Dante e il rischio di educare

Venerdì, 16 Marzo 2012

1

Dante e il rischio di educare.


E’ di pochi giorni fa la notizia dell’appello del comitato per i diritti umani Gherush92, una organizzazione che ha ottenuto il titolo di consulente speciale delle Nazioni Unite, perchè venga bandito Dante dalla scuola, o per lo meno venga adeguatamente censurato. Queste le considerazioni di Valentina Sereni, presidente del Comitato: «Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali o, almeno, di inserire i necessari commenti e chiarimenti». Le colpe di Dante sono omofobia e antisemitismo, con punte di islamofobia. Colpe non troppo originali, quelle trovate dall’altolocato organismo istituzionale. Colpe che si sentono risuonare sempre più frequentemente e che da qualche tempo colpiscono in maniera sempre ben mirata, quasi chirurgica.


L’assurdità di una tale accusa è stata colta da tanti e sono fioccate critiche pressochè universali, al punto che Di Stefano sul Corriere della Sera sostiene “non parliamone più”. Il problema invece c’è tutto e presenta almeno due facce.
In primo luogo non si tratta di difendere Dante, il quale (ancora oggi) ben si difende da sè, con la forza e la bellezza della sua arte.


Il punto, come ha detto in intervista il prof. Franco Nembrini è difendere la ragione. “Il problema non è difendere Dante, ma un principio di sanità culturale”. E’ diffusa una insanità intellettuale spaventosa, la cui origine è la sostituzione delle categorie di verità e realtà, con quelle di ideologia e società. Per costruire una presunta società migliore costoro, ma non sono i soli, non riconoscono più bellezza e verità. Neppure nell’arte. L’uscita pubblica di Nembrini è tanto più significativa alla luce dei suoi incontri danteschi, ricchi di folle, in particolare di giovani. Uno di questi si svolse proprio a Rimini, un paio di anni fa, rimasto celebre, per la partecipazione, in un silenzio irreale, di ben 700 studenti al Novelli, in un venerdì pomeriggio solitamente dedito a ben più amene attività. Nembrini sarà di nuovo in Romagna proprio questa sera, venerdì 16 alle 21.15 al Centro Tarkovskij, invitato dalla Karis Foundation (“Correre il rischio di educare” è il titolo dell’incontro) ed anche sabato mattina alle 9,30 al Palacongressi di Bellaria. Due incontri pubblici, aperti a tutti, di carattere differente. A Rimini presenterà il suo libro sull’educazione, a Bellaria parteciperà ad una tavola rotonda sui giovani (dal titolo “Giovani: vivere il presente, costruire il futuro”), organizzata dalla Bcc Romagna Est, insieme a vari ospiti tra cui il direttore della Stampa Mario Calabresi.


Tornando a Gerush92, va sottolineata dunque la sofferenza della ragione, piegata a piccoli scopi, talora apparentemente, e ipocritamente, nobili, ma in sostanza della stessa violenza di ben più gravi ondate di oppositori alla libera circolazione di libri e di pensiero.


In secondo luogo occorre non sottacere la marcata ostilità ideologica a tutto quanto ha sapore cristiano. Vi è una virulenta battaglia contro i riferimenti al cristianesimo e chi, nel mondo cattolico, è impegnato nell’ambiente di lavoro, specie se connotato di riferimenti culturali -si pensi alle scuole- ne sa ben qualcosa. Un accerchiamento, che va dal silenzio sulle persecuzioni che sono sempre più frequenti nel mondo, alla volontà censoria che si manifesta in vari modi e per mille “nobilissimi” pretesti. Non per nulla è stato preso di mira Dante e non Boccaccio (o mille altre opere). Il capillare attacco al Cristianesimo è una schizofrenia della nostra civiltà, non più capace di riconoscere le proprie radici. La questione tuttavia è fin troppo rilevante, ma continuamente sottaciuta dagli stessi cattolici, perchè non venga messa esplicitamente a tema. Stiamo pagando danni, in termini esistenziali e antropologici, nonchè educativi e culturali, enormi, per una battaglia, purtroppo, tutta di idee. Idee che cozzano contro le cose semplici e belle della vita. A questa occorre contrapporre non una contro-battaglia di idee. E’ il tempo della testimonianza della verità, della bellezza, del senso della realtà. Ecco l’importanza nel seguire testimoni efficaci, quali il prof. Nembrini. La sfida rimane ancora tutta aperta, ma chiede la nostra responsabile (e razionale) risposta.


Emanuele Polverelli