Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

IEG, dopo la Borsa il debito del Palacongressi scenderà a 40 milioni

Martedì, 24 Luglio 2018

I numeri finali, per convincere gli incerti, li cala dopo due ore di dibattito in quinta commissione l’amministratore unico di Rimini Congressi Marino Gabellini. Quattro anni fa il debito per la costruzione del nuovo Palacongressi ammontava a circa 100 milioni. Dopo l’operazione di quotazione/ privatizzazione che si realizzerà in autunno, il debito complessivo scenderà a 40 milioni.

Quattro anni fa era la primavera-estate del 2014, con i soci pubblici della Fiera (Comune, Provincia, Camera di Commercio) che lanciavano l’allarme sull’insostenibilità del debito e invocavano una pesante privatizzazione, con l’associazione Dreamini che pubblicava un libro bianco in cui paventava un default pari o peggiore a quello di Aeradria, con Lorenzo Cagnoni che annunciava, fra lo sconcerto generale, che tutto si sarebbe risolto con il ritorno degli utili da parte di Rimini Fiera, e con il consiglio comunale che, proprio il 24 luglio, approvava una delibera per avviare un processo di privatizzazione dai contorni molto incerti.

Quattro anni dopo lo scenario è molto cambiato. La Fiera è tornata a produrre utili, che nel 2018 hanno addirittura superato i nove milioni di euro, e si prevede che nel 2018 i risultati saranno ancora migliori. Nel frattempo è avvenuta l’acquisizione di Vicenza ed è nata la nuova società IEG che si presenta appunto all’appuntamento con la Borsa. Anche la situazione di crisi economica generale, almeno per alcuni aspetti, appare superata. E allora ritorna il progetto di quotazione/privatizzazione, anche con modalità molto diverse da quelle che si discutevano quattro anni fa. Rimane intatto l’obiettivo di fondo, che è quello di ridurre l’indebitamento per la costruzione del Palacongressi, come ha più volte rimarcato l’assessore al bilancio Gian Luca Brasini, per rispondere alle obiezioni dei gruppi di minoranza. L’obiettivo della riduzione dei debiti era esplicitamente dichiarato anche nella delibera del 24 luglio 2014.

Il progetto si regge su due pilastri fondamentali: aumento di capitale e OPS, cioè Offerta Pubblica di Sottoscrizione, e OPV (Offerta pubblica di Vendita) di un pacchetto di azioni di Rimini Congressi, la società di Comune, Provincia e Camera di Commercio, che detiene attualmente il 65,07 per cento delle azioni. Il nuovo capitale sociale di IEG sarà determinato, per il 65 per cento, dalla OPS, e per il 35% dalla OPV. Dal combinato disposto di queste due attività ci saranno due conseguenze: un introito di 45/50 milioni per IEG e di 19-20 milioni per Rimini Congressi; la riduzione della quota pubblica in IEG al di sotto del 50 per cento (per la precisione poco meno del 41 per cento). Questi dati sono frutto delle elaborazioni di Marino Gabellini, il quale ha tenuto a precisare che si tratta di stime prudenziali, cioè al ribasso. Stando a queste cifre, il residuo debito di 35 milioni di Rimini Congressi con Unicredit sarà dimezzato. Brasini e Gabellini hanno inoltre aggiunto che se IEG continuerà a produrre utili come in questi ultimi anni, i dividendi incassati saranno più che sufficienti a pagare la rata alla banca, con la quale, dopo la quotazione, sarà ricontrattato il mutuo. Inoltre, il residuo debito di 23 milioni della società del Palazzo con Monte dei Paschi è coperto con l’affitto degi spazi del Palacongressi.

Per quanto riguarda la perdita della maggioranza in società, il meccanismo escogitato è quello del voto maggiorato (uno vale due) per i soci che detengono le azioni da tre anni, con Rimini Congressi che può avvalersi di tale diritto da subito.

Come era prevedibile le domande e le obiezioni dei consiglieri di minoranza (vi ha particolarmente insistito Gennaro Mauro) si sono appuntate proprio sul rischio che i soci pubblici di Rimini possano un giorno (dopo i primi tre anni) perdere il controllo della società. L’assessore Brasini ha insistito che altri meccanismi statutari faranno da argine. Per talune deliberazioni (vedi eventuale trasferimento di manifestazioni con enorme ricaduta economica sul territorio in altre sedi) dovrà esserci il voto unanime del consiglio e il voto dei due terzi dell’assemblea. Quindi, se Rimini Congressi manterrà una quota di almeno il 33,5 per cneto, il pericolo sarà scongiurato.

Il dibattito ha visto qualche scintilla fra il consigliere Luigi Camporesi e l’assessore Brasini. Camporesi ha sostenuto che la bella narrazione dell’assessore dice solo una parte della verità e ne nasconde un’altra. Quella ad esempio dei bilanci della Società del Palazzo dove l’immobile sarebbe valutato oltre il dovuto, auspicando che qualche magistrato ci voglia guardare. Brasini ha replicato che il recente accordo transattivo con la società costruttrice (pagamento di 6,6 milioni) ha dimostrato che il bilancio era più che prudente, visto che erano stati accantonati 13 milioni.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram