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Spiagge, miniproroga passa a Montecitorio

Giovedì, 13 Dicembre 2012

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Spiagge, miniproroga passa a Montecitorio. Pizzolante (Pdl): Il prossimo governo dovrà riaprire confronto in Europa


Passa anche a Montecitorio la mini proroga per le concessioni demaniali marittime. La notizia arriva dal parlamentare del Pdl Sergio Pizzolante che ha ottenuto anche, attraverso un ordine del giorno accolto dalla Camera, che si impegni il governo (a questo punto quello che sarà) a valutare la possibilità di riaprire il confronto in Europa alla luce di quello che succede in Spagna e a verificare un ripensamento del tema delle concessioni nell'ambito della futura direttiva concessioni. L'odg è stato sottoscritto da tutti i gruppi, Pd escluso.
“L’unica vera differenza tra Italia e Spagna, il motivo per cui l’Europa taglia ogni possibilità al bel Paese e non si esprime (negativamente) sulla situazione della costa Brava, dipende dal fatto che se da noi il problema delle concessioni demaniali marittime riguarda microimprese familiari, da loro ci hanno investito, in grandi insediamenti turistico immobiliari, tedeschi in primis”, continua a battere Pizzolante, sostenuto anche dagli operatori. “Ci sono interessi poco chiari di alcuni paesi europei su quel suolo”, rincara Cristiano Tolomei, presidente dei balneari Cna. “Vi sono attivati resort, alberghi e ristoranti, ma anche abitazioni civili, esattamente come in Italia, se non fosse per il fatto che lì le proprietà sono di Germania, Inghilterra e Francia”.
Secondo Pizzolante il tipo di suolo, dal 1988 anno dell’avvio della nazionalizzazione iberica, è uguale: pubblico in Italia, pubblico in Spagna, “dove per consentire un adeguato ammortizzamento alle imprese immobiliari sono stati concessi 30 anni di transizione per l’adeguamento (con scadenza, nel 2018). Periodo adesso giudicato insufficiente con la conseguente richiesta di una proroga di 75 anni. Richiesta su cui l’Ue ancora non si è espressa”.
Il vero nodo, secondo Pizzolante, non è la Bolkestein perché di concorrenza e concessioni demaniali si parla anche nei trattati. “E’ sulla base di un trattato europeo che è partita la procedura di infrazione per l’Italia”. A livello legislativo l’articolo 43 del trattato istitutivo dell’Unione, primo della serie riguardante il diritto di stabilimento (fino al 48) vale sia per l’Italia sia per la Spagna.
“La vera differenza è quindi che la Spagna nell’1988 sapeva già del limite fissato al 2018, a cui si sarebbe dovuta preparare. In Italia, invece, fino al 2009 vigeva il diritto di insistenza (codice delle navigazioni), cioè il rinnovo automatico di anno in anno delle concessioni demaniali marittime, senza un limite fisso davanti. La differenza è che i concessionari italiani non potevano essere preparati ad una eventuale transizione. E’ per questo che chi ha fatto investimenti, in Italia più che in Spagna, a questo punto, ha diritto di essere tutelato con tempi più lunghi di transizione. È vero che il suolo è pubblico ma è vero anche che li vivono e lavorano imprese privare con immobili privati, valori commerciali privati, dipendenti privati, non puoi spazzarle via da un momento all’altro. Si tratta di aziende che hanno svolto un ruolo pubblico, che altrimenti sarebbe toccato allo Stato, come la pulizia della spiaggia, il servizio di salvataggio, l’assistenza sanitaria. Chi ha fatto investimenti sulla spiaggia pochi anni fa oggi rischia di perdere tutto senza poter ammortizzare. Servono almeno 20,30 anni per dare una possibilità di recupero investimenti e lavoro commerciale. Intanto, bisogna fare una legge che regolamenti il tutto”.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Dicembre 2012 16:30

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