Stampa questa pagina

Credit Agricole ha chiuso Eticarim, volontariato a terra

Giovedì, 18 Luglio 2019

Il Gruppo Credit Agricole, che ha rilevato Banca Carim, ha chiuso Eticarim, il portale creato cinque anni fa per raccogliere donazioni a sostegno dei progetti realizzati da organizzazioni non profit. Nessun annuncio ufficiale, nessuna spiegazione: da un giorno all'altro il portale è stato oscurato e se oggi si digita l'url www.eticarim.it un messaggio avverte che il server non è stato raggiunto. Con la chiusura del portale scompare l'ultima iniziativa che ancora portava nel nome il brand dell'antico istituto bancario.

Sembra che Credit Agricole abbia in mente di realizzare un proprio portale nazionale di crowdfunding. “È infatti in corso un progetto - conferma Vincenzo Calabria del Servizio Relazioni Esterne di Credit Agricole - per “riscrivere” dal punto di vista informatico il portale e renderlo disponibile anche per altre province in Italia”. Certo è che la repentina chiusura di Eticarim ha lasciato perplessi tutti coloro che vi avevano collaborato. “Noi – spiega Maurizio Maggioni, direttore di Volontarimini – avevamo una convenzione, eravamo una sorta di soggetto partner. Mi auguro che almeno sia stato salvato tutto l'archivio storico, non solo le varie raccolte fondi, ma anche le notizie successive che documentavano come concretamente erano stati usati i soldi raccolti”.

Una delle motivazioni per la chiusura di Eticarim non può essere che il portale non funzionasse. Basti considerare alcuni dati. Dal 2014 al 2016 erano stati raccolti oltre 311 mila euro, 197 mila da donazioni dirette degli utenti, gli altri come compartecipazione della banca. Ebbene, stando ai datti pubblicati nel rapporto di Starteed sul crowdfunding in Italia al 31 dicembre 2018, Eticarim aveva raccolto 734.424 euro. Ciò significa che nel giro di appena due anni il volume delle donazioni era più che raddoppiato. Peraltro questa è la tendenza del settore: nel 2015 il valore complessivo a livello nazionale era di appena 65 milioni di euro, diventati 133 milioni nel 2017 e quindi 245,65 milioni l’anno scorso. C'è un altro dato interessante: su cinquanta piattaforme di crowdfunding censite, Eticarim si è piazzata al decimo posto. Il portale quindi funzionava e molte organizzazione non profit del territorio riminese hanno potuto usarlo per finanziare le loro iniziative.

Oltretutto, aveva regole di finanziamento molto all'avanguardia. Era completamente gratuito, cioè i beneficiari non dovevano pagare nulla per svolgervi l'attività di raccolta. Inoltre, i fondi venivano assegnati, e non restituiti ai donatori, anche se non veniva raggiunto l'obiettivo fissato.

Ogni anno, in autunno, si svolgeva “Un dono lungo un mese”, una campagna di donazioni che durava appunto un mese e che coinvolgeva numerose associazioni. Nel 2017 erano state 16, e ad essi la banca garantiva il raddoppio se fosse stato raggiunto l'obiettivo (quell'anno era di cinquemila euro). La campagna è stata svolta anche nell'autunno scorso, con un plafond di 50 mila euro da parte della banca per progetti dall'importo massimo di tremila euro ciascuno.

«Fin da subito abbiamo creduto nella positività del messaggio veicolato dal portale Eticarim: per questo come Crédit Agricole abbiamo voluto riconfermare l’impegno a favore delle Organizzazioni Non Profit del territorio con l’iniziativa del raddoppio – dichiarò in quell'occasione Massimo Tripuzzi Direttore Regionale Romagna -. In questi mesi ho potuto constatare quanto la Romagna sia una terra profondamente animata dal valore della solidarietà, che ha visto fiorire centinaia di ONP. “Un dono lungo un mese” vuole essere un tributo alla generosità delle ONP e alla sensibilità di migliaia di volontari che ogni giorno, senza clamore, si dedicano con passione agli altri».

Evidentemente ci hanno ripensato. Hanno ‘trattenuto’ l’idea e la rifaranno destinata al territorio nazionale. Ma il valore del portale riminese era tutto nel rapporto di vicinanza tra quei volontari e i loro concittadini. Un crowdfunding di relazione, potremmo chiamarlo, dove tutti erano grati alla banca che lo rendeva possibile. Ma alla “nuova banca” evidentemente le relazioni locali non interessano.

Articoli correlati