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Bellaria, chiuso il film festival: premiati Pavan e Reuschel

Lunedì, 31 Dicembre 2018

(Rimini) Con quasi 3000 presenze, si è chiusa la 36ma edizione del Bellaria Film Festival, tenutasi dal 27 al 30 dicembre. Forte la presenza di giovani, che ha permesso, assieme alla nuova direzione artistica affidata a Marcello Corvino, di rilanciare il festival, con 18 film in gara (tra 93 proposte) sul tema articolo IX della Costituzione Italiana.
Ha vinto per il concorso Bei Doc (documentari di qualsiasi formato con durata massima 90 minuti), "Tutto è scritto" di Marco Pavan, di Treviso, premiato con 3000 euro. La motivazione dice: "Per la forza espressiva e la maturità linguistica con le quali ha mostrato aspetti fondamentali e sottaciuti del pensiero islamico come la cultura, la bellezza e la responsabilità nei confronti della grande eredità del sapere. Un fraseggio filmico profondamente incisivo". Il Bei Young Doc, per i documentaristi under30, è stato vinto invece da "Riski" di Otto Reuschel di Trieste, a cui sono andati 1000 euro. Motivazione: "Per la capacità di saper catturare l'urgenza e filmarla, per aver trattato il tema dell'immigrazione con sguardo inedito e pregnante offrendo spunti di riflessione lontani dalla retorica. Un linguaggio registico che nulla concede al compiacimento." Il Doc con la migliore colonna sonora, scelto dal pubblico, è stato invece "Beo" di Francesca Pirano e Stefano Viali, a cui va il Premio Speciale Luis Bacalov di 500 euro.

Bei Doc a "La morte legale" di Silvia Giulietti e Giotto Barbieri, "per la forza e la partecipazione con cui ha saputo ricostruire il processo creativo ed emozionale di un film leggendario - Sacco e Vanzetti - che ha narrato i pregiudizi, le discriminazioni e le ingiustizie delle grandi istituzioni. Una vicenda esemplare che rimane un monito per la nostra contemporaneità." Bei Young Doc a "Via San Cipriano" di Lea Schlude Ambrosino, "per l'approccio delicato e sentito nei confronti di una generazione, filtrata attraverso l'esperienza personale, che le permette di coglierne la grazia."Il presidente della giuria, Moni Ovadia, si dice convinto “che bisogna lavorare affinché il Bellaria Film Festival continui ad avere un futuro "luminoso", faremo di tutto perché il documentario si affermi come un'arte non subordinata al cinema". Lina Wertmüller, ospite speciale e anima del festival, ha ricevuto il premio alla carriera durante la serata conclusiva. "Essere più o meno famosa a me poco importa. Quello che conta è fare del buon cinema, e soprattutto avere la possibilità di farlo. Ci vogliono dei 'capitali' per realizzare dei film, il mio invito è quello di mettere a disposizione più risorse economiche. Questo è quello che conta”, ha detto.


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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