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Elezioni Santarcangelo, De Vita (Popolo della famiglia): lezione don Sturzo non è superata dai tempi

Venerdì, 18 Gennaio 2019

(Rimini) “Voglio esprimere a nome del ‘Popolo della Famiglia’ di Rimini il mio apprezzamento per l’interessante iniziativa che la Parrocchia di Santarcangelo”. A parlare è Sergio De Vita esponente riminese dle Popolo della Famiglia, riferimento all’inizativa della parrocchia della Collegiata che “in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio, ha messo in campo, invitando la città a confrontarsi sui temi del bene comune e della pace sociale così come emergono dall’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, esortazione nella quale si indicano alcuni criteri per “la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”. Si tratta di quattro incontri che, prima di tutto, ci dicono che la lezione di don Sturzo non è superata dai tempi: l'idea stessa di un cristianesimo come fonte di ispirazione nell'azione politica è ancora attuale”, sottolinea De Vita.
De Vita Ricorda che “cade proprio oggi, 18 gennaio, l'appello ai "liberi e forti" di don Luigi Sturzo, che diede il via alla storia del popolarismo in Italia, un progetto che “ispirandosi ai saldi principi del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell'Italia, intendeva, nel nuovo assetto dei popoli, rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi". Come ci ha ricordato recentemente Mario Adinolfi, un sacerdote rompeva così mezzo secolo di cattolicesimo politico italiano impotente e inchiodato al non expedit dicendo che la missione di civiltà che spetta agli italiani deriva dalla radice e dall'ispirazione cristiana".

"E’ necessario che i cattolici italiani recuperino questa coscienza di sé per superare l'attuale condizione di sostanziale irrilevanza politica proprio a partire da una riflessione sul popolarismo di don Sturzo e sulla sostanziale differenza che lo distingue dal moderno populismo. Mentre il populismo mira a sovvertire le basi della rappresentanza, sostituendola con il principio di identità fra governanti (leader) e governati (popolo) - da cui consegue una concezione dello stesso popolo inteso come comunità organica coesa, tale da confinare ogni alterità politica dietro la categoria discriminante di "non-popolo" - nella prospettiva sturziana, non vi è spazio per un populismo in cui il leader è convinto e pretende di incarnare il popolo, né per una nozione di popolo organicistica. L’attributo "popolare" sta ad indicare piuttosto il metodo della partecipazione delle persone alla vita civile. Da qui il ruolo del partito nel contesto democratico come uno strumento di partecipazione e non come rappresentante del popolo. Perché affermare che il proprio partito rappresenti "il Popolo" significa precludere una legittimità "popolare" a tutti coloro che non si riconoscono in quel partito”.
“Ben venga dunque questa iniziativa del Parroco della Collegiata, utile a tutti per ripensare ai fondamenti dell’azione politica: prima di dividerci sulle concrete proposte amministrative e programmatiche è bene riscoprire le ragioni dell’unità, che stanno nel “bene comune” e nella “pace sociale”, come recita il titolo del ciclo di incontri”.


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