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Post covid poco sicuro, Sacchetti: la politica batta un colpo

Lunedì, 03 Agosto 2020

(Rimini) “Le tante rapine compiute da gruppi di minorenni a Riccione, la corda tesa in strada a Santarcangelo che sarebbe potuta finire in tragedia, qualche aggressione e vandalismo in spiaggia: il post emergenza da Coronavirus ci sta mettendo purtroppo a confronto con una realtà sociale che deve far riflettere, va interpretata e affrontata mettendo in campo nuove strategie e risposte ai bisogni delle persone”. Il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti prende spunto da questo inizio di stagione per allargare la prospettiva e sollecitare un’azione condivisa sull’universo giovanile.

“E’ necessario innanzitutto ripensare il concetto di welfare e del prendersi cura delle persone, ripartire da capisaldi come la famiglia e lo Stato. Oggi più che mai, in un momento in cui le condizioni economiche creano ulteriori difficoltà e disagi a persone che non trovano risposte concrete e si sentono più smarrite rispetto al futuro. Un quadro che non giustifica però il proliferare di episodi di baby gang di questo inizio stagione in località su cui d’estate si accendono i riflettori nazionali e internazionali. Ancor più in una settimana come quella che si apre oggi, la Pink Week. Situazioni che diventano terreno fertile per il populismo all’insegna del “so io cosa ci vorrebbe” e del “pene certe e severe”, per il dito puntato contro forze dell’ordine che si fanno in quattro notte e giorno per contrastare quello che è un problema di sicurezza urbana, dimenticandosi (o fingendo di farlo) che questa delinquenza è per lo più opera di minorenni che vanno presi per mano ed educati nei tempi e nei termini giusti. Un populismo cui assistiamo purtroppo anche sulla Settimana Rosa, con sparate sul blocco di treni e autobus quasi da regime quando bisognerebbe compattarsi tutti e lavorare insieme a una edizione in sicurezza che diventi la cartolina del rilancio turistico post emeergenza Covid-19” prosegue Sacchetti. 

 “E’ la politica che deve prendersi cura di farlo, stando al passo con i tempi e intercettando i mutamenti della società e dei suoi bisogni. Investendo in ragionamenti di lungo raggio con azioni amministrative concrete che - partendo dalla scuola e da attività educative e socializzanti che prevengano il disagio giovanile - favoriscano processi di prevenzione a favore delle famiglie. E investendo risorse fisiche ed economiche per sostenere e implementare le politiche giovanili” aggiunge, lanciando una proposta: “Convochiamo quindi a settembre le forze sociali, le istituzioni, l'associazionismo, le parrocchie e facciamo il punto della situazione mettendo al centro le nuove fragilità e le nuove soluzioni. Dobbiamo pensare a servizi flessibili nell'ambito della scuola, ma anche del tempo libero dei nostri ragazzi, a strumenti in grado di dialogare, stimolare creatività e recepire le preoccupazioni di una generazione che ha tutto il diritto di essere preoccupata. Il nostro obiettivo è la famiglia, vogliamo sostenere il nucleo fondante della nostra società e creare le condizioni perché ancora una volta la forza dell’essere comunità vinca la paura e quello che genera”.