GIORNALAIO 04.12.2012

Martedì, 04 Dicembre 2012

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Politiche: il Pd vuole le primarie per scegliere i candidati, i grillini le stanno facendo. Provincione: a Rimini né capoluogo, né questura, né prefettura. Spiagge: proroga trentennale congelata da Ue


Provincia unita: senza capoluogo né prefettura né questura


“SI TORNA al passato. Anni e anni di battaglia per ottenere l’autonomia da Forlì-Cesena, e ora Rimini tornerà a essere «in provincia di Forlì». Si perché il capoluogo, con molta probabilità, non sarà Ravenna, come sembrava naturale stando al testo di legge della spending review (che indicava nella città più popolosa tra quelle del nuovo territorio provinciale il capoluogo designato), bensì Forlì. A rivelarlo è lo stesso presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali. «Forlì ha tutte le carte in regola per diventare capoluogo. Questo grazie a un emendamento bipartisan in cui si stabilisce che il capoluogo è quello espresso dalla provincia più popolosa». Rimini è tagliata fuori in partenza con 332.070 abitanti (secondo i dati più aggiornati). Forlì in questo modo batte Ravenna per soli 4mila abitanti, in virtù dei suoi 398.332 residenti contro i 394.464 della provincia ravennate. «Torniamo all’antico»”, è il commento del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, ilRestodelCarlino (p.3).


E’ quello legato alla sicurezza il vero problema. “Se la riorganizzazione della sicurezza non si sgancia dal riferimento provinciale, Rimini potrà avere al massimo un presidio territoriale. Di certo non sufficiente perché non avrà le disponibilità attualmente presenti tra prefettura e questura. Quindi sarà sempre una sub-struttura di Ravenna che prima di compiere qualsiasi passo dovrà chiedere se può muoversi. Per non parlare di tutti i servizi che saranno trasferiti con la prefettura. Quanto costerà tutto questo ai cittadini? Per risparmiare poi quanto? Oggi dicono cinque milioni. Praticamente nulla, dato che a livello centrale non hanno voluto tagliare un centesimo”, NuovoQuotidiano (p.7).


“Il rappresentante locale del Governo ha parole dure contro l’esecutivo tecnico: “Questa riorganizzazione assimila le Province alle strutture di sicurezza sul territorio, ritengo sia un provvedimento anticostituzionale - arriva a dire -. Ci sono Province da 1,8 milioni di abitanti, o 1,2 come sarà quella di Romagna, che si ritrovano con una Prefettura e una Questura come quelle da 200mila abitanti, penso a Belluno e Sondrio ad esempio. Ma tutto ciò risponde ai principi di buon andamento organizzativo? Quasi 2 milioni di abitanti equivalgono a 200mila?” si chiede Palomba esterrefatto”, LaVocediRomagna (p.16).


“«Sono presidente del sindacato prefettizio e ho incontrato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri la scorsa settimana: ho spiegato che quello che stanno facendo viola l’arti - colo 97 della Costituzione». In che modo? «L’articolo recita: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione ”. Se si riorganizzano così i presìdi in base al riordino del territorio, nulla è assicurato». Il ministro, che a Rimini aveva dato precise rassicurazioni, cosa ha detto? «Andranno avanti»”, dice il prefetto al CorriereRomagna (p.5).


Spiagge


Il portavoce del commissario europeo per il mercato unico, rispondendo all’Ansa, ha detto che una eventuale proroga di 30 anni per le concessioni demaniali in Italia sarebbe incompatibile con il diritto comunitario.


“Gli operatori di spiaggia non si scompongono: «Non ci sorprende — commenta Riccardo Santoni, coordinatore regionale Fiba Confesercenti, ieri a Rimini per l’assemblea degli operatori di spiaggia su Bolkestein e proroga trentennale — l’ennesima sortita del portavoce De Rynck. Ogni volta che dall’Italia arriva una proposta, questi signori ci stangano. Ma stavolta c’è la novità delle concessioni di 75 anni senza bando alla Spagna, sulle quale la Commissario alla Giustizia Viviane Reding ha dato parere positivo: non potranno non tenerne conto anche riguardo all’Italia. Dovranno raccordarsi tra loro. Attendiamo che il governo italiano formuli una proposta, e sentiamo cosa dirà l’Unione europea, non uno dei portavoce. E non credo che l’Ue potrà fare due pesi e due misure tra Spagna e Italia»”, ilCarlino (p.6).


Arrabbiato il parlamentare Sergio Pizzolante. “L’Ue non ha capito nulla. Non si tratta di un rinnovo ma di una proroga, non c'e' alcun automatismo. L'Italia ha diritto di tutelare 30.000 imprese ed un intero comparto economico. Il comportamento dei burocrati europei, difforme rispetto alla Spagna, è inaccettabile. Il Parlamento italiano deve reagire e il Governo deve muoversi”, NQ (p.11).


