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Politiche per la famiglia, De Vita: Lega “improvvisata e generica”, cattolici "noncuranti"

Lunedì, 26 Novembre 2018

(Rimini) Parla di “occasione mancata in consiglio comunale a Rimini per promuovere politiche in favore della natalità e della famiglia”, il referente del Popolo della famiglia Sergio De Vita. Giovedì scorso, il consigliere leghista Matteo Zoccarato, “presenta - racconta De Vita - una mozione un po’ improvvisata fatta di generiche dichiarazioni, richiesta di contributi economici non meglio precisati e una campagna mediatica massiccia in favore della natalità”. Pare, va avanti De Vita, “una riproposizione a livello locale di quella stessa mancanza di idee che si è materializzata nella legge di stabilità presentata dal Governo giallo-verde, nella quale, dopo tanti proclami, per la famiglia non c’è quasi nulla se non la riproposizione del “bonus bebè”, già fatto dai precedenti governi e risultato del tutto inefficace come incentivo alla natalità”.
D’altra parte, “gli stessi cattolici presenti in Consiglio danno dimostrazione di disinteresse e noncuranza verso il tema. Addirittura, il consigliere Kristian Gianfreda di Rimini Attiva, si legge sui giornali, prima dichiara che non può che essere d’accordo con politiche a favore della famiglia, dichiarazione che mette subito in allarme l’assessore (cattolico) Gloria Lisi, poi annuncia il suo voto di astensione e infine vota contro la mozione”, ricorda De Vita.

“Possibile che nessuno dei nostri eletti si rende conto che il crollo della natalità rappresenta la prima emergenza nazionale cui porre rimedio, perché le conseguenze di un saldo nati-morti costantemente negativo sono devastanti e capaci di minare le colonne portanti dell’intero sistema sociale? Pensare di porvi rimedio attraverso l’immigrazione di persone dall’estero è una politica irresponsabile che sottovaluta i costi umani e sociali”, sottolineano dal Popolo della famiglia.
“Non è certo attraverso campagne mediatiche in favore della natalità, come propone ingenuamente il consigliere leghista Zoccarato, che il problema può essere affrontato. Occorre piuttosto mettere al centro dell’azione politica la cultura della vita, favorendo il riconoscimento della decisiva funzione sociale e lavorativa svolta dalla donna attraverso la maternità e la cura della famiglia. Per questo il Popolo della Famiglia vuole istituire il “Reddito di Maternità” e ha presentato una proposta di legge popolare che è stata depositata presso la Corte suprema di Cassazione il 9 novembre 2018, per la quale la raccolta firme inizierà in tutta Italia il 28 novembre”.

Il Reddito di maternità “è un intervento strutturale e non la solita una tantum in stile "bonus bebè”. Esso prevede dodicimila euro netti annui alla mamma che non ha altri redditi o impieghi per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili alla nascita di un altro figlio, vitalizi alla nascita del quarto figlio o di un figlio disabile. La donna potrà così lavorare o restare in famiglia ad accudire i figli come propria libera scelta, per il tempo che desidera, senza che il lavoro debba essere una scelta imposta dalle circostanze e dalle necessità”.
A regime, “il Reddito di maternità costerà tre miliardi di euro all’anno. La proposta di legge indica lo stanziamento del primo triennio. Per il Popolo della Famiglia è fondamentale la sostenibilità finanziaria della proposta e per questo sono stati indicati anche i centri di spesa da cui trarre i fondi”.


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