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Nuovo lungomare, solito stile: dopo l’annuncio, nascondere i problemi

Martedì, 15 Gennaio 2013

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Nuovo lungomare, solito stile: dopo l’annuncio nascondere i problemi


Abbiamo i progetti pronti, siamo disponibili a investire 150 milioni di euro, lo Stato ci restituisca il lungomare. A più riprese il sindaco Andrea Gnassi ha lanciato questo messaggio, anche se non si capiva quali fossero i progetti pronti, visto che quelli firmati dalle archistar erano già stati destinati al cestino.
Nell’agosto scorso il tema fa parte della lettera consegnata al presidente Mario Monti in visita al Meeting. Appena un mese dopo il sindaco scende a Roma per andare a parlare con il vice ministro Mario Ciaccia. Sui giornali il battage è forte: il sindaco sta sbloccando la vicenda del lungomare. Il comunicato di Palazzo Garampi informa che Gnassi si è incontrato anche con il dirigente Domenico Crocco “sui primi aspetti tecnico-operativi delle varie questioni”.
Tre mesi dopo invece, complice forse il clima elettorale, lo stesso sindaco, in compagnia con l’assessore al turismo della Provincia, Fabio Galli, scrive una lettera durissima al ministro del turismo nella quali, fra le altre manchevolezze, si rimprovera “l’approccio ‘felpato’ (eufemismo) con cui gli uffici preposti valutano le proposte e i progetti degli Enti locali per riqualificare parti di tessuto urbano a chiara matrice turistica". Sembra di capire che quell’incontro di settembre in realtà non abbia prodotto nulla di concreto.
Nel frattempo è stato presentato dal Conzorzio Rimini Porto il bel progetto di riqualificazione dell’area portuale, comprendente anche il primo pezzo di lungomare (da pedonalizzare) fino alla rotonda del Grand Hotel. Più verde, parcheggi interrati, niente auto in superficie. Il piatto forte dell’intervento è la creazione di una piastra sopraelevata di appena due metri rispetto all’attuale piano stradale. Sulla piastra saranno sistemate le funzioni ricreative legate al divertimento (discoteche e loisir), al ristoro (ristoranti e bar), al passeggio (attività commerciali e percorsi di transito) e al riposo (piazze e luoghi riparati).
È un vizio storico dei giornalisti, di fronte a una bella idea chiedono sempre: quanto costa? chi la paga? Alla conferenza stampa di presentazione si è parlato di 29 milioni a carico dei soci del Consorzio.
Bene, ma non è l’unico problema. L’area del progetto è in larga parte demaniale, cioè di proprietà dello Stato. E finchè non si sblocca questo “particolare” le ruspe non possono certo entrare in azione. Si chiederà una concessione? E come la mettiamo con la famosa direttiva Bolkstein (vedi concessioni dei bagnini?) Insomma qualche problema c’è, se è vero quanto dichiarato dal presidente del Consorzio Lucio Paesani in conferenza stampa: “Il nostro obiettivo è, partendo da questa piattaforma progettuale, allargarla a tutti quelli che vorranno esserne parte attiva. Poi una volta arrivati a un progetto definitivo i modi per attuarlo si trovano. Tra l'altro uno studio sulla parte burocratica-amministrativa l'abbiamo già fatto fare. Ci siamo affidati a tre studi legali".
Non contenti di sapere quanto costa e chi paga, ci siamo posti pertanto l’ulteriore domanda: perché tutto non si esaurisca nel deprecabile “effetto annuncio” di cui sono purtroppo spesso specialisti i politici, adesso cosa deve succedere perché il progetto vada avanti? Abbiamo alzato il telefono per parlare con il presidente del Consorzio Lucio Paesani e con sorpresa ci siamo sentiti invitare a inviare domande scritte. Non pensavamo che la questione fosse così delicata. Ma in data 18 dicembre abbiamo inviato le domande, con l’assicurazione che avrebbero ricevuto immediata risposta.
Le domande chiedevano di sapere quali passi debbano essere fatti perché il progetto inizi a diventare relatà; come si pensa di risolvere il problema delle aree del demanio marittimo e se la famosa direttiva Bolkestein non sia un ostacolo; se i soci del Consorzio siano davvero disposti a sborsare circa 2 milioni di euro a testa e se il budget previsto di 29 milioni sia realistico per il progetto. Infine, quale dovrebbe essere, sempre secondo il Consorzio, il ruolo del Comune e se esso debba intervenire nel progetto con un proprio contributo finanziario. A Paesani abbiamo anche scritto: “Aggiunga pure tutto ciò che ritiene utile a chiarire bene quali saranno i prossimi passaggi”.
Oggi, a quasi un mese di distanza queste domande sono ancora senza risposta. Non siamo stati seduti in poltrona ad aspettare: abbiamo telefonato più volte, abbiamo inviato diverse e-mail di sollecito. Abbiamo aspettato anche che passasse il periodo delle feste (che immaginiamo denso di impegni per il titolare di un locale) ma anche dopo l’Epifania il silenzio ha regnato.
Non vogliamo trarre alcuna conclusione. Diciamo che restano domande aperte alle quali sarebbe bene che prima o poi il Consorzio, se non vuole cadere nell’antico vizio dei nostri amministratori, dovrebbe dare una risposta trasparente. Tutti ricordiamo la nuova cartolina del lungomare promessa più di dieci anni fa dal vice sindaco Maurizio Melucci. Siamo ancora qui ad aspettarla.

Ultima modifica il Martedì, 15 Gennaio 2013 17:13

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