GIORNALAIO 05.12.2012

Mercoledì, 05 Dicembre 2012

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Spiagge, in Senato arriva la miniproroga (“ma senza ‘fiducia’”). Politiche: per il Pd in corsa anche Cagnoni (“ma non farò le primarie”). Imu: quanto costerà l’ultima rata?


Spiagge, proroga demaniale ristretta per i balneari


“Da 30 anni a solo 5, se andrà bene (per i bagnini). Il prolungamento al 2045 votato in maniera bipartisan in Commissione Industria del Senato, è stato ridotto a soli 5 anni dalla Commissione Bilancio, dopo la levata di scudi della Commissione europea. Ciò nonostante il parere negativo del governo, contrario a qualsiasi deroga alla scadenza del 2015 per la riassegnazione degli arenili con bandi pubblici. Non è escluso che la misura, pur ridotta a soli 5 anni (2020) non entri nel maxiemendamento sul quale l’esecutivo Monti porrà la questione di fiducia”, ilRestodelCarlino (p.6).


“«Cinque anni di proroga sono pochi, ma è meglio di nulla. La battaglia, però, non è finita ». Parola dell’onorevole del Pdl Sergio Pizzolante decisamente contrariato per la piega presa dagli avvenimenti. Tanto da annunciare - salvo eccezioni - che non voterà più la fiducia al governo Monti: «Non solo per i balneari, ma per una questione di principio. Ho scelto Monti perché doveva rappresentarci in Europa con efficacia. Invece ci ha riempito di tasse e a Bruxelles non conta nulla». Pizzolante affonda il colpo: «E’ bastato un comunicato di un funzionario europeo per spaventare Monti e Moavero. E questi signori dovrebbero fare gli interessi dell’Italia in Europa? Perché non vanno a confrontarsi con la novità della legge spagnola?». «Fino a quando l’Europa ha detto no a tutti - precisa l’onorevole - ho cercato delle soluzioni dentro la direttiva Bolkestein. Ma ora che, dopo la Spagna, pare probabile che ottengano una lunga proroga anche Croazia e Portogallo, non ci sto più. L’Italia non può essere l’ultima ruota del carro»”, CorriereRomagna (p.9).


“Roberto Biagini: «Come avevo anticipato non si può lasciare una materia così complicata e delicata al dilettantismo e alla demagogia di chi ‘ulula’ più forte. Un'approvazione indiscriminata sino al 2045 avrebbe voluto dire mettere l'Italia fuori dalle norme europee, danneggiare la concorrenza e garantire a tutti i contribuenti italiani di dover pagare salate multe a Bruxelles. E’ normale quindi che il governo abbia detto no al termine di 5 anni in più». Dall’assessore poi anche una stoccata alle associazioni di categoria «che un giorno sì e l'altro pure chiedono liberalizzazioni a iosa e poi quando ‘camminano’ sul suolo demaniale perdono improvvisamente la memoria». Basta a «soluzioni demagogiche» e non praticabili anche per il capogruppo PD in consiglio comunale Marco Agosta: «L’unica strada per risolvere il problema è mettere in campo proposte credibili, ovvero un decreto legge concordato tra Stato, Regioni e territori, con due principi cardine: riqualificazione degli stabilimenti, tutela della tipicità delle nostre imprese. Se perdiamo ancora tempo a rincorrere altre soluzioni ci troveremo con lo scadere per il termine delle evidenze pubbliche senza esserci attrezzati per perseguire risultati importanti per Rimini e per le imprese balneari»”, NuovoQuotidiano (p.11).


Mi candido alle politiche...


“RAVAIOLI non fa mistero sulla sua possibile candidatura. Tutt’altro. «Devo ancora valutare, capire quale sarà la legge elettorale, come si svolgeranno le primarie, chi si candiderà. Voglio anche parlarne con la mia famiglia: 12 anni da sindaco hanno comportato enormi sacrifici per loro». Una lunga premessa, per poi annunciare che «sono disponibile a candidarmi a parlamentare. Penso di poter dare tanto a Rimini anche da Roma, e non mi tirerò indietro»”, ilCarlino (p.9). “MA C’È UN NOME che potrebbe ribaltare le carte in tavola: Lorenzo Cagnoni. Il presidente di Rimini Fiera ha già annunciato di considerare terminata la sua esperienza in fiera con questo mandato, e nel Pd molti vedono di buon occhio la sua candidatura. «Ma io — assicura Cagnoni — non ho nessuna intenzione di mettermi in fila. Non parteciperò alle primarie»”.


“Biagini c’è. O meglio: lui si mette a disposizione perché «sarebbe una grande esperienza e a questo punto non escludo davvero nulla». Ma deve essere chiaro: «Mi metterò a disposizione ma solo a precise condizione: le regole per queste primarie al Parlamento devono essere chiare e al momento non sappiamo ancora nulla»”, CorriereRomagna (p.8).


