Orhan Pamuk, Istanbul

Venerdì, 16 Marzo 2012

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Dopo un po’ la musica che ascoltavo, i paesaggi di Istanbul che scorrevano dal finestrino e l’atmosfera di alcune vie strette lastricate dove mio padre si infilava con la macchina sorridendo e dicendo “entriamo anche qui?”, e quella dei marciapiedi, si mescolavano, inducendomi a pensare che non avremmo mai trovato una risposta alle nostre domande fondamentali; però era opportuno farsele: lo scopo e la felicità della vita erano in luoghi che non notavamo bene, o non volevamo notare.


Orhan Pamuk, Istanbul