Demografia, i riminesi sono 340mila

Venerdì, 13 Settembre 2019

(Rimini) Il dato diffuso oggi dalla Camera di commercio della Romagna parla di una popolazione che sfiora i 340mila residenti nella provincia di Rimini. La somma è quella del 31 dicembre 2018 e il numero preciso è pari a 339.017 persone, in aumento rispetto al 31/12/2017 (+0,50%) e nel medio periodo (ultimi cinque anni) (+1,4%). La dinamica del 2018 mostra un saldo naturale (differenza tra nati e deceduti) negativo di 986 unità, conseguente ad un indice di natalità (6,9 nati vivi ogni 1.000 residenti) inferiore a quello di mortalità (9,8); il saldo migratorio risulta positivo (+2.645, differenza tra iscritti e cancellati, comprensivo anche dei movimenti anagrafici) e tale da recuperare il deficit naturale. Il tasso migratorio netto (saldo migratorio per 1.000 abitanti, comprende il movimento migratorio di stranieri e italiani, N.d.R.) appare positivo (pari a 7,8 immigrati netti per 1.000 abitanti).
La densità demografica provinciale è pari a 393 abitanti per chilometro quadrato, superiore al dato medio regionale (199) e nazionale (200). La popolazione residente si concentra per il 44,4% nel capoluogo di provincia e, in generale, per il 69,6% nei 5 comuni marittimi (Bellaria-Igea marina, Cattolica, Riccione, Rimini e Misano). Il Comune di Cattolica è quello con la maggior densità abitativa (2.872 abitanti per kmq).
Al 31/12/2018 gli stranieri residenti nel territorio riminese risultano 37.180, pari all'11,0% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,3%), ma superiore al dato nazionale (8,7%). I principali Paesi di provenienza dei residenti non italiani sono: Albania (con il 18,5% dei residenti stranieri), Romania (16,2%), Ucraina (13,3%), Cina (6,4%) e Marocco (5,9%).
I principali indicatori demografici evidenziano le caratteristiche strutturali della popolazione del territorio in esame al 31/12/2018 e ne completano l'analisi demografica. La componente femminile della popolazione residente in provincia è leggermente prevalente rispetto a quella maschile (tasso di mascolinità pari a 93,5%). La popolazione anziana (da 65 anni in poi) costituisce il 22,9% di quella totale e gli over 60 superano gli under 30 (rapporto 1,02); l'indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni) è pari a 172,7%, inferiore al dato regionale (182,6%) e in linea con quello nazionale (173,1%). L'età media è pari a 45,2 anni, di poco superiore al dato nazionale (44,9) e in linea con quella regionale (45,7).
Nel territorio in esame, il totale della popolazione in età non attiva (quindi per definizione da 0 a 14 anni e da 65 anni in poi) costituisce il 56,6% di quella in età attiva (indice di dipendenza) e al suo interno è prevalente il carico sociale degli anziani; l'indicatore appare in linea con la media nazionale (56,3%) e migliore del dato regionale (58,9%). Ancora più evidente è lo squilibrio all'interno della popolazione in età attiva (indice di struttura e indice di ricambio): infatti, le persone da 40 a 65 anni sono circa il 50% in più rispetto ai residenti da 15 a 39 anni e quelle con età compresa fra i 60 e i 64 anni (potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro) sono oltre il 35% in più rispetto a quelle di età compresa tra i 15 e i 19 anni (potenzialmente in entrata nel mercato del lavoro).