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Alberghi, adeguamenti antincendio e problemi per l'apertura stagionale

Venerdì, 22 Marzo 2013

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Rimini. Alberghi, gli adeguamenti antincendio e i problemi per l'apertura stagionale


Adeguamento alle norme antincendio. “Tra Rimini e Riccione ottimisticamente parlando non c'è più del 30 per cento di alberghi che potranno aprire per Pasqua”, spiega un tecnico riminese esperto di norme antincendio. “Una proroga al 31 ottobre 2013 potrebbe essere utile, se non addirittura ovvia”. Una proroga giusto per salvare la stagione. La situazione negli studi tecnici in questi giorni è simile a una corsa contro il tempo che si è destinati a perdere.


Agli uffici del comando provinciale dei vigili del fuoco risultano oltre 300 domande di adesione al piano di adeguamento dal 31 ottobre 2012 ad oggi. Il numero va ad aggiungersi a quello di chi aveva già regolarizzato la propria situazione precedentemente. Del resto la tiritera dell’adeguamento antincendio, tra proroghe last minute e connivenza tra albergatori e politici, va avanti da almeno dieci anni. Comunque, se si contano gli alberghi in riviera, tra i 1.500 e i 2mila, si capisce che le previsioni dei tecnici sono abbastanza vicine alla realtà.


Il rischio di questa situazione, sottovalutata sotto diversi fronti, fanno notare i tecnici, è che non solo gli alberghi restino chiusi per la Pasqua, ma anche in vista della prossima stagione balneare. Porta data 15 marzo, infatti, la lettera che il comune di Riccione ha inviato a tutti gli albergatori (una simile è arrivata anche agli imprenditori cattolichini e con grande probabilità arriverà in aprile anche a quelli di Rimini). La missiva si rifà al decreto ministeriale del 16 marzo 2012 che, spiega molto gentilmente in poche righe, “concede alle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto esistenti alla data di entrata in vigore del decreto ministeriale 9 aprile 1994 che non abbiano completato l’adeguamento alle vigenti disposizioni di prevenzione incendi, la possibilità di accedere al piano biennale di adeguamento”. Fin qui nulla di strano, anzi.
Appena poche righe più sotto la lettera chiede che gli albergatori consegnino all’“amministrazione comunale la ricevuta del deposito della documentazione tecnica presentata presso il comando provinciale dei vigili del fuoco per l’adeguamento della struttura”. “La mancata presentazione di detta attestazione non consente l’esercizio dell’attività”. Quindi alberghi a rischio chiusura non solo per la Pasqua ma anche per l’estate. Ed è solo qui che molti imprenditori hanno capito che è ora di darsi una mossa. Il fatto è però che “adesso succede come nelle volate di gruppo, nel ciclismo. Anche gli albergatori, prima erano tutti tranquilli, adesso sono tutti in linea allo steso livello e vogliono arrivare per primi perché vogliono aprire. E qualcuno è disperato”, racconta un tecnico.


I tempi stringono, anche se non ci sono scadenze fisse. L’unica è l’incombere della stagione. I Comuni vogliono dagli albergatori la copia della richiesta depositata ai vigili del fuoco. Dal momento della consegna della carta l’albergo può aprire. “Un bravo tecnico, e qui in zona non sono molti, per presentare il fascicolo a posto ai vigili del fuoco impiega tra i 15 e i 20 giorni, ma solo se l’albergatore collabora e se gli impianti sono a posto. Ad allungare i tempi anche il fatto che servono competenze molto diverse e si deve spesso ricorrere a più di una consulenza”. Facendo un po’ di conti un tecnico bravo da qui alla fine di maggio riuscirebbe a portare sul banco dell’ufficio di via Varisco a Rimini non oltre 3 casi, al massimo 4, da istruire. Quattro moltiplicato per una settantina di tecnici, quelli che seguono la vicenda, fa 280 ulteriori alberghi pronti. E tutti gli altri? “Sto lavorando da marzo scorso quando è uscito il decreto e sono riuscito a portare avanti solo una trentina di pratiche”, spiega un tecnico. Trenta pratiche complete in un anno (considerando però nel mezzo la stagione estiva).


La situazione è molto complessa, per i costi che l’adeguamento richiede all’imprenditore e per i lavori veri e propri richiesti dalla normativa. “Per esempio – ci spiega il tecnico - un albergo di 50 camere può arrivare a spendere 40 mila euro solo per mettere a norma l’impianto elettrico. La sola rilevazione antincendio può costare sui 25 mila euro, quella wireless (usata in alberghi storici dove rompere un soffitto impreziosito da stucchi, non è consigliabile) costa almeno un 25 per cento in più. Poi ci sono le porte tagliafuoco 750 euro. Cucine, rimesse e centrali termiche da rifare, le scale esterne. In generale, si può arrivare a spendere dai 40mila ai 150mila euro, ma la stima è molto difficile”. Somme che prese pian pianino, e non tutte d’un fiato come sta invece accadendo, dal 2003 (anno della normativa in vigore) ad oggi, avrebbero pesato di meno sui bilanci in crisi degli alberghi.


I lavori di adeguamento, inoltre, non riguardano appena le scale e le vie di fuga. Questo sfugge a molti degli imprenditori che si apprestano a riqualificare il proprio albergo. “Tutti gli alberghi hanno la cucina e le centrali termiche che dovevano essere messe a norma dieci anni fa. Ci vuole tempo, bisogna smontare tutti gli elettrodomestici, rifare le pareti con materiali ignifughi e sostituire le porte tagliafuoco”. Quindi, così come nel caso delle scale esterne per chi ha la sala da pranzo in un piano diverso da quello terreno, gli adeguamenti richiedono un grande sforzo di progettazione per tutte le realtà rivierasche.


C’è anche, e come sarebbe potuto mancare, l’aspetto burocratico ad appesantire il tutto, la semplificazione non funziona. “Bisogna fornire venti documenti all'ufficio prevenzione incendi dei vigili del fuoco per dare in via alla pratica. I documenti per accedere al piano sono i più disparati e riguardano certamente l’impianto elettrico a norma, la rivelazione incendi, le vie di fuga congrue con il numero di ospiti dichiarati in licenza, gli estintori a norma, tutta la segnaletica dei presidii antincendio in regola, le istruzioni al personale, le planimetrie dietro le porte, e chi più ne ha ne metta. Se non hai tutte queste carte in regola non puoi riscaldare in inverno e dare acqua calda d'estate, se hai la cucina non puoi cucinare, se hai autorimesse da oltre nove automobili non puoi usarle”. Qualcuno sarà costretto a sperare solo in un'altra proroga.

Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2013 17:55

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