Pd, Siamo Rimini: Commissione garanzia ha ristabilito legalità

Mercoledì, 16 Giugno 2021

(Rimini) La lista 'Siamo Rimini, a seguito delle evoluzioni in capo al Pd e della recente delibera della Commissione di Garanzia Nazionale in risposta ai ricorsi di Maurizio Melucci e di Jessica Valentini, parla di decisione "che ha ristabilito la legalità nelle procedure decisionali degli organismi statutari territoriali locali". Le esponenti della lista, Carla Bonvicini e Irina Imola invocano "coerentemente a quanto abbiamo sempre affermato e proposto, le primarie o, in alternativa, la convergenza su una candidatura civica. Le regole non si scrivono e poi si applicano solo se conviene. Le regole servono ad evitare scorrettezze, per cui, a nostro avviso, è quanto mai necessario applicare lo strumento delle primarie, che rientra nelle regole dello Statuto del Pd".

"Si facciano le primarie di coalizione, poi chi vince sarà sostenuto con lealtà da tutta la coalizione. Esprimiamo la nostra contrarietà a soluzioni diverse da quelle che non garantiscono il principio della partecipazione democratica e della rappresentanza di idee e valori. Le primarie di coalizione non devono spaventare perché il confronto e la partecipazione producono solo arricchimento ed unità. Ci sembrano alquanto contraddittorie le ragioni del rifiuto da parte della Segreteria del PD, sia regionale che provinciale, verso questo metodo partecipativo, che pure li hai visti protagonisti nella tornata amministrativa del 2011 e non accettiamo di scegliere candidature, ci sia concesso il termine calcistico,"a tavolino", ribadiscono Bonvicini e Imola.

"L'intenzione di prendere le distanze dalle primarie cittadine ci lascia stupiti poiché segue logiche che assomigliano più a prassi opportunistiche che al vento della buona e sana politica. In alternativa, la strada da percorrere, al momento alquanto in salita, è quella verso la convergenza della coalizione nell'individuazione della candidatura a sindaco del nome di un civico, competente ed autorevoleSpesso, nel dibattito pubblico, emerge la definizione "vecchia politica" facendola coincidere con la necessità di superarla. Noi pensiamo piuttosto ad una buona politica, che non necessariamente è rappresentata dai rottamatori, ma che vuole combattere le tendenze malsane a perpetuarsi nel potere, giustificandolo anche mediante la forza. Vogliamo ridare dignità al dibattito politico, nell'alveo del progressismo che ci rappresenta, ribadendo, con forza, che prima degli interessi di parte o del partito deve esserci l'interesse dei cittadini2, concludono Bonvicini e Imola.