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Aeroporti, Rimini e Ancona entrambi privati. Ora la "guerra" sarà ad armi pari

Giovedì, 01 Agosto 2019

Sugli aeroporti va in onda uno scenario fino a qualche tempo fa inimmaginabile. Gli aeroporti di Rimini e di Ancona sono entrambi privati, cioè in mano a società che devono coniugare le ragioni dello sviluppo e del servizio al territorio con quelle della tenuta dei conti in ordine. Aerdorica, la società di gestione dello scalo di Ancona, il 29 luglio è stata privatizzata. L'assemblea ha deliberato l'ingresso di Njord Partners, società di investimenti con sede a Londra, quale azionista di maggioranza con il 91,5% del capitale; la Regione Marche, che prima deteneva la quasi totalità del capitale sociale, conserverà l'8,5 per cento delle azioni. L'assemblea ha contestualmente approvato un aumento del capitale sociale fino a 40 milioni, 25 dei quali versati dalla Regione Marche a copertura dei debiti del passato. Njord Partners, da parte sua, investirà 15 milioni di euro per lo sviluppo dell'aeroporto, migliorando le infrastrutture e portandole, questo l'impegno, a standard europei. Aerdorica avrà una nuova governance: l'amministratore delegato è Carmine Bassetti, manager italo-canadeese indicato dall'azionista di riferimento; il presidente sarà invece Hamish de Run, in consiglio siederanno in rappresentanza di Njord Partners Anna Mellgren Fletcher e Arvid Trolle, mentre la Regione Marche designerà un proprio rappresentante.

La nuova gestione parte con progetti ambiziosi: «Intendiamo procedere passo dopo passo nel rilancio dell’Aeroporto delle Marche, in collaborazione con le istituzioni locali e con le rappresentanze del territorio per sviluppare la rete dei nostri collegamenti aerei – ha dichiarato Anna Mellgren Fletcher -.Il nostro obiettivo è di arrivare a raggiungere un milione di passeggeri entro quattro anni con il sostegno delle linee aeree già nostre partner – Lufthansa, Ryanair ed easyJet – e di ulteriori nuovi operatori».

Si conclude così una fase convulsa e drammatica che ha visto l'aeroporto di Ancona rischiare il fallimento, seguendo le sorti di Aeradria. Ma rispetto a Rimini c'è stato un atteggiamento del Tribunale maggiormente “benevolo”, grazie anche al ruolo delle istituzioni locali che non si sono mai tirate indietro, garantendo il massimo sostegno in ogni delicato passaggio. Decisivo poi è stato il fatto che l'Unione europea abbia dato il via libera al finanziamento di 25 milioni, decretando che non si trattava di illegittimi aiuti di Stato.

La privatizzazione di Aerdorica introduce un elemento di novità nel panorama degli aeroporti. Per la prima volta due scali distanti appena 90 chilometri uno dall'altro sono in mani private. Il residuo pacchetto azionario della Regione è ininfluente, visto che in consiglio chi comanda senza ombra di dubbio è Njord Partners. Per Rimini si tratta di una sfida non da poco. Il confronto d'ora in poi sarà fra due azionisti privati e si dovrà dimostrare con i fatti chi ha più filo da tessere. Non ci saranno più guerre dei cieli all'insegna della denuncia di presunti aiuti pubblici (come in una fase ha fatto Airiminum contro Aerdorica). La concorrenza e la “guerra”, se così la vogliamo chiamare, potrà essere solo sui voli e sui servizi per i passeggeri. Vedremo presto quale sarà la reale potenza di fuoco del fondo anglo-svedese. Già il giorno dopo l'ingresso in società, è stata diffusa la notizia che Easy Jet ha confermato i due voli settimanali per Londra Gatwick anche nella stagione invernale.

Come risponderà Rimini? Il Masterplan presentato a fine 2018 da Airiminum è ancora in fase istruttoria da Enac, addirittura sul sito dell'ente, aggiornato al 19 luglio, risulta che ancora non sia stato presentato. Sarà una svista. È auspicabile che adesso che una temibile concorrenza si è affacciata all'orizzonte, anche all'aeroporto di Rimini i più volte annunciati investimenti comincino a prendere una piega concreta.

Per il momento Rimini non ha invece nulla da temere da Forlì, che pure si era sbilanciato ad affermare che avrebbe riaperto il 1 aprile scorso. Le cronache forlivesi informano che l'aeroporto si è impantanato nella solita diatriba fra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Il punto è la riapertura del distaccamento dei Vigili del Fuoco che si può riattivare solo se l'aeroporto viene riclassificato di classe A. Salvini sostiene che l'istanza va presentata al suo ministero, le Infrastruure affermano che l'Interno dà solo il via libera quando l'iter è concluso. In attesa che la diatriba si risolva, l'aeroporto resta chiuso. Guardando in retrospettiva le vicende riminesi, emerge quanto sia stato prezioso che, dopo la gestione del curatore fallimentare Santini, l'aeroporto sia stato tenuto aperto (con la presenza dei pompieri) dall'Aero Club che ha pagato le spese e non si è sentito nemmeno dire grazie.

 

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