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Sequestro Rovereta, Petroltecnica: “Siamo a norma. Anche l’Istituto superiore di sanità ha fatto le sue verifiche”

Giovedì, 21 Febbraio 2019

(Rimini) “Petroltecnica e Rovereta svolgono attività e forniscono servizi molto diversi tra loro”. E’ quanto chiariscono oggi in conferenza stampa i vertici delle aziende di Cerasolo poste da martedì sotto sequestro dal nucleo ambientale dei carabinieri. “Il sequestro preventivo effettuato dai Noe in data 19 febbraio riguarda - precisano soprattutto - un’area di stoccaggio che appartiene all’attività esclusiva di Rovereta. Non c’è nessun sequestro che coinvolga Petroltecnica. Rovereta, quindi, viene menomata nella parte impiantistica che è fondamentale per la Società e ne mette a dura prova il futuro”.

Le motivazioni. “La non ottemperanza a delle prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), discutibili e comunque oblazionabili ; la questione delle emissioni odorigene”. Queste le motivazioni date ai manager. “Sotto questo secondo profilo, l’ordinanza di sequestro che ci riguarda non contiene un numero o dato ma una generale “sensazione” riguardo ai rifiuti trattati. Noi vogliamo parlare di numeri e di fatti. A tal fine l’Azienda comunica che gli indici normativamente previsti sono ampiamente rispettati in tutte le fasi delle attività e nel prodotto finale. Le lavorazioni che Rovereta effettua sono principalmente basate su tecnologie di biopile, bioremediation e soilwashing. Si tratta di tecniche di finalizzate al recupero del rifiuto, di tipo fisico e meccanico, senza che si creino reazioni chimiche”.

Un po’ di numeri. “Rovereta tratta e recupera 40.000 tonnellate di terreno, tratta 10.000 tonnellate di rifiuti di liquidi oliosi e recupera 4 milioni di litri di idrocarburi. Il terreno trattato viene sottratto alle discariche, che sono la triste “eredità” che lasceremo ai nostri figli e nipoti e che costituiscono l’unica alternativa al recupero. I terreni da noi recuperati sono prelevati da strade e piazze e prima di arrivare a noi sono contaminati da idrocarburi”. Mettere in discussione “il nostro operato, le nostre tecniche e le metodologie utilizzate vuol dire mettere in discussione il modo in cui in Italia vengono trattati da tutti gli operatori del settore 1 milione di metri cubi: una montagna di 100x100x100 metri che, se fosse da considerare rifiuto e non materiale recuperato, andrebbe a rendere ancora più critico il problema enorme delle discariche”.

Il Gruppo. Petroltecnica e le aziende del gruppo sono presenti sul territorio dagli anni ’50. Petroltecnica, la capogruppo, è una società di servizi ambientali che opera prevalentemente nel mondo degli idrocarburi e che, dalla metà degli anni ’80 ha affiancato ad una attività tradizionale legata ai serbatoi, una serie di attività più “ambientale” tout court “sviluppando negli anni un know how in materia di bonifiche riconosciuto a livello nazionale ed internazionale. Come gruppo di aziende negli anni abbiamo ottenuto diversi premi, accomunati dal riconoscimento comune di una capacità di innovare attraverso soluzioni tecnologiche d’eccellenza e processi ispirati alla bioremediation nel campo delle bonifiche a favore della tutela delle matrici ambientali, della sicurezza sul lavoro e dell’economia circolare”. Nel corso degli anni, inoltre, “abbiamo ricevuto molti riconoscimenti da parte dei nostri principali clienti a testimonianza della nostra competenza, esperienza e attenzione alla sicurezza, come, solo a titolo esemplificativo, il Safety Award conferiti dalla Exxon. I nostri Project Manager e i nostri tecnici vengono sistematicamente invitati nei workshop e corsi organizzati dalle Università italiane. Noi siamo professionisti dell’attività ambientale, abbiamo in forze circa 140 laureati tra geologi, ingegneri ambientali, chimici, biologi e altre materie ambientali”.
I vertici di Rovereta ritengono “di rispettare tutte le norme e ci siamo sempre spinti anche oltre, nella difesa della salute dei nostri lavoratori e dell’ambiente, utilizzando tutta la capacità che il nostro gruppo riesce a mettere insieme. Siamo abituati dalle norme e dalla nostra cultura aziendale a parlare coi numeri e non con le sensazioni. Eppure veniamo messi in discussione senza che i nostri detrattori e coloro che ne assumono veritiere le dichiarazioni, forniscano un solo numero a sostegno delle loro impressioni che, peraltro, si basano anche sulle dichiarazioni di 5 persone di un comitato che è dotato di scarsa cultura ambientale”.

Odori. “Dal punto di vista dei controlli, oltre a quelli di routine effettuati dall’Arpa, importanti studi ufficiali testimoniano la nostra corrispondenza alla normativa”. Per esempio, “dal dicembre 2005 è attiva una rete di monitoraggio che controlla settimanalmente punti specifici interni ed esterni allo stabilimento (fino ad una distanza di oltre 1,5 km), finalizzati alla determinazione del contributo specifico dell’attività di trattamento di rifiuti; tali dati sono tutti disponibili ed assicurano in merito alla inesistenza di rischi”. Nel corso degli anni sono anche state eseguite campagne specifiche da parte dell’istituto Maugeri di Milano e dell’Istituto Superiore della Sanità. “Dell’intero volume di emissioni, solo il 50 % veniva generato da tre società; solo un terzo era ascrivibile alle attività di trattamento rifiuti”.
La Asl “ha eseguito autonomamente una campagna con rilevatori personali sui dipendenti convolti nel trattamento rifiuti e sui dipendenti delle società limitrofe. Ancora una volta venne dimostrata la non rilevanza in termini di rischio”.
Rovereta ha anche aderito alla cabina di regia finalizzata al monitoraggio della situazione, promosso dal Comune di Coriano. “Nonostante il nostro fattivo apporto collaborativo, la cabina di regia non ha prodotto risultati”.

Indotto. “Le nostre aziende impattano in maniera significativa sul territorio riminese e di Coriano; il gruppo occupa 320 persone, di cui oltre il 60% residenti nella provincia di Rimini e la ricaduta positiva sulle attività economiche del territorio vale diverse decine di milioni di euro”.
Il succo della questione. “Il nostro è un settore molto competitivo e non ci possiamo permettere inciampi come quello occorso. In conclusione ci teniamo a ribadire che noi riteniamo di essere nella norma, ma siamo comunque disponibili a fare di più, nell’ottica di agevolare un impatto migliore sotto il profilo della percezione”.