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Turismo, l'imposta di soggiorno e la lotta alla zanzara tigre

Lunedì, 29 Ottobre 2018

Il consiglio comunale a Rimini ha recentemente modificato il regolamento dell’imposta di soggiorno. Come si è visto nel dibattito, la discussione, più che sugli aspetti tecnici, ha toccato i ventilati aumenti dell’imposta e, a ricaduta, l’utilizzo dei proventi.

Nel 2017 l’imposta ha fruttato alle casse comunali di Rimini il bel gruzzolo di 7 milioni e 200 mila euro. A quanto pare, resta comunque un insoluto di 250 mila euro. Ecco perché le proposte di modifica al regolamento mirano a rendere più stringente l’obbligo degli albergatori a versare quanto incassano dai turisti. La dichiarazione dovrà essere trimestrale, come i versamenti: in modo che il Comune possa subito verificare se l’albergatore ha trattenuto qualcosa. È introdotto l’obbligo agli esercenti di utilizzare il servizio online. Ogni anno l’albergatore dovrà presentare una resa del conto giudiziale, cioè un riepilogo generale. Cadenza periodica delle dichiarazioni e servizio online sono da tempo già introdotte dal Comune di Riccione. Nella Perla Verde l’incasso dell’imposta ammonta a circa 3,5 milioni ovvero poco meno della metà di quanto incamera Rimini. Tuttavia Riccione ha un terzo degli esercizi ricettivi rispetto a Rimini, 440 contro 1.216; se si considerano solo gli alberghi il rapporto è di 398 contro 1.105. Sembrerebbe quindi che Riccione riesca, in proporzione, ad incassare molto di più. Se invece si considerano i posti letto totali sono 35.554 contro 74.638, e in questo caso torniamo alla stessa proporzione dell’incasso.

Ormai gli albergatori, tranne le “pecore nere” che cercano di evadere, hanno accettato e digerito l’imposta di soggiorno. Quel che invece fa discutere e storcere il naso, a proposito degli aumenti che saranno deliberati a Rimini, è l’impiego di questi fondi. La legge che l’ha reintrodotta nel 2011 stabilisce che il gettito dell’imposta di soggiorno sia destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché i servizi pubblici locali. Una definizione generale, se non generica, entro la quale, in un Comune a prevalente economia turistica, è possibile far passare di tutto. C’è così chi teme – lo hanno fatto gli esponenti dell’opposizione in consiglio – che l’imposta serva a coprire i buchi di bilancio e non per interventi prettamente finalizzati ad incrementare l’economia turistica. Sullo sfondo, la prospettata riforma nazionale, con il ministro Centinaio che la vuole trasformare in una tassa di scopo. Ma a ben guardare l’attuale definizione di legge, non è già in qualche modo una tassa di scopo?

Vediamo allora come viene utilizzata. A Riccione i 3,5 milioni vengono impiegati per gli eventi di Natale, primavera ed estate, un ambito in cui la giunta Tosi ha deciso di investire e caratterizzare la propria azione; per la promozione turistica ovvero la partecipazione a fiere, le iniziative nelle località montane, l’accordo con Trenitalia; e infine collaborando agli eventi sportivi che a Riccione portano numerose presenze.

Per Rimini abbiamo un resoconto ancor più dettagliato. Un milione e 82 mila euro vanno alle iniziative turistiche, dalla Motogp al finanziamento dei comitati locali. Le iniziative culturali assorbono 1,5 milioni: c’è dentro la Sagra Musicale Malatestiana, il Festival del mondo antico, altre spese minori di tipo culturale, ma anche 264 mila euro per interessi passivi del diritto di superficie Valloni e interessi passivi “riguardanti servizi culturali diversi”. Le manifestazioni sportive assorbono 85 mila euro. Negli interventi di riqualificazione, la somma più consistente, 2,5 milioni, va alla gestione del verde pubblico; più di un milione alla manutenzione delle strade e alle ordinanze di modifica della circolazione; oltre un milione anche per gli interessi passivi relativi a viabilità e fogne; 250 mila euro vanno alla videosorveglianza; ci sono anche circa 200 mila euro per la lotta alla zanzara tigre. Certamente se non ci sono le zanzare anche i turisti sono più contenti, ma questo, come altri interventi, ad esempio gli interessi passivi per i mutui, potrebbero tranquillamente essere collocati in altre voci di bilancio. Il punto è sempre quello: non essendo cogente la definizione di legge, cosa è inerente al turismo in una città che prevalentemente vive di questa attività economica?

Quando passeranno gli aumenti che l’amministrazione ha in mente, le nuove tariffe per gli alberghi di Rimini dovrebbero essere le seguenti:

Alberghi

Attuale tariffa

Futura tariffa

1 stella

0,50

1,00

2 stelle

0,70

1,20

3 stelle

3 stelle superior

1,50

2,00

4 stelle

4 stelle superior

2,50

3,00

5 stelle

3,00

3,50

A Riccione invece le tariffe sono le seguenti:

Alberghi

Tariffa 2018

1 stella

0,50

2 stelle

0,70

3 stelle 3 stelle superior

1,80

4 stelle

4 stelle superior

3,00

5 stelle

4,00

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