In Senato la commissione industria rinvia il voto dell’emendamento. “La seconda doccia fredda per i balneari arriva in tarda serata, quando l’emendamento si blocca in commissione al Senato. “«I senatori stanno discutendo - fa sapere in tarda serata Vidmer Mercatali, senatore del Pd ed ex sindaco di Ravenna - se c’è un’alternativa alla proroga automatica, perché così si rischia l’infrazione. L’emendamento spiagge è stato accantonato, se ne discuterà domani (oggi, ndr). Spero che il Governo faccia una proposta, lasciare ancora i bagnini nell’incertezza sarebbe una vergogna». Il rischio, comunque, è che l’emendamento non passi, vista la contrarietà del Governo”, LaVoce (p.13).


Contro l’emendamento non solo Ue, ambientalisti e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che ieri su LaStampa ha paragonato la vicenda a quella delle quote latte. “«Non siamo mai stati (forse, ndr) vicini a una soluzione come ora» ma le esternazioni del sindaco Gnassi non sono piaciute affatto. Tanto che i balneari di Fiba Confesercenti, riuniti in assemblea ieri mattina al Centro congressi Sgr (prima di conoscere la presa di posizione dell’Europa), sono pronti a un ’azione forte. «Anche a scendere in piazza contro il primo cittadino» tuona Ezio Filipucci presidente dei Ristobar di spiaggia di Riccione”, Corriere (p.3).


Pd, primarie per i candidati alle Camere


“INDIETRO dalle primarie non si torna, insomma. La Petitti ieri lo ha promesso: «Se si andrà a votare alle politiche con il porcellum, non ci sono discussioni. Faremo le primarie per scegliere qui i candidati per Camera e Senato». Una prima ‘svolta’ a Rimini c’era già stata a dire il vero quattro anni fa. Nelle politiche del 2008 la candidatura di Elisa Marchioni fu scelta da una consultazione nei circoli del Pd. La stessa consultazione che impedì a Giuseppe Chicchi e a Ermanno Vichi di ricandidarsi, rispettivamente, per Camera e Senato, dopo soli due anni di mandato. La Marchioni, in caso di primarie, è pronta a ricandidarsi. Ma stavolta dovrà vedersela con alcuni ‘pezzi da novanta’ del partito. Il primo in cima alla lista è Alberto Ravaioli, che sembrava papabile anche per il Senato. Ma Sergio Zavoli ha già dichiarato di essere pronto a ricandidarsi. L’ex sindaco di Rimini non è solo nella lista dei possibili candidati. Non è un mistero come da tempo l’assessore ai Lavori pubblici di Rimini, Roberto Biagini, e il capogruppo del Pd in Provincia, Lino Gobbi, stiano scalpitando per poter correre anche loro al parlamento. Dalla zona sud molti premono invece per candidare alla Camera l’ex sindaco di Riccione, Daniele Imola. Lui e Ravaioli, al momento, sembrano quelli probabili. Stefano Vitali invece ha già fatto chiarezza: lui non ha alcuna intenzione di correre per il parlamento anche se il Pd gliel’ha chiesto”, ilCarlino (p.4).


“Davvero le primarie di domenica 25 novembre e domenica 2 dicembre rappresentano un contributo decisivo - oltre il partito, oltre le elezioni della prossima primavera, oltre i propri interessi di consenso - al lento riavvicinamento tra comunità e politica. Alla luce di tutto questo, sarebbe a mio avviso un errore fermare il processo, tanto più se pessimisticamente incerti sul definitivo accontamento di una legge elettorale, causa prima dei guasti della politica e subiti giustamente dalla cattiva politica. Occorre che il Pd continui nella sua marcia verso la modernità e il coinvolgimento ampio, responsabile e diffuso. A mio parere, esprime un’istanza legittima e giusta chi avanza la richiesta di primarie sui territori per i candidati Pd al Parlamento”, scrive al Corriere (p.10) l’assessore provinciale Fabio Galli.


Intanto anche il Mov serra i ranghi. “Guai a chiamarle primarie. Sono parlamentarie. Si fanno esclusivamente online e servono a scegliere chi rappresenterà il popolo del Movimento cinque stelle nelle aule del potere a Roma. Sono partite ieri e si chiuderanno giovedì”, NQ (p.8).


Tutte le facce sono sul Corriere (p.11). “Ecco quindi arrivati alla lista finale, che vede per la Camera Francesco Costantini, Tommaso della Motta, Marco Torri Giulia Sarti. Mentre per il Senato ci sono Marco Affronte,Vincenzo Cicchetti, Fausto Battistel, Fabrizio Girometti, Mirco Conti, Erwin Feduzi, Marco Fonti, Massimo Manduchi, Stefano Monti, Patrizia Panigali, Stefano Francesco Piva, Antonio Scarponi. La votazione per scegliere i candidati oggi sarà dalle 10 alle 21, domani dalle 10 alle 17, giovedì dalle 10 alle 20. Non tutti potranno farlo, perché anche i grillini, come detto da Bersani per le primarie del Pd, non intendono trasformare le votazioni in un porto di mare. Le regole precise sono arrivate dallo staff di Beppe Grillo”.


Spigolature. “Votanti complessivi in calo (19.761), ma nell’occasione quelli di Bersani sono aumentati di 1.387 unità, cioè un 4,5% in più della sua base di partenza. Specularmente, con 512 suffragi in meno, Renzi ha perso il 4,5% dei suoi elettori del primo turno”, LaVoce (p.15).