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Non solo aumento dell'Irpef, ma anche 20 milioni di nuovi debiti

Venerdì, 22 Marzo 2019

Non c’è solo l’aumento dell’addizionale Irpef che andrà a rimodulare il bilancio comunale nei prossimi anni. Il sindaco ne ha parlato nei giorni scorsi a Viserba e lo ha ripetuto ieri sera al termine del suo intervento in consiglio comunale: il Comune ha intenzione di fare mutui per 20 milioni di euro per realizzare strade, verde, illuminazione pubblica e videosorveglianza. Significa che si va verso un aumento vertiginoso dell’indebitamento pubblico, dopo che negli ultimi anni, come ama sempre sottolineare l’assessore Gian Luca Brasini, è stato sensibilmente ridotto.

È un argomento su cui punta il dito il consigliere di Rinascita Civica Mario Erbetta: nonostante i 4,8 milioni in più all'anno derivanti dall’addizionale Irpef, il Comune dovrà chiedere alle banche 20 milioni per realizzare altre opere. “Il sindaco prima lo ha annunciato sui giornali, poi smentito dall'assessore al Bilancio sia a Icaro Tv che all'inizio del consiglio comunale e poi riconfermato dal sindaco in chiusura di consiglio comunale: ma si parlano tra di loro?”.

Giovedì sera è approdata dunque in consiglio, con un pubblico delle grandi occasioni, la contestata delibera sull’aumento, quasi il raddoppio, delle addizionali Irpef. La votazione è andata liscia, la delibera è stata approvata dalla maggioranza con la modifica della soglia di esenzione abbassata a 10 mila euro. Le opposizioni hanno compattamente votato contro.

Il dibattito è durato fino a oltre l’una di notte, e ancora mancano da approvare le altre delibere che compongono la manovra e la variazione di bilancio. Com’era prevedibile, è stato un dibattito acceso, con molti fuochi d’artificio fra consiglieri e di maggioranza e opposizione.

Riassumiamo gli argomenti usati dalle minoranze. Oltre al già citato Erbetta, sono intervenuti Carlo Rufo Spina, Gioenzo Renzi, Gennaro Mauro, Luigi Camporesi, Matteo Zoccarato. La giunta si nasconde dietro il paravento dei soldi del bando periferie che sono diventati incerti, ma poteva, e non lo ha fatto usare altre leve. Spina ha riproposto di usare la leva dell’imposta di soggiorno, Renzi il mutuo chirografario e la vendita delle azioni Hera. In realtà la spesa corrente è fuori controllo e gli introiti dell’addizionale servono a coprire i buchi su cui prima erano stati dirottati gli oneri di urbanizzazione. L’amministrazione non fa nulla per attuare una seria spending rewiew, che secondo Spina potrebbe fruttare anche nove milioni di euro. La manovra è iniqua perché a pagare il conto saranno soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati, in un contesto di permanente difficoltà economica delle fasce deboli e di pressione fiscale insopportabile. Argomento, come ha fatto Renzi, accompagnato anche da frecciate politiche: mettete in difficoltà le categorie deboli che una volta la sinistra difendeva. Oppure Camporesi ha osservato che la sinistra fa pagare alle persone meno abbienti una stagione teatrale di cui godrà solo chi può permettersela.

Ma, come ha osservato Simone Bertozzi (Pd), il punto vero al fondo è una scelta politica, che tipo di risposte dare ai bisogni della città. Ed è sulle scelte politiche che si è soffermato il sindaco Gnassi nel suo intervento a chiusura del dibattito. Dietro l’aumento dell’addizionale Irpef c’è la scelta politica di mantenere certi livelli di welfare per scuole e disabili, e di proseguire negli investimenti che riqualificano la città e producono lavoro. In polemica soprattutto con il “senatore a sua insaputa” (M5S) e con la Lega (“Finirà l’onda lunga sui confidate e vi troverete a fare i conti con la realtà”), ha disegnato il quadro delle difficoltà in cui gli enti locali si trovano da almeno 15 anni a causa della progressiva eliminazione di trasferimenti dallo Stato, anzi, con l’obbligo di mandare a Roma anche i due terzi di un’imposta, l’Imu, che dovrebbe essere municipale. Si fa ricorso all’addizionale Irpef perché è l’unico strumento di autonomia finanziaria rimasto in mano ai Comuni. “Noi ci stiamo per una politica di autonomia e responsabilità, ma lo Stato deve darci gli strumenti”.

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