Comune che vai, Irpef che trovi. Ma il raddoppio solo a Rimini

Giovedì, 07 Marzo 2019

Ha ovviamente scatenato le opposizioni la notizia che il Comune di Rimini ha intenzione di raddoppiare l’aliquota dell’addizionale Irpef. Carlo Rufo Spina, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, promette le barricate in consiglio comunale. “In questo momento storico – scrive sul profilo Facebook – non occorre l'aumento delle già alte tasse, ma il taglio degli sprechi, a cominciare dal taglio immediato del sovvenzionamento comunale a tutti gli eventi, bandi e fantomatici affidamenti di servizi inutili, dannosi e a tutti i centri sociali, associazioni amiche e cooperative”. Secondo Spina occorre invece “far pagare affitti e concessioni a chi occupa e utilizza il patrimonio comunale pagando, ad oggi, zero. Gli elenchi di tutto ciò, e dei conseguenti tagli da fare, sono noti. Il consiglio comunale è pieno di mie mozioni discusse e regolarmente bocciate o ancora giacenti intese a raggiungere questo virtuoso obiettivo”.

Gli fa eco Mario Erbetta, capogruppo di Rinascita Civica, che afferma: “lo avevo predetto a dicembre: il partito delle tasse aumenterà l'addizionale Irpef per coprire i buchi di bilancio”. “Durante l'intervento sul bilancio – aggiunge - avevo evidenziato come si stava preparando una nuova stangata sui cittadini riminesi. Non si può fare un pareggio di bilancio sopravvalutando il gettito del recupero di evasione fiscale; non si possono sottovalutare i nuovi costi del teatro come anche i mancati incassi di parcheggi e multe, oltre che dal minor gettito ottenuto dai canoni dei passi carrai. Il Comune aspettava il via libera del Governo e ne ha approfittato subito, ma come al solito pagano sempre i soliti lavoratori. Nessun taglio di spesa ma un altro aggravio della pressione fiscale locale con la scusa del bando delle periferie”.

Finora il Comune di Rimini ha applicato un’aliquota pari allo 0,3 per cento, con una soglia di esenzione fino a 17 mila euro di reddito. La tassa ha finora garantito un’entrata di 4,8 milioni l’anno, l’obiettivo del Comune sembra quello di giungere al raddoppio.

L’addizionale Irpef è una tassa che grava in modo silenzioso sulle tasche dei cittadini. I lavoratori dipendenti hanno la trattenuta in busta paga e pochi riescono a “leggerla” e a capire quanto versano al Comune. Chi presenta la dichiarazione dei redditi, si vede presentare il “conto” dal commercialista e normalmente non indaga quanto di ciò che versa va al Comune o alla Regione. Quando il provvedimento sarà portato in commissione, e poi in consiglio comunale, si potranno conoscere le giustificazioni che l’amministrazione porta per questo enorme rincaro che certamente non farà contenti i cittadini. Un altro aspetto antipatico dell’addizionale, in un territorio in cui tutti denunciano enormi sacche di evasione, è che ancora una volta fa pagare di più chi già compie il proprio dovere di contribuente.

Nella provincia, la situazione nei vari Comuni è molto differenziata. Come un’isola felice si presenta Riccione dove la giunta guidata da Renata Tosi ha deciso di non applicarla. Di recente ha deciso di applicarla Bellaria Igea Marina, che invece resta al momento l’unica località dove non si paga l’imposta di soggiorno. L’aliquota Irpef è vista da Enzo Ceccarelli come l’unico modo di far partecipare tutti i cittadini alla spesa pubblica, visto che altre tasse (vedi Imu) colpiscono solo i proprietari di immobili o, come la Tari, sono il corrispettivo di un servizio. A Bellaria si è optato non per un’aliquota secca, ma con un’aliquota progressiva secondo gli scaglioni di reddito. A Bellaria la soglia di esenzione è fissata a 10 mila euro; fino a 15 mila si paga lo 0,5; da 15 fino a 28 mila si paga lo 0,55; da 28 mila a 55 mila lo 0,6; da 55 mila a 75 mila lo 0,7, ed infine oltre i 75 mila è in vigore l’aliquota massima dello 0,8.

Anche a Santarcangelo si è optato per le aliquote differenziate. Nel 2019 la soglia di esenzione è stata fissata a 15 mila euro. Da 15 a 28 mila si paga lo 0,68 (l’anno scorso era dello 0,73); da 28 mila a 55 mila si paga lo 0,78, si sale allo 0,79 dai 55 ai 75 mila; oltre i 75 mila si applica l’0,8 per cento. C’è stato quindi un calo per la fascia dove verosimilmente si trova il maggior numero di contribuenti. Comune che vai, addizionale Irpef che trovi.