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Lotta alla corruzione, il comune sposta i dirigenti

Venerdì, 01 Febbraio 2019

(Rimini) Rotazione del 30% dei dirigenti e del 16% delle posizioni organizzative, lo spacchettamento dei procedimenti di appalto in modo da avere un controllo incrociato, il monitoraggio della frequenza degli accessi agli uffici comunali e un costante controllo per il rispetto del codice di comportamento dei dipendenti. Sono alcune delle azioni messe in campo nell’ultimo anno a prevenzione dei comportamenti irregolari nella pubblica amministrazione e riproposte nel piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019-2021 approvato ieri dalla Giunta. Il piano prende in esame il complesso dell’attività gestita dal Comune ed evidenzia le azioni specifiche e le misure da proseguire o implementare, in continuità col percorso avviato già negli anni scorsi.
Un piano di azioni mirate che negli ultimi mesi si è tradotto in particolare nella revisione dell’assetto organizzativo generale dell’Ente e nella rotazione di alcuni incarichi dirigenziali: nel corso del 2018 si è determinata la rotazione di ben 6 dirigenti sui 20 in servizio pari al 30% degli incarichi dirigenziali. Sempre nel corso del 2018, a seguito della riorganizzazione generale dell’Ente, si è determinato un nuovo assetto delle strutture di rango non dirigenziale, con la rotazione degli incarichi di posizione organizzativa risulta pari al 19,35% delle posizioni totali (6 unità su 31).
Il piano - elaborato dal Responsabile anticorruzione dell’Ente con la collaborazione e il coinvolgimento dell’intera struttura organizzativa, così come dei contributi, osservazioni e proposte di cittadini e associazioni - prevede “contromisure centralizzate” (azioni cioè traversali ai vari settori) e “contromisure decentrate” (di competenza delle diverse aree).

Ad esempio, nella delicata materia di appalti, si è messo a punto uno ‘spacchettamento’ dei procedimenti: in concreto un appalto pubblico non è mai gestito unicamente da una struttura, ma viene preso in carico nelle varie fasi da uffici diversi – ad esempio l’ufficio contratti a supporto dell’ufficio lavori pubblici che pubblica un bando per l’affidamento della realizzazione di un’opera – in modo che la stessa procedura sia di competenza di una pluralità di soggetti, con conseguente riduzione dei rischi derivanti dal fenomeno corruttivo.
Altra misura che continua è quella relativa al controllo e alla registrazione di tutti gli accessi del pubblico a quegli uffici più esposti al rischio, ad esempio quelli che sono interessati da appalti e gare o quelli che si occupano del rilascio di contributi. E’ in atto un meccanismo attraverso cui si traccia il flusso di presenze di pubblico, registrando nome di chi si reca all’ufficio, quanto tempo si trattiene e il motivo per cui ci si rivolge, consentendo così di accertare situazioni insolite e meritevoli di approfondimenti, come persone che frequentano certi uffici con troppa assiduità e verificarne il motivo.
Tra le azioni inoltre si prosegue con la digitalizzazione dei procedimenti dell’Ente e in particolare degli archivi delle pratiche edilizie, impegnativo processo avviato nel 2017 e che andrà a completamento nei prossimi mesi, e il monitoraggio del comportamento corretto del personale (controlli a campione di almeno il 20% delle certificazioni di malattia; la rilevazione delle presenze in tempo reale e segnalazione delle anomalie riscontrate ai dirigenti responsabili).


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