Rimini | Lutti laici, l'ex sindaco Chicchi chiede la sala del commiato
L'ex sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi ripropone, a partire dalla riflessione sulla recente scomparsa dell'antiquario Maurizio Balena, il tema della sala del commiato per di Rimini.
"La recente scomparsa di Maurizio Balena, spirito laico e libero, propone una riflessione sul tema del distacco da chi non è religioso", scrive Chicchi. "Quando amministravo la città, negli anni novanta, solo le autorità cittadine defunte disponevano di una cerimonia laica; veniva allo scopo allestita la sala “degli Archi” in piazza Cavour. Non ricordo, in quegli anni, una domanda sociale diffusa di un luogo laico a ciò dedicato, come invece accade oggi".
Spiega l'ex sindaco come, "il commiato non può svolgersi degnamente nella “camera ardente” del Cimitero, come accaduto con Maurizio, né in futuro nel cosiddetto “Tempio crematorio” che, al di là del titolo vagamente cinico, mette insieme una funzione “tecnica”, come la cremazione, ed una civile, come il commiato".
Il cattolicesimo "ha ritualizzato la morte nella convinzione che essa sia un rito di passaggio ad un’ulteriore vita in cui il defunto è premiato se è stato virtuoso. Il rito cristiano inoltre è funzionale all’affermazione del “potere del perdono”: anche chi ha peccato può essere salvo con la mediazione della Chiesa.
Chi credente non è, vede nella morte un ritorno alla natura sotto altra forma chimica. Il premio e il castigo si sono manifestati in vita, nelle virtù o nei limiti della persona scomparsa; il giudizio spetta solamente a chi l’ha conosciuta e a chi l’accompagna alla tumulazione o alla cremazione. Con Leopardi possiamo dunque dire:”…in te morte si posa/nostra ignuda natura”. L’apparente semplicità della concezione laica della morte accentua, se possibile, il valore dei riti di commiato che si concludono in se stessi e sono privi della mediazione di autorità deputate al perdono o alla condanna".
E' per questo che Chicchi sposa "la richiesta avanzata da molti cittadini di disporre nel centro storico, dove si misurano le virtù civili, di un luogo degno del distacco dalla vita di chi è laico. E’ stata di recente liberata dalla funzione di aula del Consiglio provinciale, la sala di Santa Maria ad Nives, in corso d’Augusto, un tempo proprietà del Comune di Rimini, concessa alla Provincia nel lontano 1995 all’atto della nascita. La sala non costa nulla, è centrale, è fornita di servizi, i parcheggi delle Mura e del Ponte sono a due passi ed è degna di ospitare il commiato di chi non sceglie il rito religioso. Esistono altre ipotesi, questa appare però la più praticabile se le civiche istituzioni intendono affrontare il problema con rapidità e consenso".