cuori dell’opposizione. Il che ci porta alla domanda successiva.

 

5. Ma lei vuole solo vincere o le interessa anche abbattere 60 anni di “potere comunista” quasi ininterrotto, che se anche non mangiano più i bambini però, insomma, adesso basta?

In pratica, nel caso la sua lista non riuscisse ad arrivare al ballottaggio, lei è disposto a votare il candidato che si opporrà a quello del Pd chiunque esso sia? oppure penserà che un Pd è sempre meglio, ad esempio, di un grillino o di un leghista, ché almeno sai come trattarlo e come “farci i conti”? oppure, ancora, penserà che Rimini ha perso la sua occasione per avere finalmente un sindaco capace e generoso, cioè lei, e resterà sdegnato a casa invece di partecipare con il proprio voto al ballottaggio?

Da parte nostra, come ben si capisce da quanto abbiamo già scritto, pensiamo che per la più parte, Gnassi, se sarà lui il candidato del Pd, può perdere la partita solamente giocando contro se stesso; cosa nella quale sembra si sia già messo d’impegno. Ha già contro i suoi, le categorie; e anche tra gli imprenditori… Il carattere gli aliena simpatie, così come la sua aria di illuminato signore post-moderno che sa, e solo lui sa, quale sia il bene dei cittadini. Vedremo se arriverà fino a mettersi contro il sentimento di tutti: ché al tempo dei social – le reazioni alle cartoline di Cattelan ne sono la dimostrazione – è cosa abbastanza semplice e soprattutto rapida ad accadere. E allora una risata lo seppellirà. Forse.

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