Turismo post coronavirus. Molte idee, a volte confuse; pochi i fatti

Martedì, 14 Aprile 2020

Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi se l’è presa con il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha invitato a non programmare le prossime vacanze estive. Una voce improvvida, secondo il sindaco, che mette in discussione il lavoro che Governo, Regione e Comuni stanno facendo per dare impulso al turismo nostrano ferito dal Coronavirus. “Oggi più di ieri, chi ha ruoli di vertice e di responsabilità non può non considerare che ogni esternazione, soprattutto se non suffragata da dati certi, può avere ripercussioni su interi settori”. 

Tutto giusto. Ma siamo sicuri che i messaggi che in questi giorni arrivano, anche dalle autorità locali e nazionali, siano univoci, rassicuranti, e che soprattutto restituiscano il senso di un chiaro progetto strategico per il turismo e per quello balneare in particolare?

Negli ultimi giorni ci sono state esternazioni del ministro Dario Franceschini e del sottosegretario Lorenza Bonaccorsi. In una intervista a La Stampa, il ministro si è soffermato soprattutto su cultura e musei. Poi ha aggiunto che «Il turismo è il settore più drammaticamente colpito, dal primo giorno lo spiego ai miei colleghi ministri. Prima che torni il turismo internazionale purtroppo passerà molto tempo. Dal primo decreto è stata riconosciuta una peculiarità. Stiamo studiando altre misure specifiche per alberghi e strutture ricettive». Questa estate potremo tornare in spiaggia? «Massì. Dipende da come rispetteremo le misure di questi giorni». Franceschini poi annuncia un incentivo che spinga gli italiani a spendere in turismo interno. E aggiunge la frase magica: «Il 2020 potrà diventare un anno in cui scoprire l’Italia meno conosciuta: borghi, cammini, piste ciclabili, treni storici».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario Bonaccorsi, secondo cui sarebbe opportuno scegliere “mete più vicine alla propria residenza, magari uno dei borghi storici di cui l’Italia è ricca”. Bontà sua, il sottosegretario dice anche che l’obiettivo è quello di dare la possibilità agli italiani di andare al mare. Aggiunge che “Già nei prossimi giorni si lavorerà perché si arrivi in breve tempo a un atto con il quale dare il via libera agli stabilimenti balneari perché possano iniziare a prepararsi alla stagione estiva”. Secondo il sottosegretario bisognerà poi parlare di regole, come mascherine e distanziamento sociale, ma adesso “è ancora presto”.

L’insistenza della Bonaccorsi sulla riapertura degli stabilimenti balneare ha poi dato la stura sui giornali a fantasiose ipotesi (gli ombrelloni recintati da box in plexiglass) che possono essere state formulate solo da chi non ha mai messo piede in spiaggia. 

Del tutto assente, nelle dichiarazioni di ministro e sottosegretario, ogni riferimento alle problematiche degli alberghi e di tutta la filiera del turismo, a parte un generico “Stiamo studiando”. Sembra che tutto possa risolversi con la riscoperta dei borghi. Sarà l’anno del boom turistico a Montefiore e a Verucchio?

Quando la parola d’ordine delle istituzioni era ancora “è troppo presto per pensare al dopo, la priorità è il contenimento del contagio”, BuongiornoRimini ha dato voce ad un albergatore che ha raccontato i molteplici accorgimenti da lui pensati per garantire agli ospiti la massima sicurezza sanitaria. Poi sono arrivate le indicazioni dell’OMS per gli hotel, da noi riprese con l’osservazione che sarebbero state di difficile applicazione nelle strutture ricettive della Riviera. E infine nelle dichiarazioni di Gnassi sono comparsi gli health safety hotel. È di oggi una dichiarazione che fa riferimento alle “proposte che stiamo costruendo con la Regione e gli operatori per una forte innovazione sul fronte ricettivo, con standard di igiene e qualità sicuri, rimodulazione degli spazi, e dei servizi turistici, puntando su servizi distanziati e food delivery in spiaggia”. Non è ben chiaro dove e con chi queste proposte siano discusse. Gli organizzatori della manifestazione del 25 aprile chiedono appunto di essere coinvolti nella stesura delle regole che saranno in vigore nella Fase 2. 

Ma non è solo questione di regole. Prima di Pasqua, la presidente di Federalberghi Rimini, Patrizia Rinaldis, ha diffuso un comunicato preoccupato facendo l’elenco delle questioni sulle quali ancora non ci sono decisioni chiare e definitive: compensare la riduzione di fatturato; ridurre la tassazione sugli immobili; salvaguardare le imprese in affitto; tutelare il lavoro stagionale; incentivare la vacanza in Italia; tutelare le responsabilità degli alberghi; sospendere e rimodulare le bollette Tari in primis. 

A Rinaldis risponde oggi indirettamente l’assessore regionale al turismo, secondo il quale è già tutto fatto. Stila infatti l’elenco delle misure prese con il concerto delle associazioni di categoria e del ministro del turismo: “Dall’introduzione dei buoni vacanza validi per un anno per il sostegno alla domanda interna e alle imprese del ricettivo, agli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali, all’ulteriore liquidità alle aziende, alla sospensione di tutte le scadenze fiscali e tributarie per un congruo periodo. E ancora: credito d’imposta per chi ha affitti d’azienda, sostegno agli investimenti e all’innovazione di prodotto, un grande piano di marketing e comunicazione internazionale”. Corsini dà per fatti provvedimenti che, come nel caso del buono vacanza, sono solo annunciati o spinge sulla comunicazione internazionale quando a detta dello stesso ministro quest’anno non c’è trippa per gatti. Ma se le cose stessero così, perché gli operatori sono ancora nell’incertezza e reclamano interventi?