Stampa questa pagina

Eurowings chiama, Rimini non risponde. Storia su cui riflettere

Mercoledì, 12 Dicembre 2018

Nella stagione turistica 2019 ci sarà, stando a quanto anticipato dall’amministratore delegato Leonardo Corbucci, qualche volo in più all’aeroporto di Rimini. Tornano i russi di Ural Airlines che si erano trasferiti a Bologna, Ryanair amplia le proprie rotte aggiungendovi Budapest e Cracovia, la tedesca Lufthansa collegherà Monaco con il Fellini con un volo di linea.

Fra le novità, avrebbe potuto esserci anche un volo, sempre dalla Germania, proposto da Eurowings, la compagnia low cost di Lufthansa. Purtroppo non è andato in porto. È una storia che mette in luce le persistenti difficoltà di una collaborazione fruttuosa fra l’aeroporto e il territorio.

Da quanto risulta a BuongiornoRimini, circa due mesi fa ad Airiminum è arrivata una proposta di Eurowings. I termini erano i seguenti. La compagnia avrebbe attivato due voli settimanali dalla Germania, con destinazioni da scegliere da parte dell’aeroporto e del territorio. Voli che avevano la capacità potenziale di portare a Rimini fino a 20 mila passeggeri. L’operazione ovviamente aveva un costo, la compagnia chiedeva di ridurre al minimo il pagamento dei servizi aeroportuali. Fatti i conti, Airiminum aveva individuato nella cifra di 240 mila euro la somma necessaria all’operazione.

I vertici della società di gestione hanno quindi pensato di coinvolgere il territorio. Hanno bussato alla porta della Camera di Commercio, e si sono rivolti ai rappresentanti delle categorie economiche, albergatori, commercianti, artigiani, industriali. Ci sono stati contatti individuali e anche riunioni di gruppo. A quanto pare, è subito emersa la difficoltà a racimolare la somma che, va precisato, era proporzionale al numero di passeggeri effettivamente sbarcati a Rimini. Fossero stati di meno, la richiesta si sarebbe abbassata. Per facilitare le cose, a un certo punto Airiminum ha deciso di offrire anche un proprio contributo. di 40 mila euro, restavano quindi 200 mila euro, 10 a passeggero.

Un’adesione convinta è venuta dagli albergatori di Riccione: fra loro, il comune e tutto il sistema cittadino avrebbero garantito 20 mila euro. “Ci è sembrata una proposta ragionevole. - afferma il presidente Rodolfo Albicocco – Il mercato tedesco ci interessa e i costi proposti erano nell’ordine delle cose. Noi siamo sempre disponibili di fronte alla concreta possibilità di portare nuovi turisti sul territorio”. D’altra parte, nel 2011, ai tempi di Aeradria, era stata fatta una ricerca secondo la quale per ogni turista sbarcato all’aeroporto c’era un indotto di circa mille euro a testa: 900 mila passeggeri, 970 milioni di indotto.

Ma alla risposta positiva di Riccione se n’è aggiunta solo una seconda, quella dei commercianti, gli altri hanno declinato l’offerta. L’Associazione albergatori di Rimini ha fatto un ragionamento diverso. “Le associazioni in quanto tali – spiega la presidente Patrizia Rinaldis – non hanno risorse sufficienti. Bisognerebbe rivolgersi ai singoli privati, ma è difficoltoso e manca lo strumento. Inoltre bisogna capire che un turista che arriva porta ricchezza a tutto il territorio e non ci si può rivolgere solo agli albergatori. Tutti devono fare la loro parte, ciascuno deve assumersi la propria responsabilità”.

La società di gestione dell’aeroporto avrebbe potuto coinvolgere anche il Comune, ma probabilmente la presenza dell’Amministrazione al tavolo non avrebbe avuto un effetto risolutivo. Ancora è lontana la parola fine al processo Aeradria (dove è imputato anche il sindaco Gnassi) e la questione di un sostegno economico all’aeroporto resta quindi un nervo scoperto, anzi una ferita bruciante. Certamente anche nell’atteggiamento delle associazioni di categoria c’è più di una riserva mentale, visti i guai giudiziari a cui sono andati incontro i loro colleghi che si erano lasciati coinvolgere nella gestione di Aeradria. Nella vicenda pesa pure il fatto che Airiminum ha cominciato solo da poco a cercare un rapporto empatico con il territorio, e il territorio ha guardato spesso con diffidenza al “marziano” atterrato a Miramare.

“C’è bisogno di uno strumento nuovo – insiste Rinaldis – che distribuisca equamente fra tutte le categorie economiche gli oneri del sostegno a iniziative di promozione turistica e anche di sviluppo dell’aeroporto. Uno strumento nel quale sia coinvolto anche il Comune, che potrebbe destinare parte dell’imposta di soggiorno a questi scopi”. È il ritratto della Dmc, la società di destination management che Palazzo Garampi ha deciso di costituire. Dove funziona – vedi Bologna – è la Dmc, alla quale partecipa tutto il territorio, che tratta con le compagnie low cost per nuovi voli al Marconi. Si può però aggiungere che gli strumenti nascono, e poi funzionano, se si crea un clima di fiducia reciproca e di compartecipazione allo stesso scopo. Ciascuno dovrà fare un passo in avanti.

Articoli correlati