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Rimini bocciata dalla classifica sul BenVivere e la Responsabilità Civile

Sabato, 30 Marzo 2019

Ecco un’altra classifica con cui fare i conti. È una classifica speciale che vuole misurare il nostro Benvivere e la Responsabilità civile nei confronti del territorio. Il pensiero è immediato: ecco finalmente una classifica in cui Rimini potrà eccellere. L’hanno messa a punto, per il quotidiano cattolico Avvenire, tre economisti della scuola dell’economia civile, rappresentata da Stefano Zamagni, appena assurto alla carica di presidente della Pontificia Accademia per le scienze sociali. Gli economisti sono Lorenzo Becchetti, Luigino Bruni e Vittorio Pelligra.

“La nostra idea – scrive Becchetti su Avvenire - è molto semplice e attualizza i risultati più recenti in materia di determinanti di soddisfazione e senso della vita. Le persone possono avere un potenziale enorme (reddito, salute, istruzione) e possono vivere in territori "civilissimi" (privi di corruzione e di ostacoli alla libera iniziativa). Ma se poi passano il tempo sdraiate sul divano manca quell’"ultimo miglio" del benessere rappresentato dalla generatività in atto, ovvero dalla capacità della propria vita di essere utile a qualche altro essere umano. I nostri indicatori vogliono contribuire al dibattito suggerendo che il fine di una comunità umana che vuole essere ambiziosa dovrebbe essere proprio quello della generatività di tutti i suoi membri, soprattutto quelli più ai margini o in difficoltà. E che in futuro temi come soddisfazione e senso della vita e generatività dovrebbero diventare sempre più centrali nelle politiche economiche nazionali e locali”.

Lunga premessa d’obbligo per poter meglio valutare i risultati. Prendiamo il primo indice, quello del Benvivere: siamo al 45° posto, poco più della metà classifica. Ci potremmo accontentare se non scoprissimo che Ravenna è al 12° posto e Forlì-Cesena al 22°. Bologna addirittura è nella top ten, all’ottavo posto.

Corriamo subito a verificare l’indice di responsabilità civile: qui addirittura siamo al 51° posto, anche in questo caso Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna ci precedono, con i ravennati che sono balzati al 5° posto.

Scendiamo nell’analitico, guardando i risultati dei cinque Focus. Il primo riguarda le tendenze demografiche. Siamo al 54° posto e le altre province romagnole e il capoluogo sono dietro di noi. La classifica è compilata prendendo in esame alcuni indici demografici relativi al 2016. Con un po’ di apprensione esaminiamo il focus relativo alla salute psichica, leggendo con attenzione che “Questo focus ha come obiettivo quello di cogliere la coda negativa del benessere soggettivo e della soddisfazione di vita, identificando quegli aspetti propri del malessere psicologico”. Bene, siamo sempre al 54° posto, Forlì-Cesena è al 49° mentre Ravenna (66) e Bologna (65) se la passano peggio di noi.

Arriviamo così alla parola magica usata dal professor Becchetti, generatività, cioè la capacità di incidere positivamente nella vita di altri esseri umani. In un primo momento si prende in esame la generativa in potenza che è l’insieme delle condizioni individuali necessarie per essere potenzialmente generativi (reddito, salute, istruzione). Cominciamo a respirare: siamo al 12° posto, ma i cugini forlivesi sono al 7°, i ravennati al 311° e Bologna scala la top ten conquistando il secondo posto.

Riflettori puntati sulla generatività in atto che “identifica il processo di attivazione individuale e considera tutti i comportamenti generativi dei singoli e l’insieme delle azioni individuali grazie alle quali il processo generativo è in essere”. Rimini è al 25° posto, mentre Ravenna si piazza addirittura al quinto. Per essere generativi, bisogna che sul territorio ci siano le condizioni. Qui andiamo proprio male: scendiamo al 76° posto, mentre Forlì-Cesena è al 24°, Ravenna al 14° e Bologna si piazza ancora una volta nella top ten, all’ottavo posto. Impossibile poter elencare tutti gli indicatori che sono stati usati per giungere a queste conclusioni: si va dall’emigrazione ospedaliera al spesa comunale procapite per famiglie e minori, dalle isole pedonali alla dispersione della rete idrica, dalla densità di verde all’esposizione al rischio frane. Fatto è che secondo questa ricerca nel nostro territorio non ci sono le condizioni concrete per potersi occupare al meglio degli altri. Certamente non è un bel complimento.

La ricerca prende poi in esame dieci “domini” che sono demografia e famiglia, impegno civile, ambiente, cultura e turismo, servizi alle persone, salute, legalità e sicurezza, lavoro, economia e inclusione, capitale umano e accoglienza.

Impossibile riportarli tutti, ciascuno può esaminare l’intera ricerca a questo link. Però su Rimini sono si può non andare a verificare subito come siamo messi quanto a “ambiente, turismo e cultura”. Con l’avvertenza che questo indice ha preso in esame i dati riferiti “all’energia sostenibile, alla raccolta dei rifiuti, all’inquinamento dell’aria, all’inquinamento e allo spreco dell’acqua, alla promozione di buone pratiche di cura del territorio, alla promozione del paesaggio e dei beni culturali, con un importante accento sull’aspetto della cultura come strumento imprescindibile per prendersi cura dei propri territori.” Ebbene Rimini è al 64° posto, Forlì-Cesena al 42°, Ravenna al 17°, Bologna al 21°. Meno male che siamo al 6°posto per quanto riguarda la salute e al 20° posto per l’accoglienza. Siamo in buona salute e accoglienti, per il resto possiamo solo migliorare.