Valli: Santarcangelo è una locomotiva ferma e Samorani può farla ripartire

Domenica, 03 Marzo 2019

Antonio Valli, del comitato per Samorani Antonio Valli, del comitato per Samorani

Antonio Valli, 54 anni, residente a Poggio Torriana, è il responsabile politico del comitato civico Un bene in comune, quello che sostiene la candidatura di Domenico Samorani a sindaco di Santarcangelo. Valli è stato per dieci anni il sindaco di sinistra di Poggio Berni e per un anno sindaco di Pennabilli a capo di una lista civica appoggiata da PD e Lega che poi si è dimessa facendo cadere l’amministrazione. Alle elezioni di Santarcangelo non sarà candidato ma è in prima fila per sostenere Samorani.

Perché ha deciso di impegnarsi a sostegno di Samorani?

“Dopo qualche lustro di impegno politico e amministrativo posso attestare il peggioramento del quadro amministrativo e della qualità del pensiero che lo deve sostenere. Rispetto a questo appiattimento la candidatura di Samorani brilla particolarmente. Questa sua disponibilità è davvero una rarità preziosa. Una persona come lui, con la sua sensibilità e la sua attenzione verso gli altri, che decide di dedicare la propria vita alla cura degli altri fino ad andare in Africa ed in Kurdistan dopo la guerra del Golfo, con il suo spessore morale e civile non ve ne sono mica tante. Addirittura nel quadro politico attuale sono una vera rarità ed è per questo che inizialmente l’ho invitato a pensarci bene ed ora sono contentissimo della sua scelta.”

Intanto provi a dire perché un cittadino di Santarcangelo dovrebbe preferirlo rispetto al sindaco uscente o a un’altra offerta politica…

“Per molte ragioni. Eleggendo un sindaco, si sceglie innanzitutto una persona a cui affidare le scelte che riguardano la propria vita. Si deve scegliere la persona, non si deve scegliere per partito preso. Samorani a Santarcangelo rappresenta un elemento di discontinuità non traumatica. Infatti c’è un sistema che non cambia da 70 anni, sono cambiate le persone, ma il sistema, nei meccanismi e nelle relazioni, è rimasto lo stesso. In realtà come queste si è determinata una distorsione che può nuocere al meccanismo della democrazia. L’alternanza quindi è un grande valore. Inoltre adesso abbiamo un candidato libero come Samorani. Anche nella sua lontana esperienza di consigliere comunale non è stato uomo di partito. Questa sua estraneità alle logiche e ai diktat di partito è una grande garanzia per la città. Può quindi offrire alla città un’amministrazione con una libertà che solo lui può garantire”.

Cosa c’è che non va a Santarcangelo per cui è auspicabile un’alternanza?

“In un passato ormai lontano la città è stata guidata anche con lungimiranza. Basta pensare agli eventi, alle iniziative culturali e il Festival è uno di questi. È stato costituito un capitale sociale e culturale importante. Ma non si può continuare a vivere sugli allori. Santarcangelo può e deve avere un ruolo di traino nella provincia e nella vallata del Marecchia. Adesso invece è come una locomotiva ferma. Deve ripartire, deve recuperare la propria importanza per la città e per il territorio di riferimento, uscendo dalla subalternità a Rimini”.

In cosa si è manifestata questa subalternità a Rimini?

“Vedo in tutte le scelte compiute da Santarcangelo le logiche di partito. Per esempio sto approfondendo la situazione attuale dell’ASP, l’azienda di servizi alla persona. L’azienda era precedentemente di vallata (riunendo le strutture di Santarcangelo e di Verucchio) mentre ora è stato realizzato l’accorpamento con Rimini. Dal punto di visto del bilancio comunale, risulta che si è passati da un attivo a un passivo. Una operazione che non fa certo il bene della città e la stessa cosa vale per il riordino sanitario fatto nel 2016 in ambito di area vasta. Aver ceduto a Forlì la direzione della chirurgia senologica santarcangiolese, una vera e propria eccellenza certificata, è un grave danno per l’ospedale e per la città. Nonostante le promesse hanno fatto il contrario e hanno ceduto a logiche diverse da quelle cittadine”.

Secondo voi Santarcangelo deve uscire anche dall’Unione dei Comuni della Valmarecchia?

“L’Unione è stata snaturata quando è stata estesa a tutta la vallata. Seguendo logiche differenti da quelle amministrative hanno messo assieme realtà totalmente differenti: cosa hanno in Comune Santarcangelo e Casteldelci? Infatti dentro a questa Unione sono state introdotte logiche di partito: i consiglieri, anziché rappresentare i rispettivi territori, hanno formato gruppi in base all’appartenenza politica. L’Unione può avere un senso se è limitata alla bassa vallata e se è centrata esclusivamente sulla gestione dei servizi. Con l’alta valle sono utili dei tavoli di concertazione su specifici temi amministrativi”.

Non crede però che a Santarcangelo manchi un casus belli, come il Trc a Riccione, che possa spingere i cittadini a provocare il cambiamento politico?

“Mi auguro che i cittadini non debbano votare mai per disperazione. A Santarcangelo, se vogliamo, il casus belli è la presenza di un candidato che davvero può essere definito il candidato di tutti poiché con la sua libertà da logiche di partito può far emergere energie nuove dal basso. Infatti questo lo rende apprezzato da tanti cittadini di differenti percorsi personali, sia di destra che di sinistra. Solo un candidato che ha una visione come la sua può far ripartire la locomotiva Santarcangelo. Non come si è mosso il sindaco attuale sulla questione Amazon”.

Cioè?

“Credo che un sindaco abbia poco da gioire per il possibile arrivo di Amazon. A parte le condizioni dei lavoratori, stigmatizzate opportunamente da Samorani, ci sono tutte le possibili ripercussioni sul tessuto economico locale. Se verrà attivato il servizio di consegna entro un’ora, tutte le attività commerciali ne risentiranno pesantemente con riflessi negativi sia economici che sociali. Serve una visione alta come quella di Samorani, una visione libera che risponde solo alla città”.

Non risulta però che il magazzino che si apre a Santarcangelo svolga questo servizio.

“Non mi risulta che ci siano delle preclusioni o impedimenti perché possa farlo in futuro”.

Torniamo al punto precedente. Santarcangelo appare come una città dove si vive bene. Perché dovrebbe cambiare? O è una percezione sbagliata?

“Noi godiamo ancora oggi degli effetti di scelte lungimiranti di un ormai lontano passato. Non diciamo che la città è brutta perché Santarcangelo è una bella città ma è diventata una locomotiva ferma. La corsa che proponiamo di fare è quella verso il meglio. Tutti sono chiamati a portare carbone perché la locomotiva riparta. La nostra proposta è che ciascuno, nessuno escluso, possa lavorare in questa direzione. Basta con le logiche divisive di partito che tagliano in due la città, perché questa è la causa del declino: si deve riportare Santarcangelo al rango che le compete”.