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Bando periferie, la verità della Lega

Giovedì, 09 Agosto 2018

"Sul bando periferie occorre fare chiarezza”, precisano la deputata della Lega Elena Raffaelli e il segretario provinciale della Bruno Galli, i merito all’emendamento al decreto milleproroghe approvato nella notte tra lunedì e martedì scorso dal Senato della Repubblica. “Prima di tutto è bene sapere che il Pd, prima con Renzi e poi con Gentiloni, ha dispensato promesse che non poteva mantenere e garantito soldi che non poteva spendere. Il bando periferie infatti è stato finanziato (dal governo precedente) per metà dell’importo complessivo con le risorse stanziate sulla base di una norma (comma 140 della finanziaria del 2016) sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale (sentenza n. 74 del 2018 della Corte Costituzionale). Quindi – spiegano i leghisti - i primi 24 progetti che peraltro hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100 ed erano immediatamente esecutivi verranno finanziati regolarmente, mentre quelli rientranti nel secondo blocco su cui ricade un principio di illegittimità in termini di copertura finanziaria sono, al momento, in stand by. Oltretutto – rimarcano la Raffaelli e Galli – gran parte di quest’ultimi progetti non sono esecutivi e difficilmente potrebbero diventarlo vista la palese carenza progettuale. È evidente allora che quella del Pd è stata, perlopiù, un'operazione spot a soli fini elettorali imbastita per soccorrere, guarda caso, anche qualche impopolare amministratore romagnolo”.
“Per rimediare a questa presa in giro e sulla base della sentenza della Corte Costituzionale, con l'emendamento votato all'unanimità dal Senato, abbiamo liberato 2 mld di euro (prima bloccati dal Pd con l'assurda austerity imposta dalla legge di bilancio). Finalmente tornerà ad esserci possibilità di spesa per tutti i Comuni che hanno saputo ben amministrare, non solo per quelli del bando, i quali, comunque, avranno coperture per i primi impegni presi e anche per altre opere. Allo stesso tempo si tiene viva la graduatoria del bando periferie spostandone il finanziamento al 2020, per trovare risorse reali e spendibili e non inesistenti, con cui realizzarlo legalmente. In sintesi, il Pd con le sue polemiche strumentali mente, mentre quello in Parlamento, conoscendo la questione, per salvare la faccia ha votato l'emendamento".
“Con un’operazione di verità ben distante dalle promesse elettorali del Partito Democratico – conclude Raffaelli – abbiamo guardato con attenzione alle risorse disponibili operando sulla base di un duplice criterio: quello della qualità e realizzabilità dei progetti presentati. Si tratta, in buona sostanza, di una nuova modalità di distribuzione delle risorse che non guarda più alle singole periferie ma ad un territorio ben più ampio che, nel nostro caso, si chiama Romagna”.