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Vittoria di Bonaccini, in provincia di Rimini prevale Borgonzoni

Lunedì, 27 Gennaio 2020

Stefano Bonaccini è stato confermato presidente della regione Emilia Romagna con il 51,40 per cento dei voti. Questo è il risultato aggiornato a 4456 sezioni scrutunate su 4.520. Lucia Bergonzoni, candidata della Lega, non è andata oltre il 43,68 per cento, mentre Simone Benini, del Movimento 5 Stelle, ha raccolto appena il 3,45 per cento.

Smentendo tutti i sondaggi della vigilia che parlavano di un testa a testa pieno di incertezze, Bonaccini ha raccolto un risultato rotondo, sorprendente, distanziando la sua rivale di circa otto punti.

In provincia di Rimini il quadro politico è diverso. Mentre sono state scrutinate 319 sezioni su 324, in testa è Lucia Borgonzoni con il 47,49 per cento, mentre Bonaccini è secondo con il 46,51 per cento e Benini supera appena il 4 per cento. Peraltro, va osservato che solo nelle tre province di confine (oltre a Rimini, anche Piacenza e Ferrara) vince il centrodestra, compresa la città di Forlì che solo un anno fa aveva votato un sindaco di centrodestra.

Nei singoli Comuni, Borgonzoni vince a Riccione (49,96 per cento), a Bellaria Igea Marina (55,5), Misano Adriatico (47,65 per cento) e in tutti i piccoli comuni di Valmarecchia e Valconca, mentre Bonaccini si afferma a Rimini (48,75 contro 45,53), Santarcangelo (50,4 contro 44 per cento), San Giovanni in Marignano (47,95 contro 45,12 per cento) e Cattolica (48,3 contro 43,83). Il successo pieno del centrodestra e della Lega a Riccione conferma che le liste civiche sorte intorno al sindaco Renata Tosi hanno optato per il partito di Salvini e che la maggioranza dell'elettorato è ormai politicamente orientata a destra. A Cattolica, governata dal grillino Mariano Gennari, i 5 stelle ottengono il miglior risultato su base provinciale, ma è comunque limitato al 7,77 per cento, mentre le liste di sinistra con il 44,3 per cento sembrano in parte tornare agli antichi splendori.

A livello provinciale la Lega è il primo partito con il 34, 43 per cento dei voti, seguita dal Pd con il 31,67. Il partito di Salvini però arretra rispetto alle europee 2019 (36,5%), mentre il Pd avanza (25,6%). Nella coalizione di centrodestra la Lega ha svolto la funzione di asso pigliatutto. La lista civica per Borgonzoni non raggiunge il 2 per cento, Fratelli d'Italia con l'8,28 per cento (alle europee 4,8) vede sfumare il sogno di un risultato a due cifre, Forza Italia con il 4 per cento va comunque oltre la media regionale (alle europee 2010 aveva avuto il 7,2 per cento).

Nel centrosinistra la lista per Bonaccini presidente ottiene circa il 6 per cento, un risultato buono ma forse inferiore alle aspettative dei promotori. Le altre liste sono tutte molto indietro: Emilia Romagna coraggiosa 2 per cento, Europa Verde 1,76, +Europa 1,3.

Il Movimento 5 Stelle ottiene il 5,46, molto più del candidato presidente Benini, segno evidente che l'indicazione per il voto disgiunto ha avuto un seguito.