Imu, il 17 novembre l’ultima rata (per quest’anno)


“DODICI giorni al bagno di sangue, il 17 dicembre: D-Day per la stangata da 110 milioni di euro su scala provinciale per il saldo Imu, tra privati e imprese. In tutto il balzello costerà nel Riminese 178 milioni, 63 dei quali vanno allo Stato. Il Comune di Rimini dovrebbe incassare 78 milioni totali (27 da girare a Roma). Poiché gli uffici tributi di Palazzo Garampi sono impegnatissimi nei complicati conteggi del saldo, abbiamo chiesto a uno dei più noti studi commerciali cittadini alcune proiezioni sull’Imu prima e seconda casa”. IlCarlino pubblica le proiezioni dello studio (p.7).


Il bilancio sociale di Confindustria: le istituzioni danno tutti i soldi al turismo


Ieri al centro congressi Sgr i dati della ricerca sul sistema riminese di Luca Vergallo, docente universitario a Milano. “LA RICERCA mostra come, dagli 8 comuni presi a campione (Rimini, Riccione, Santarcangelo, Bellaria, Cattolica, Morciano, San Giovanni e Verucchio), non sia stato speso un solo euro nel 2011 a sostengo dell’industria, mentre sono stati investiti quasi 2 milioni per l’agricoltura, e ancora 1 milione e 135mila per fiere e congressi, quasi un milione per il commercio, 343mila euro per l’artigianato e 6 milioni e 237mila euro per il turismo. Dove hanno speso allora gli 8 comuni analizzati? In strade e viabilità (37,3 milioni) soprattutto, ma anche in teatri e attività culturali (quasi 16 milioni), e ancora nell’urbanistica (5,7 milioni), nello sport (altri 5,7 milioni), in biblioteche e musei (5,6). Quasi 5 i milioni investiti per l’edilizia residenziale pubblica. NUMERI sorprendenti, che mostrano uno «sbilancio» delle risorse destinate dalle istituzioni a favore del turismo, dimenticando invece l’industria. Discorso a parte per l’amministrazione provinciale, che pur avendo elargito tante risorse al turismo, «non ha invece mancato di sostenere i servizi connessi all’industria, così come al commercio e all’artigianato»”, ilCarlino (p.11).


Il bilancio sociale: aumentano le tasse. “Le imprese riminesi che hanno partecipato al bilancio 2011 sono 32 rispetto alle 30 dell’edizione 2010 con un ricambio di sei nuove aziende e hanno prodotto un fatturato totale di 1.970 milioni. Contano 6.896 dipendenti e sono sempre più strutturate, oltre la metà è certificata Iso 9001. Le tasse pagate sono cresciute del +12,23%: all’era - rio sono stati versati quasi 60 milioni di euro con una media di 2 milioni ad azienda, il 56% del totale. Bene anche il bilancio sociale di Confindustria (il quinto): +8,9% sul 2010 pari a 3.296.000 rispetto 3.027.000 del 2010). 183mila euro sono riservati a sostegni e contributi per la collettività di cui 78.805 euro per arte e cultura”, Corriere (p.9).


Sicurezza, tutti con il prefetto


Istituzioni e partiti insieme per scongiurare la chiusura della questura. “«Gli omicidi esemplari sono quelli che avvengono nel silenzio. In questo senso i provvedimenti del governo che ‘uccideranno’ efficienza amministrativa, livelli di sicurezza, tutela del territorio di Rimini sono perfetti». Per il sindaco gli appelli lanciati in questi mesi da lui, da Vitali e dal prefetto Palomba sui rischi che corre Rimini col ‘provincione’ «sono caduti troppe volte nel silenzio». Gnassi non ne fa una questione di capoluogo, poco importa se sarà Forlì (come pare) o Ravenna. Il problema sono «i tagli» a prefettura, questura, comandi delle forze dell’ordine. «Mi appello al Pd e al parlamento perché si intervenga». Appello raccolto dall’onorevole Pd Elisa Marchioni, che ricorda a Gnassi come però «i decreti non passano dal parlamento, ma vengono attuati dal ministero»”, ilCarlino (p.9).


“Voce del Pdl è il consigliere regionale Marco Lombardi: «Questi professori al governo non possono da un lato spingersi fino al limite della costituzionalità per proporre una riforma innovativa anche se inutile delle province e poi rimanere ancorati al conservatorismo di un vecchio Regio decreto per legare la questura e la prefettura al capoluogo. Bisogna considerare attentamente dove c’è bisogno di sicurezza»”, NQ (p.8).


“Il segretario provinciale del Pd, Emma Petitti, pronta a puntare il dito contro il Governo: «La bozza di regolamento messa a punto dal Viminale sulla revisione di Prefetture, questure e commissariati è l’ennesimo atto calato dall’alto». E aggiunge: «Sin da questa estate abbiamo più volte affermato che la razionalizzazione delle Province non può essere affrontata per decreto. E’ impensabile che il riordino non sia legato ad una contestuale riforma di tutte le funzioni dello Stato sul territorio»”, Corriere (p.8).


L’arresto del sindaco di Casteldelci e l’aggressione a Sergio Zavoli a Roma, su tutti i quotidiani.