Miramare, il quartiere delle signorine. La rassegnazione dei residenti

Lunedì, 26 Marzo 2012

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Miramare, il quartiere delle “signorine”. La rassegnazione dei residenti


Ci si muove da soli o in gruppo. Con esposti, denunce, decine di telefonate al comando provinciale dei carabinieri di Rimini. Eppure da anni la questione “prostitute a Miramare” non è cambiata di una virgola. Anzi, negli ultimi dodici mesi, è peggiorata. Le “signorine” come le chiamano da queste parti, ci sono, e più di prima: una ogni dieci o cinque metri a partire dalle nove di sera. A nulla è valsa l’ordinanza comunale per il contrasto della prostituzione, o una maggiore presenza delle forze dell’ordine. La tregua, lungo le strade, dura il tempo di un giorno per poi essere di nuovi lì agli angoli dei marciapiedi. Zona infatti, molto trafficata è quella all’angolo della nota gelateria Romana, aperta anche di sera. “Alle 21, più puntuali dei miei dipendenti arrivano all’angolo della via e così una ogni dieci metri”, racconta la titolare della gelateria. “E’ una cosa indecente. Da me vengono anche tanti bimbi con i genitori e quello che succede non è certo uno spettacolo bello da vedere”. Auto che inchiodano all’improvviso, accostamenti, donne semi-nude che ammiccano ai clienti, questo e quant’altro in una serata di ordinaria normalità.


A poco sono servite le chiamate ai carabinieri. “Ci ho rinunciato, tanto non cambia nulla... è diventata una situazione demoralizzante. Questa parte di Miramare è stata del tutto abbandonata, d’inverno tutto è chiuso e in pochi s’interessano a quello che succede”. D’estate, il tran tran delle prostitute c’è lo stesso e nessuno lo nega, “ma si confonde tra le persone, è meno evidente anche se allo stesso modo fastidioso”.


Zona di fuoco anche quella all’altezza dello stabilimento balneare 132. Il bar Vienna, da anni in quel posto, è al centro del via vai delle passeggiatrici. “Addirittura le aveva di fronte al locale - racconta la titolare - mentre adesso si sono spostate di qualche metro. Ma sono sempre lo stesso molte”. Il bar, di solito, resta aperto fino alle 23, anche d’inverno, e nessuno nasconde la paura, “soprattutto quando in giro non c’è più nessuno, tutti si sono chiusi in casa”. Allora che fare? “Difficile dirlo”, risponde. “I carabinieri fanno finta di controllargli i documenti, di portarle via con la camionetta, ma dopo qualche giorno sono di nuovo sui marciapiedi. Forse bisognerebbe studiare un metodo più forte”. I residenti, vicini del bar, sono esausti. Dopo tanti esposti, firmati individualmente o in gruppo, non sanno più che strada prendere. “La mia finestra da proprio sul lampione ed è lì che ogni sera ci si piazza quella signorina”, racconta il signor Piero, abitante di Miramare da una vita. “Non si può più tollerare... la nostra Miramare è diventata invivibile. Non si può pensare di rinchiudersi in casa e non uscire più”.


Dunque, gli stati d’animi sono roventi. Non solo quelli sulla prima linea, ovvero lungo viale Regina Margherita, ma anche quelli delle strade secondarie dove ad accendere la miccia ci sono i residence a luci rosse. “Dalle 2 in poi scatta l’inferno”, si sfoga Luana, residente in un condominio con al lato un residence di prostitute. “Schiamazzi, auto che arrivano e vanno, urla, di tutto. Dal marciapiede portano i clienti qui e non si riesce più a dormire”. Non una novità quella raccontata da Luana. Proprio nei primi di marzo un blitz dei carabinieri ha scovato tre residence a luci rosse, vere e propri case per appuntamenti. Resta da capire come mai il fenomeno, nel tempo, resti, inestirpabile. Qualcuno azzarda: “In questa zona d’inverno è tutto chiuso. Poca gente che ci abita, poche attività ed è normale che la prostituzione attecchisca da questa parti”, ipotizza Riccardo, residente. “Per questo, qui, rispetto ad altre zone è più tollerata”.

Emma Minotti


Ultima modifica il Lunedì, 26 Marzo 2012 11:41