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Cipriani recordwoman delle preferenze, nel Pd spopola Calenda

Lunedì, 27 Maggio 2019

Con 9.354 preferenze conquistate in tutto il collegio del nord est, l'ex sindaco di Montefiore Vallì Cipriani è la recordwoman delle preferenze fra ii candidati alle europee nella provincia. Anche se questo gruzzolo non le servirà per essere eletta (è all'undicesimo posto), potrà consolarsi di essere stata la più votata fra le donne riminesi in lizza. Carla Franchini, del Movimento 5 Stelle, non è andata oltre le 2.955 preferenze. Cipriani ha letteralmente spopolato nella provincia: ha preso 305 preferenze nella sua Montefiore, 1.715 a Rimini, 1.045 a Riccione. Franchini, invece, a Rimini, nella sua città, ne ha prese 428, a Riccione 72. In generale pare che all'elettorato dei 5 Stelle non interessino molto le persone, sono appagati dal votare il simbolo che per quanti vi sono rimasti fedeli evidentemente incarna una certa protesta (dimenticando che adesso è al governo).

Fatte le debite proporzioni, è andato meglio l'ex grillino Marco Affronte che, con un partito del 3 per cento (Europa Verde) è riuscito a portare a casa 2.053 preferenze nel collegio, 347 a Rimini e 49 a Riccione.

In Forza Italia, subito dopo Berlusconi che ha preso 3110 preferenze, brilla in provincia la stella di Valentina Castaldini, bolognese, già portavoce nazionale di Ncd. La provincia di Rimini si è rivelata un suo feudo, visto che su seimila voti di preferenza, più di un migliaio li ha ottenuti proprio qui. Un volto noto come Irene Pivetti si è fermato a 259 preferenze.

Nel Pd grande successo di Carlo Calenda che in provincia raccoglie 7.244 voti personali, distaccando nettamente la vice presidente regionale Elisabetta Gualmini e il parlamentare uscente Paolo de Castro (1561). Il profilo riformista di Calenda è stato molto apprezzato dagli elettori, sia a Rimini che in tutto il nord est dove ha raccolto oltre 272 mila voti.

In Fratelli d'Italia la capolista Giorgia Meloni ottiene 1701 preferenze, secondo è Michele Facci con 264.

Altre curiosità del voto europeo. Anche in Emilia Romagna la Lega è il primo partito con il 33,77, ma il Pd la insegue con il 31,25. Non è più una regione rossa, ma i democratici sono abbondantemente sopra la media nazionale. Per le regionali di novembre la partita è tutta da giocare, anche se il centrodestra parte in netto vantaggio.

In provincia di Rimini il Pd è invece al 25,57 per cento, il che conferma l'ormai storica debolezza della sinistra locale rispetto ad altre province della regione. Tuttavia in provincia ci sono realtà, come Santarcangelo, dove è attestato al 31,79.

La Lega supera il 40 per cento in alcuni Comuni della Valconca, come Montescudo-Montecolombo o Saludecio dove raggiunge addirittura il 45. Si potrebbe dire che il partito di Salvini, in proporzione, va più forte nelle periferie piuttosto che nei centri maggiori.

Forza Italia, un tempo partito con largo seguito, supera appena il 7 per cento, superiore alla media nazionale e inferiore a quella nazionale. Ai berlusconiani resta l'enclave di Bellaria dove hanno ottenuto oltre il 13 per cento.

Il Movimento 5 Stelle, con il 15,71, è tornato alle percentuali del 2011 e si avvia ad essere un movimento fuori da ogni possibilità di vittoria a livello amministrativo. A Cattolica, dove governa, ha raggiunto il 17, percentuale comunque molto inferiore rispetto a quella che portò al ballottaggio Gennari.

A Rimini, dove per le amministrative si voterà nel 2021, i partiti di centrodestra sono al 46,7 per cento, il centrosinistra, sommando Pd, +Europa, Europa Verde e La sinistra, al 35,31. Sulla carta, una sfida già vinta.

Se i voti politici diventano anche voti amministrativi, lo vedremo stasera quando sarà ultimato lo spoglio delle comunali nelle città in cui si è votato, a partire da Santarcangelo e Bellaria.

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