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Lotta alle infiltrazioni mafiose, i sindacati: siamo all’inizio di un percorso

Mercoledì, 19 Febbraio 2020

(Rimini) “Questo è solo l’inizio di un percorso, come ha affermato la prefetta Alessandra Camporota nei suoi saluti conclusivi”. Cgil, Cisl e uil intervengono sugli esiti del congegno di venerdì scorso promosso dalla prefettura di Rimini. A tema le infiltrazioni della criminalità in riviera. “Il convegno, promosso ed organizzato dalla Prefettura di Rimini, cui va il nostro ringraziamento, ha anche avuto il merito di focalizzare lo stato di fatto nel nostro territorio rispetto a prevenzione e repressione della criminalità organizzata. Si tratta dunque di un buon punto di partenza per riprendere e sviluppare percorsi che in provincia di Rimini hanno una loro storia ma, al netto della straordinaria attività repressiva delle Forze dell’ordine e della Procura della Repubblica, non sono riusciti ad incidere adeguatamente sul piano culturale e della prevenzione”.
I sindacati si appellano ai corpi intermedi, alle pubbliche amministrazioni ed alla politica. “Chi non vuol rimettere la polvere sotto al tappeto, perciò, non può restare con le mani in mano. Nel riaffermare per l’ennesima volta che il nostro territorio è interessato massicciamente da plurimi fenomeni spia di un possibile interesse malavitoso, spetta ora alle Pubbliche Amministrazioni, alla politica ed al tessuto associativo e sindacale fare argine e sradicare insieme la criminalità organizzata. Come evidenziato lo scorso 14 febbraio da Stafania Pellegrini, è necessario un tessuto economico, sociale e culturale che renda complesso il mimetizzarsi delle mafie nel mare magnum dell’economia illegale. Le “responsabilità omissive”, che fanno sponda alla zona grigia fondamentale al radicamento criminale, vanno stroncate culturalmente ovunque si manifestino”.

Per essere conseguenti, perciò, “è urgente arrivare alla definizione di tutti quei protocolli e quelle azioni che assieme possano porsi ad argine del lavoro nero, di quello gravemente sfruttato, dell’evasione contributiva ed in generale di tutte quelle irregolarità nel mondo del lavoro che creano un humus ideale per le mafie. Stiamo parlando, per essere chiari, di alcuni settori economici particolarmente appetibili nel nostro territorio per gli interessi mafiosi: appalti pubblici, logistica, turismo e terziario in generale”.
E’ “urgente, tra le azioni da mettere in campo, la definizione di una strategia per la promozione della cittadinanza attiva e la condivisione delle buone prassi in materia di antimafia. In questo senso riteniamo urgente che la Provincia ed i Comuni aderiscano ad “Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le Mafie”. In tutte le scuole del territorio vanno agevolate quelle esperienze e quei momenti formativi che strutturino nei giovani gli anticorpi contro i comportamenti mafiosi”.