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Breve guida ai referendum. Parla Innocenti (Iniziativa Radicale)

Venerdì, 20 Settembre 2013

10bBreve guida ai referendum. Parla Innocenti (Iniziativa radicale)

 

"I due referendum sulla responsabilità civile dei magistrati sono importanti perché è giusto che un magistrato in caso di colpa grave ed errore ne sia responsabile di fronte ai cittadini sia sotto l'aspetto economico (attraverso dei risarcimenti), sia rispetto alla sua carriera: non è giusto che chi sbaglia possa avere accesso a determinate cariche come attualmente accade", spiega Ivan Innocenti di Iniziativa radicale.
Altro grosso nodo da sciogliere quello della divisione delle carriere, ovvero mettere di fronte i magistrati alla scelta di fare o i giudici o i pm. "Questo - sottolinea Innocenti - per spezzare il conflitto d'interesse che si viene a creare quando due magistrati possono trovarsi a ricoprire vicendevolmente in due diversi processi i ruoli di giudice e pm. In tutti i Paesi dove la giustizia funziona le carriere sono separate".
C'è poi il referendum sui magistrati fuori ruolo, "una questione che vogliamo abolire o ridurre enormemente. Nel Ministero di grazia e giustizia lavorano 400 magistrati distaccati. Perché? Producono delle leggi. Vale a dire che ci sono dei magistrati che scrivono quelle leggi cui saranno sottoposti essi stessi. Mi domando: dove è la separazione della carriere? Questa è una cosa inaudita: chiediamo che finisca. Anche perché visto che ci sono 10 milioni di processi pendenti, forse sarebbe meglio che queste persone andassero a smaltirli curando gli interessi dei cittadini. Faccio anche notare come in Italia la politica in realtà non sia separata dalla magistratura, dal momento che siamo in presenza di magistrati che siedono in un ministero".  
Referendum sulla custodia cautelare. "Ad oggi abbiamo più di 30mila persone in carcere senza essere state processate. Si tratta di una quantità enorme dal momento, e da statistiche comprovate si sa che almeno la metà di queste sarà dichiarata innocente. Chiediamo, quindi, che l'utilizzo della custodia cautelare sia più stringente, un'occasione eccezionale, legata a fattori di effettivo rischio".
Referendum per l'abolizione dell'ergastolo ostativo, "ovvero quello per cui non si concede nessun tipo di beneficio al detenuto. Si applica di fronte a una persona che non collabora, ma non sempre di fronte ai personaggi più efferati". Un famoso ergastolano ostativo è Carmelo Musumeci. Lo è perché gestiva bische clendestine e traffico di stupefacenti entrando in conflitto con altre bande rivali, per questo motivo e per la natura della sua associazione è stato condannato in base al 416 bis, senza però avere avuto mai contatti con la mafia siciliana. Fuori dal regime di ergastolo ostativo sta un altro volto noto: Giovanni Brusca. Di sé ha detto: «Ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento (dichiarazione tratta dal libro Ho ucciso Giovanni Falcone, di Saverio Lodato, Mondadori)». Giuseppe, in molti lo ricorderanno a quindici anni fu prima strangolato poi sciolto nell'acido. La sua colpa quella di essere figlio del pentito Santino Di Matteo.
"Chi è all'ergastolo, sono in 1.400, non è detto che sia la persona più cattiva del mondo. Le nostre istituzioni prevedono che il carcere sia riabilitativo e hanno da tempo verificato che il 'fine pena mai' non funziona. L'Europa ha dichiarato l'ergastolo pena inumana e lo Stato del Vaticano un mese fa ha abolito dai suoi codici questa pena che peraltro non usava. Strano come una democrazia, come è l'Italia, non abbia la stessa sensibilità che ha una monarchia, come è il Vaticano".


C'è poi il pacchetto 'diritti civili' che "va sostenuto - secondo Innocenti - perché ha come fondamento la nostra Costituzione, che insieme alla Carta dei diritti dell'uomo, è tradita dalle leggi italiane". C'è il referendum sul divorzio breve (che vuole abolire i tre anni di separazione "per ridurre il carico giuridico e i costi per i cittadini"), ci sono i due referendum sull'immigrazione. "Uno chiede di semplificare l'accesso al lavoro degli immigrati. Chi lo perde, infatti, contestualmente perde la carta di soggiorno ed è messo nelle condizioni di non potersene cercare un altro in modo legale. Sono cioè attualmente in vigore delle norme che fanno sì che una persona cada nell'illegalità invece di tenerla nella legalità, questo non ha senso. L'altro referendum sull'immigrazione chiede l'abolizione del reato di clandestinità che fino a qualche anno fa era amministrativo e poi è diventato penale: stiamo riempendo le carceri di immigrati che sono entrati in modo clandestino".
Al proposito, al di là dei dodici quesiti, Innocenti ricorda anche che "noi come radicali chiediamo l'amnistia, ma una amnistia che non sia di classe. Oggi in carcere in Italia ci sono 65mila persone, mentre ci sarebbe posto per poco più di 40mila. Accanto a questi numeri, però, è necessario metterne un altro: sono 150mila le prescrizioni. Noi sosteniamo che queste prescrizioni corrispondono a una amnistia di classe perché, di fatto, chi ha buoni avvocati (cioè denaro per pagarli) può permettersi di portare il suo processo in prescrizione (scelta facilitata anche dal problema dell'affollamento delle carceri). Di fatto, la giustizia italiana permette già l'amnistia per chi può pagarsela".
Ci sono infine il referendum che chiede di abolire il carcere per i reati legati alla tossicodipendenza e al piccolo spaccio perché "attualmente il carcere è una scuola di crimine, mentre noi per queste persone vogliamo percorsi diversi", e quello sull'8 per mille "che chiede di togliere la quota dell'inoptato ripartita per le confessioni di modo che sia rispettato sia il diritto di chi vuole destinare la quota alla sua confessione, sia di chi non lo vuole".


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